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Bucchi: "Conte cambia modulo, Inzaghi mai. De Zerbi a Napoli con ADL non ce lo vedo"TUTTO mercato WEB
© foto di FEDERICO SERRA
ieri alle 21:38Serie A
di Dimitri Conti

Bucchi: "Conte cambia modulo, Inzaghi mai. De Zerbi a Napoli con ADL non ce lo vedo"

Cristian Bucchi, oggi allenatore dell'Arezzo ma da calciatore anche attaccante del Napoli, ha parlato a TeleVomero del momento azzurro e della prossima partita di campionato contro il Lecce.

Lukaku?
"È il simbolo in campo dell’idea di Conte, è un attaccante che ha fatto cose importanti, è stato per molto tempo sotto la critica di molti, ma credo sia determinante per quella che è l’idea del tecnico e per lo sviluppo dell’azione, è un giocatore focale e di spessore. Molti dei gol di McTominay penso siano anche merito di Lukaku, non solo per gli assist, ma anche per la sua presenza fisica che impegna i difensori. Chi arriva da dietro come lo scozzese può sfruttare gli spazi creati. È un giocatore funzionale e determinante".

Il mancato rinvio di Atalanta-Lecce?
"Penso che tutti i tesserati giallorossi avrebbero preferito il rinvio, perché davanti a queste situazioni non esistono classifiche e calendari. Serviva un po’ di tempo per riprendersi e umanamente non credo che qualcuno avesse fatto obiezioni. L’Inter con i titolari è un’altra squadra, ai livelli del Barcellona. Le alternative la rendono una squadra più affrontabile. Penso che le energie a questo punto saranno dirottate in gran parte sulla Champions, indubbiamente il campionato non verrà abbandonato, ma la classifica attuale la mette in questa condizione. Il Napoli ha avuto delle difficoltà, è stata una stagione complessa, ma ha risposto sempre da grandissima squadra. C’è la mano dell’allenatore che ha creato uno spirito di squadra che si avvicina se non addirittura supera quello di due anni fa. La scorsa stagione è stata un po’ anomala. Il gruppo è praticamente lo stesso, sono anche arrivati dei nuovi giocatori. Adesso è giusto godersi questo finale di campionato con i migliori auspici".


De Zerbi a Napoli?
"Con De Laurentiis non ce lo vedo, caratterialmente è perfetto per la piazza di Napoli, non penso lo sia per questo presidente. Sono due personalità forti, fortissime. Credo con visioni abbastanza diverse. Può darsi tra qualche anno dove sono maturate esperienze diverse e dove due idee lontane possono avvicinarsi. Si stimano tantissimo entrambi. De Zerbi è una persona molto riconoscente, è legatissimo al Napoli, però ripeto ci sono cose fattibili in certi momenti, non penso sia questo. Ci tengo a dire che, secondo me, un processo di crescita ci può essere anche da parte di un presidente, come quest’anno dove De Laurentiis ha fatto un grande passo avanti dopo la scorsa stagione. De Zerbi per la sua carriera è il primo a essere rammaricato per la mancata continuità, come quella allo Shakhtar. Ma penso voglia essere continuo al Marsiglia e questo progetto in Francia non lo renderà un allenatore facile da raggiungere".

McTominay?
"E' il giocatore più decisivo. La grande intelligenza di Conte è anche quella di suggerire gli acquisti che giocano con tranquillità e reggono le pressioni. Essere nel Napoli non è per tutti, perché giochi davanti a 60 mila persone. Le scelte sono state tecniche e di personalità. Hamsik penso sia più rapido e tecnico, McTominay è più strutturato e cattivo in zona gol. Sono giocatori che per sviluppo del gioco si assomigliano sotto tanti punti di vista, perché sono mezzali che raggiungono gol da attaccanti. Il Napoli credo abbia un paio di opzioni contro il Lecce. Un grande merito di Conte a differenza di Inzaghi è che ha saputo cambiare anche sistema di gioco, cosa che invece Inzaghi non fa mai".

Infortuni al soleo?
"Quando si parla di infortuni è sempre delicato, a volte può essere un approccio nuovo di lavoro. Erano abituati a lavorare in un certo modo, quest’anno c’è stata una metodologia diversa e un adattamento complesso. A volte può essere semplicemente il campo: per esempio, un campo particolarmente duro è il peggior nemico per il polpaccio. È una statistica che ho provato sulla mia pelle. Quando allenavo una squadra in Serie B, con una buona struttura, ci sono stati affaticamenti, lesioni, anche al soleo. Ci siamo confrontati con lo staff medico su quale potesse essere il problema. I ragazzi manifestavano, quindi, di un terreno di gioco un po’ duro. Abbiamo scelto di far venire il responsabile della Federazione e abbiamo scoperto che il nostro campo era tre volte più duro di quello che dovrebbe essere e quando lo abbiamo messo a posto non abbiamo più avuto problemi. Il campo particolarmente scivoloso, invece, può essere un pericolo per gli adduttori. Il problema è riconducibile allo staff quando ci sono tante ricadute, ma non credo sia il caso del Napoli".