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E se il calcio d’estate ci piacesse? Ricordate Juary?

E se il calcio d’estate ci piacesse? Ricordate Juary?TUTTO mercato WEB
mercoledì 24 giugno 2020, 06:00L'Angolo di Calcio2000
di Fabrizio Ponciroli

Che sia chiaro: sono un tradizionalista e per giunta romantico, quindi sono per il calcio vintage, con regole e date certe. Alla notizia che avremmo dovuto trascorrere l’estate a guardare partite di Serie A, Champions ed Europa League (oltre a tanti altri campionati esteri, Ligue 1 esclusa) mi ero preoccupato. Solitamente dedico l’estate alle fantasie che mi regala, giornalmente, il mondo, folle e affascinante, del calciomercato. E, invece, tutti davanti alla TV (o, in qualche fortunata occasione, allo stadio) a seguire partite vere, non “amichevoli estive”. 
Che calcio sarà? Mi sono chiesto più volte. Ribadito che, senza tifosi, qualsiasi stadio sembra Alcatraz abbandonata, devo ammettere che sono stupito dalla “buona resa dei giocatori”. Chiaro, il caldo incide (e lo farà sempre più, visto che stanno per arrivare temperature tropicali) ma, onestamente, i giocatori stanno onorando questa emergenza al meglio delle loro capacità fisiche e mentali. Non è una questione di soldi, sempre importanti e “motivazionali” ma anche di amore per il pallone. Mi pare che siano tanti i giocatori che si stanno divertendo a combattere in campo, nel silenzio più assordante. Vedere Lukaku dialogare con Eriksen mi ha emozionato, così come godermi Dybala fulminare Skorupski con una magia di sinistro. Che dire di Gattuso o della bellissima Atalanta che sembra non aver mai smesso di correre? Insomma, non è calcio finto è tutto calcio vero, anche se profondamente diverso da quello che siamo soliti vedere e apprezzare…
Ma, alla fine, chi lo vincerà questo Scudetto? Chiaramente non sono un grande indovino, eppure una sensazione ce l’ho. Credo che si deciderà tutto all’ultimo, magari, all’ultimo secondo dell’ultimo turno di campionato. Sarebbe bellissimo e unico… Ritengo che Juventus, Lazio e Inter abbiano le stesse possibilità di vincere il Tricolore.

Perché? Perché è un calcio diverso, dove non sai mai cosa riuscirai a dare in campo la prossima partita… Un finale al cardiopalma sarebbe meraviglioso, a prescindere da chi si porterà poi a casa il trofeo…
E, attenzione, magari è anche la volta buona che una squadra italiana vince qualcosa in Europa. Nelle difficoltà, le squadre italiane si esaltano. Più difficoltà di questa…
Concludo con un mio idolo assoluto. Ho avuto la fortuna di intervistare Juary… Quando ero un ragazzino, era un mio idolo. Quel giro della bandierina per festeggiare ogni gol mi esaltava (per chi non lo sapesse, non ha studiato l’esultanza a tavolino ma si vanta di essere stato uno dei primi a festeggiare una rete in maniera innovativa e ci tiene anche molto). Lo emulavo nelle mie partite da ragazzino con gli amici (non c’era la bandierina ma un sasso a “fissare” il calcio d’angolo). Ricordo il suo gol nella finale di Coppa dei Campioni del 1987 contro il Bayern Monaco. Giocava con la casacca del Porto, al fianco di Madjer, il Tacco di Allah, altro mio idolo incontrastato (doveva venire all’Inter, c’è anche una sua foto con la sciarpa nerazzurra). Bene, dialogare di calcio on Juary mi ha fatto bene all’anima: “Dico sempre che i giovani allenatori non devono insegnare solo la tattica ai ragazzi. Il calcio è allegria. Non dobbiamo direi ai bimbi dove mettersi in campo e come fare la linea di fuorigioco se prima non li lasciamo giocare a pallone con fantasia e libertà. Parliamo di un gioco, il più bel gioco di tutti”. Come hai ragione caro Juary… Il calcio è un gioco, forse dovremmo ricordarlo a chi lo prende troppo sul serio…

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