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Montella: "Scontato che a Budapest tiferò Roma e non Siviglia. Mourinho è un genio"
Vincenzo Montella ha parlato a Radio Anch'io Sport soffermandosi con particolare attenzione sulla finale di Europa League della Roma contro il Siviglia, entrambe sue ex squadre: "È scontato per chi farò il tifo: per me Siviglia è stata una parentesi importante, anche se molto breve. Siamo arrivati ai quarti di Champions League, traguardo storico per la società, e in finale di Coppa del Re. Ma sono stati pochi mesi, non si può paragonare alla passione per la Roma: sono stati dieci anni molto intensi per me".
Il successo del suo Siviglia sullo United di Mourinho?
"Ma non era una finale - aggiunge con una battuta Montella - Mourinho è un uomo vincente, basta dire che a Roma ha raggiunto due finali europee in due anni. È un genio".
Chi parte favorito a Budapest?
"Le finali sono sempre incerte. Un po' di storia conta, ma non credo ci siano favorite. Sarà importante l'episodio, la calma, l'abitudine, ma non vedo una favorita".
Quanto inciderà la presenza o meno di Dybala? E quanto inciderà l'esito della finale di Budapest sul futuro di Mourinho?
"Dybala fa la differenza, nella Roma un po' di più, è il giocatore che ha più talento e imprevedibilità. Mi auguro possa essere nelle condizioni fisiche di giocare anche solo per uno spezzone di partita. Sul futuro di Mourinho non lo posso prevedere, ma a Roma comunque ha lasciato il segno, la dimostrazione sono i sold out allo stadio ogni domenica. Con lui si è tornati a respirare l'entusiasmo dei primi anni Duemila che fortunatamente ho vissuto anch'io".
Le difficoltà di Abraham e Belotti?
"La Roma ha un'identità precisa, una squadra molto compatta, si difende con ordine, pazienza e sacrificio, gli attaccanti sono un po' penalizzati. Il baricentro della Roma non è altissimo e questa è stata una delle cause per cui sia Abraham che Belotti non riescono a ingranare. Tuttavia riesco a vedere un'alchimia importante, è merito dell'allenatore che riesce a far sacrificare giocatori di talento".
Cosa pensa dello Scudetto del Napoli?
"Felicissimo, erano troppi anni che Napoli non vinceva, è stato un trionfo. Noi allenatori viviamo di energie e stimoli, quando vengono meno, lasciare è un atto di grande responsabilità. Tanto di cappello a Spalletti".
Un giudizio sulla stagione del Milan?
"Stagione eccellente e altamente competitiva, con semifinale di Champions e quarto posto. Servono innesti di qualità un po' in tutti i reparti, Maldini e Massara lo sanno molto bene".
Quale sarà invece il suo futuro?
"Non lo so, sto bene in Turchia, il campionato mi piace. Come detto, un allenatore vive di ambizioni e stimoli, vedremo cosa succederà, non ho molta fretta ora di decidere".
Il successo del suo Siviglia sullo United di Mourinho?
"Ma non era una finale - aggiunge con una battuta Montella - Mourinho è un uomo vincente, basta dire che a Roma ha raggiunto due finali europee in due anni. È un genio".
Chi parte favorito a Budapest?
"Le finali sono sempre incerte. Un po' di storia conta, ma non credo ci siano favorite. Sarà importante l'episodio, la calma, l'abitudine, ma non vedo una favorita".
Quanto inciderà la presenza o meno di Dybala? E quanto inciderà l'esito della finale di Budapest sul futuro di Mourinho?
"Dybala fa la differenza, nella Roma un po' di più, è il giocatore che ha più talento e imprevedibilità. Mi auguro possa essere nelle condizioni fisiche di giocare anche solo per uno spezzone di partita. Sul futuro di Mourinho non lo posso prevedere, ma a Roma comunque ha lasciato il segno, la dimostrazione sono i sold out allo stadio ogni domenica. Con lui si è tornati a respirare l'entusiasmo dei primi anni Duemila che fortunatamente ho vissuto anch'io".
Le difficoltà di Abraham e Belotti?
"La Roma ha un'identità precisa, una squadra molto compatta, si difende con ordine, pazienza e sacrificio, gli attaccanti sono un po' penalizzati. Il baricentro della Roma non è altissimo e questa è stata una delle cause per cui sia Abraham che Belotti non riescono a ingranare. Tuttavia riesco a vedere un'alchimia importante, è merito dell'allenatore che riesce a far sacrificare giocatori di talento".
Cosa pensa dello Scudetto del Napoli?
"Felicissimo, erano troppi anni che Napoli non vinceva, è stato un trionfo. Noi allenatori viviamo di energie e stimoli, quando vengono meno, lasciare è un atto di grande responsabilità. Tanto di cappello a Spalletti".
Un giudizio sulla stagione del Milan?
"Stagione eccellente e altamente competitiva, con semifinale di Champions e quarto posto. Servono innesti di qualità un po' in tutti i reparti, Maldini e Massara lo sanno molto bene".
Quale sarà invece il suo futuro?
"Non lo so, sto bene in Turchia, il campionato mi piace. Come detto, un allenatore vive di ambizioni e stimoli, vedremo cosa succederà, non ho molta fretta ora di decidere".
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