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Zenga: "Gattuso l'uomo giusto al momento giusto. Chivu? Racchiude Mou e Guardiola"TUTTO mercato WEB
ieri alle 19:38Serie A
di Daniele Najjar
fonte Da Milano, Bruno Cadelli

Zenga: "Gattuso l'uomo giusto al momento giusto. Chivu? Racchiude Mou e Guardiola"

L’ex portiere dell’Inter e della nazionale italiana Walter Zenga è intervenuto in occasione della Milano Football Week organizzata dalla Gazzetta dello Sport a Milano. Queste le sue parole raccolte da TuttoMercatoWeb.com.

Quanto si soffre a vedere la nazionale soffrire?
"Quando la nazionale o una squadra italiana vincono e sei all’estero sembra quasi che tu stesso abbia vinto. Al contrario invece è un boomerang".

Ti aspettavi finisse così con Spalletti?
"Non mi aspettavo che finisse così con Spalletti, ma non mi aspettavo che continuasse dopo l’Europeo. Nel percorso dopo l’Europeo sembrava ci fosse stata una rinascita. Però abbiamo vinto un Europeo, è una situazione difficile da decifrare. La vittoria dell’Europeo non è stata un miracolo, anche se è stato spostato per il Covid".

Il problema della nazionale è la mancanza di qualità o stanchezza? O l’atteggiamento dei calciatori?
"La stanchezza lasciamola perdere. Secondo me comunque il campionato non deve avere una pausa così lunga. Non c’è comunque un fattore identificabile".

Cos’hai pensato del caso Acerbi?
"Io seguo una regola: non parlare di me se non hai parlato con me. Oggi poi con i social è un delirio. Rinunciare alla nazionale non è carino, però non sapremo mai cosa si sono detti e come sono andate le cose. Parlo per le ipotesi senza sapere le cose come stanno".

Gattuso può essere l’uomo giusto per la Nazionale?
"Ha un curriculum internazionale. Bisogna farsi trovare al posto giusto e al momento giusto. E Rino ora ha questo dalla sua parte".

La vicenda Ranieri cosa ti lascia?
"Quello che ha fatto lo ha fatto con amore e passione. Lì le cose vengono meglio. Alla fine dei conti è un lavoro. Credo che la sua scelta di continuare sia una diretta conseguenza di questo. Il doppio ruolo sarebbe stato difficile".

Cos’hai pensato dopo PSG-Inter?
"Io sono sotto shock per Psg-Inter. Non sapevo cosa dire quando ero in Tv a commentare la partita. Era evidente l’impotenza, non c’è davvero nessuna spiegazione. L’hai preparata, giocata e vissuta male probabilmente. Il Psg ha fatto quindici giorni di vacanza, nel riscaldamento il Paris ha fatto 15 minuti. Mentalità più tranquilla e serena".

Ti aspettavi che Inzaghi lasciasse?
"Io mi aspettavo che Inzaghi lasciasse. Al di là della vittoria o meno della Coppa era già indirizzato verso il cambiamento. È una mia sensazione. Io leggo che l’Inter si è giocata due scudetti per l’errore di Radu, ma nessuno si ricorda che Arnautovic ha sbagliato davanti alla porta quest’anno e vincevano il campionato. A volte un pallone cambia tutto".

Come vedi il nuovo campionato e i cambi allenatori? Non hanno più radici?
"Tolto Conte, Juric e Chivu ad esempio non hanno mai giocato le coppe e campionato. Quando alleni per le grandi squadre sei obbligato a vincere. C’è grande pressione anche se pareggi 1-1 con il Monterrey. Ma Inter e Juve mi chiedo come si programmano per la prossima stagione? Ci sono tante incognite. L’Inter ha fatto una scelta coraggiosa con Chivu e dev’essere supportato bene".


Cosa ti aspetti da Chivu?
"Lui ha studiato tanto e racchiude due figure opposte del calcio: una è quella di Guardiola e una è Mourinho. Lui è un mix di queste due cose".

Cosa pensi del Mondiale per Club?
"Onestamente non mi piace per niente, non mi sveglio alle 3 di notte per le partite. Poi attenzione io giocavo il Mundialito a San Siro, per me è stato qualcosa di inimmaginabile. E ho perso tutte e quattro le partite".

Cosa ne pensi di De Bruyne in Serie A?
"È qualcosa di positivo, l’età è solo un numero. Sarebbe positivo anche vedere Modric. Vedere questi giocatori che vengono qui dopo Real e City significa che il nostro calcio deve portare un calcio di qualità".

Oggi si gioca troppo?
"La cosa più difficile non è fisica, è l’intensità di concentrazione che devi mettere. Se affronti grandi avversari sei anche stimolato a livello mentale".

Come ti è sembrato lo scorso campionato? Il prossimo sarà più di qualità con il rientro di Milan e Juve?
"Il Milan è arrivato nono ma quest’anno Bologna e Atalanta hanno fatto bene. Anche la Roma con Ranieri insieme a Lazio e Fiorentina. Non so se la qualità del campionato è stata bassa. Non credo sia stato meno importante perché Milan e Juve non hanno lottato per il titolo. Sicuramente però il prossimo campionato sarà bello".

Il Napoli parte favorito?
"Per forza dato che è campione d’Italia. Chi vince il campionato a prescindere dal giocare o meno la Champions sei favorito. Poi vediamo il mercato anche se stanno facendo già acquisti importanti".

Chi vince il Pallone d’Oro?
"Non è che se vinci la Champions vinci il pallone d’Oro. Mi piacerebbe far parte della giuria per capire il criterio della votazione. Non dipende solo dai titoli vinti".

Che esperienza è quella a Siracusa?
"Non è importante il luogo ma le persone che incontri e che ti stanno vicino. Io ho deciso di diventare dirigente andando in Indonesia e mi sono confrontato con una realtà diversa. Parlando con il Siracusa mi hanno proposto di fare da club manager. Esperienza fantastica ma non perché abbiamo vinto. A me del livello non me ne frega niente, contano le persone".

Oggi si sente più allenatore, dirigente o commentatore?
"Nella vita ho sempre visto le cose da punti di vista differenti. Da dirigente devi programmare, quando sei calciatore hai altri ritmi e anche in Tv non è semplice".