
André Silva ricorda: "Il Milan fu una sfida impegnativa. Arabia? Punto più in alto"
L'ex attaccante del Milan, oggi al Werder Brema (in prestito dal Lipsia), André Silva, ha rilasciato una intervista a Record ed ha parlato anche di una particolare suggestione che lo insegue da tempo, almeno a livello mediatico, quella di un possibile ritorno al Porto: "Non c'è mai stata l'occasione" - le sue parole - ". È difficile per me parlarne, perché c'è la parte professionale e quella emotiva... Ma non si sa mai. Mi piace concentrarmi sulle cose che controllo e immaginare scenari non rende la strada diversa".
Sulla possibilità di giocare in una realtà differente, come l'Arabia Saudita: "Dipende dalle opportunità che si presentano. Per esempio, non avrei mai pensato di passare così tanto tempo in Germania, ma qui mi sono fatto notare, mi sono creato un'immagine... È normale. Dipende dalle situazioni che si presentano. Quello che posso dire è che, al momento, punto a qualcosa di più, cerco qualcosa di più stabile, che si identifichi con me, con il mio stile di comunicazione".
Sul trasferimento dal Porto al Milan, avvenuto nel 2017: "A quel tempo, beh, stavo vivendo il mio sogno, giusto? In un momento in cui il club non si trovava in una situazione confortevole. Ero il giocatore che poteva portare più soldi al mio club e quando è arrivata un'offerta dal Milan, un club storico... Ci sono tante cose che contano in quei momenti, non è solo la questione del mercato, il mio cuore, o la mia scelta, in quel momento. Credo che avessi 21 anni a quel tempo, e fu allora che scelsi di andare a Milano. È stata una sfida impegnativa e, naturalmente, motivo di orgoglio, uno dei club più importanti del mondo".
Sui complimenti che gli fece Kakà in rossonero: "Chiaramente parliamo di uno dei migliori calciatori di sempre e mi fece piacere. È stato e continua ad essere motivo di orgoglio per me che abbia detto certe cose. Mi ha dato molta motivazione, perché era uno di quel livello. Quando una persona così ti guarda e ha quell'opinione dall'esterno, è importante".
Sulla possibilità di giocare in una realtà differente, come l'Arabia Saudita: "Dipende dalle opportunità che si presentano. Per esempio, non avrei mai pensato di passare così tanto tempo in Germania, ma qui mi sono fatto notare, mi sono creato un'immagine... È normale. Dipende dalle situazioni che si presentano. Quello che posso dire è che, al momento, punto a qualcosa di più, cerco qualcosa di più stabile, che si identifichi con me, con il mio stile di comunicazione".
Sul trasferimento dal Porto al Milan, avvenuto nel 2017: "A quel tempo, beh, stavo vivendo il mio sogno, giusto? In un momento in cui il club non si trovava in una situazione confortevole. Ero il giocatore che poteva portare più soldi al mio club e quando è arrivata un'offerta dal Milan, un club storico... Ci sono tante cose che contano in quei momenti, non è solo la questione del mercato, il mio cuore, o la mia scelta, in quel momento. Credo che avessi 21 anni a quel tempo, e fu allora che scelsi di andare a Milano. È stata una sfida impegnativa e, naturalmente, motivo di orgoglio, uno dei club più importanti del mondo".
Sui complimenti che gli fece Kakà in rossonero: "Chiaramente parliamo di uno dei migliori calciatori di sempre e mi fece piacere. È stato e continua ad essere motivo di orgoglio per me che abbia detto certe cose. Mi ha dato molta motivazione, perché era uno di quel livello. Quando una persona così ti guarda e ha quell'opinione dall'esterno, è importante".
Ultime dai canali







