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Tutto cambia perché nulla cambi: in che direzione sta andando la Juve? I no di Conte e Gasperini certificano la confusione, continua a mancare una guida alla Andrea AgnelliTUTTO mercato WEB
© foto di TUTTOmercatoWEB.com
ieri alle 16:38Editoriale
di Raimondo De Magistris

Tutto cambia perché nulla cambi: in che direzione sta andando la Juve? I no di Conte e Gasperini certificano la confusione, continua a mancare una guida alla Andrea Agnelli

Nato a Napoli il 10/03/88, laureato in Filosofia e Politica presso l'Università Orientale di Napoli. Lavora per TMW dal 2008, è stato vicedirettore per 10 anni. Inviato al seguito della Nazionale
Non deve essere facile per Igor Tudor lavorare sapendo che la Juventus da settimane sta lavorando al suo successore. Lo stava facendo Cristiano Giuntoli, lo sta facendo Damien Comolli insieme a Giorgio Chiellini. Il tecnico croato dopo la conquista del quarto posto aveva chiesto chiarezza, salvo poi fare un passo indietro il giorno dopo. Al Mondiale per Club ci sarà lui in panchina così da permettere alla nuova dirigenza che s'è appena insediata di lavorare con più calma alla stagione che verrà. Alla fine non è escluso che Tudor resti e questo più che dal cammino dei bianconeri negli Stati Uniti sarà determinato dal come proseguirà il casting. Una ricerca iniziata malissimo.

Una settimana fa di questi tempi la Juventus era praticamente certa del passo indietro di Antonio Conte, ma poi il tecnico leccese ha fatto i suoi calcoli e al netto delle rassicurazioni forti, importanti, fornitegli da De Laurentiis ha anche messo a confronto i due progetti. Qual è quello più solido? Dove ci sono più possibilità di fare bene anche in Champions League? Conte nell'ultima settimana s'è fatto bene i suoi calcoli e ha capito tutti i rischi che avrebbe comportato il suo ritorno alla Juventus questa estate. Col Mondiale per Club avrebbe verosimilmente preso in mano la squadra solo ad agosto per poi meno di un mese dopo ritrovarsi a guidare ogni tre giorni una squadra che oggi è un grosso punto interrogativo. A Napoli invece parte da un anno di lavoro, da uno Scudetto. Da una progettualità molto più chiara anche sul chi acquistare, sul budget e i comportamenti da non ripetere.

Conte ha rifiutato la Juventus per il Napoli, chi l'avrebbe mai detto un anno fa? E chi avrebbe mai detto che Gasperini - allenatore scuola Juve - avrebbe preferito la Roma al ritorno da protagonista nella società in cui tutto è iniziato? Eppure anche in questo caso è andata così. Quando venerdì scorso Damien Comolli lo chiama da DG ancora non ufficializzato Gasperini capisce che è meglio mantenere la parola con la Roma e non solo perché i giallorossi si sono mossi prima. E' questione di chiarezza, quella che in casa giallorossa c'è pur con tutti i limiti del caso. E che invece la Juventus ricerca da tanto, troppo tempo senza riuscire a strutturare un nuovo organigramma vincente dopo aver allontanato Andrea Agnelli.


Questa settimana è iniziata con l'insediamento ufficiale di Damien Comolli al posto di Cristiano Giuntoli, con la promozione di Giorgio Chiellini che già da diversi giorni ha assunto un ruolo centrale nella direzione sportiva. Se due anni fa fu Maurizio Scanavino a individuare il dirigente reduce dallo Scudetto col Napoli, questa volta il dirigente francese è figlio di una ricerca dello stesso John Elkann. Comolli che negli ultimi anni è stato il presidente del Tolosa è figura scelta perché più vicina a ciò che è stato Giuseppe Marotta fino al suo allontanamento. Un dirigente internazionale, che si occuperà delle operazioni di mercato ma avrà anche il compito di strutturare un club senza una guida. Ma la guida può essere un dirigente alla sua prima esperienza nel mondo Juve? Alla sua prima avventura in Serie A? I dubbi sono tantissimi. Anche perché lo stesso Marotta, oggi in grado di gestire una società come l'Inter, negli anni juventini è cresciuto e s'è evoluto nel costante confronto col presidente Andrea Agnelli.

E qui si giunge al nocciolo della questione: la Juventus da ormai quasi tre anni è senza una guida. John Elkann oggi vede il club bianconero più come un problema che come una risorsa e ha fatto insediare ai vertici del club Gianluca Ferrero e Maurizio Scanavino. Dirigenti da ordinaria amministrazione, che non rappresentano una vera guida né danno una visione. La conseguenza di tutto ciò è che oggi la Juve vive di continue rivoluzioni fini a sé stesse. Due anni fa Cristiano Giuntoli, la scorsa estate Thiago Motta al posto di Massimiliano Allegri, adesso Damien Comolli e chissà chi in panchina. Un continuo ribaltamento ai danni del progetto Juventus, di un club che nell'ultima settimana è stato rifiutato due volte da chi in condizioni normali avrebbe fatto carte false pur di occupare quella panchina.