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Tra gratitudine eterna e verità incontestabili: Zlatan Ibrahimović deve avere un nuovo ruolo nel MilanTUTTO mercato WEB
© foto di www.imagephotoagency.it
sabato 25 dicembre 2021, 11:30Primo Piano
di Pietro Andrigo
per Milannews.it

Tra gratitudine eterna e verità incontestabili: Zlatan Ibrahimović deve avere un nuovo ruolo nel Milan

Tra gli argomenti più divisivi in casa Milan non si può non citare il nome di Zlatan Ibrahimović: che ci crediate o meno, infatti, la presenza e il ruolo dello svedese in rossonero suscitano un acceso dibattito tra tifosi, addetti ai lavori e appassionati rossoneri. Le fazioni? Da un lato vi è chi rimane forzatamente ancorato al presente difendendo a spada tratta la leggenda svedese, dall’altro vi è chi, rivolto al futuro, si dimentica troppo facilmente dell’apporto che il numero 11 rossonero ha dato e continua a dare questa squadra. Come in diversi ambiti della vita, quindi, il giudizio su Ibrahimovic deve essere impregnato della linfa del giusto mezzo: bollare Ibrahimovic come inadatto, nel momento in cui lo svedese fatica, è esagerato quanto sbagliato mentre non ritenere necessario l’acquisto di una punta giovane, forte e affidabile, da affiancare all’11 rossonero, sarebbe frutto di una visione superficiale e destinata alla mediocrità.

L’APPORTO DI IBRAHIMOVIC - Come spesso capita, quando si innesta un discorso su una figura leggendaria come Ibrahimovic la retorica prende il sopravvento sull’analisi oggettiva. Il racconto narrativo sulla seconda vita dello svedese in rossonero, tuttavia, si sposa perfettamente alla freddezza dei numeri perchè celebra il ritorno di un autentico campione che ha stravolto a suon di gol e assist la storia recente di una squadra in crisi nera. Da quando è tornato in rossonero, infatti, Zlatan ha segnato 34 reti, mandato al gol i compagni ben 11 volte e guidato l’attacco rossonero a diventare uno dei più prolifici del campionato. Queste statistiche vanno di pari passo con un contributo non scientificamente comprovabile ma impossibile da smentire. Quale? Il cambio di mentalità della squadra e dei singoli. Nel suo libro ‘Adrenalina’, recentemente pubblicato da Cairo Editore, Ibrahimovic racconta come il collettivo rossonero abbia cambiato approccio alla quotidianità con il suo arrivo e i risultati mostrati da singoli come Calabria, Rebic, Tonali o Kessie lo testimoniano. Oltre al manifesto di concretezza di diverse reti segnate, quindi, l’apporto di Ibrahimovic è contraddistinto dalla velata evidenza di una nuova filosofia che ha contribuito a riportare in alto un Milan decaduto.

IL NUOVO RUOLO DI ZLATAN - La consapevolezza dell’importanza di Ibrahimovic per il Milan, chiaramente, deve andare di pari passo che l’eterno svedese ha limiti fisici. Nonostante l’epica divina che lo accompagna e un fisico da eroe greco, i 40 anni di Ibrahimovic sono un dato incontestabile che lo qualificano come atleta straordinario ma al tempo stesso come calciatore che va gestito. I tantissimi infortuni occorsi al reparto offensivo rossonero in questi primi mesi, hanno costretto Ibrahimovic agli straordinari: le tante partite giocate da titolare, infatti, hanno minato la sua efficienza fisica e ciò è un chiaro segnale del nuovo ruolo che dovrebbe avere Zlatan. Quale? La risposta è conosciuta ai più: o riserva di lusso capace di entrare negli ultimi minuti per ‘spaccare la partita’ o un titolare per 60 minuti in grado di incidere in maniera netta in una sola ora di gioco. Queste richieste sono nel DNA del nuovo Ibrahimovic ma per soddisfarle Zlatan e il Milan hanno bisogno di un attaccante giovane, promettente e capace di incidere sin da subito nel progetto rossonero. Parliamoci chiaro, Giroud è un profilo di tutto rispetto ma le lacune fisiche mostrate non lo rendono affidabile sul lungo periodo. Discorso simile per Pellegri che è un giovane da rilanciare ma martoriato dagli infortuni. C’è poi Rebic, prima punta adattata, forte e capace di non dare punti di riferimento ma nell’ottica di un doppio giocatore per ogni ruolo, il croato è visto come titolare o alternativa sulla corsia sinistra. Ecco, quindi, che l’investimento importante in attacco non diventa solo un’esigenza ma una priorità sia per il Milan che per Ibrahimovic. Il club rossonero, infatti, con una prima punta giovane, forte e affidabile fisicamente si garantirebbe una presenza fissa di reti e prestazione offensive mentre lo svedese, con un giovane compagno di reparto, potrebbe gestire le sue forze, scatenare il suo apporto nel momento giusto e trasferire le sue enormi conoscenze di campo e di vita a quello che può e dovrà essere il suo erede.