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Abbiamo lasciato Ancelotti al Brasile e detto no a possibili CT come Mourinho e Benitez. Paghiamo ritardi e paletti: Gattuso il miglior CT possibile solo per l'imbuto che ci siamo creatiTUTTO mercato WEB
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Oggi alle 00:00Editoriale
di Raimondo De Magistris

Abbiamo lasciato Ancelotti al Brasile e detto no a possibili CT come Mourinho e Benitez. Paghiamo ritardi e paletti: Gattuso il miglior CT possibile solo per l'imbuto che ci siamo creati

Nato a Napoli il 10/03/88, laureato in Filosofia e Politica presso l'Università Orientale di Napoli. Lavora per TMW dal 2008, è stato vicedirettore per 10 anni. Inviato al seguito della Nazionale
Gennaro Gattuso è il nuovo commissario tecnico della Nazionale. Una settimana fa, di questi tempi, la strada sembrava spianata per l'accordo con Claudio Ranieri e invece già la sera di Italia-Moldova il tecnico di Testaccio informava Gravina della sua indisponibilità al doppio ruolo. Ha confermato di volersi dedicare solo alla Roma. A quel punto, appurato che tra i tecnici italiani non c'era un altro profilo alla Ranieri, s'è andati su un Campione del Mondo del 2006: tra Cannavaro, De Rossi e Gattuso s'è scelto in fretta quest'ultimo. Perché serviva un simbolo, un uomo di grinta e carattere. "Non c'è tempo per allenare", il messaggio filtrato fin da subito da ambienti Federali. E poi Gattuso è allenatore che dal Sion in poi ha gestito un'emergenza dopo l'altra e quale emergenza più grande di un'Italia che per la terza volta di fila rischia di non partecipare a un Mondiale?

Buffon sabato sera ha parlato di miglior scelta possibile e forse è così, ma solo se teniamo di conto del piccolo recinto che ci siamo creati. Perché ci siamo ritrovati in questa situazione? Perché abbiamo lasciato che Carlo Ancelotti andasse ad allenare il Brasile e che Massimiliano Allegri si accordasse col Milan pochi giorni prima di aprire lo stato di crisi? Soprattutto perché i tempi dell'esonero di Spalletti sono stati dettati da motivazioni politiche più che calcistiche. La gara con la Norvegia è sembrata la fotocopia di quella con la Svizzera, eppure l'esonero è stato deciso con otto mesi di ritardo. Non dopo un Europeo disastroso che avrebbe dovuto portare con sé un passo indietro da parte di tutti.
In quella occasione si decise di non decidere perché da lì a poco ci sarebbero state le elezioni Federali e soprattutto a quelle si è pensato quando a Iserlohn, all'indomani di una delle peggiori figuracce della nostra storia, si annunciò la linea della continuità. Una linea che ci ha fatto perdere tempo importante. Che ha portato con sé solo il rischio di saltare un altro Mondiale e allontanato tutte le prime scelte perché annunciare l'esonero di un commissario tecnico l'8 giugno vuol dire farlo dopo che gli allenatori più importanti si sono già sistemati.


Il secondo diktat è quello che ci si è imposti subito dopo la decisione di esonerare Luciano Spalletti: no a un commissario tecnico straniero. Fa nulla se José Mourinho in questa situazione sembrava il profilo perfetto da cui ripartire, se un allenatore del calibro di Rafa Benitez aveva subito dato disponibilità. Continuiamo a ripeterci che non possiamo tradire la nostra scuola, che è la migliore al mondo. Anche se poi Enzo Maresca che su questo tema ha un occhio privilegiato perché a Coverciano ci ha studiato ma sta avendo successo all'estero non è così d'accordo.
Tenendo conto di tutti questi paletti allora sì, forse quella che ha portato a Gennaro Gattuso è stata scelta migliore di Palladino e De Rossi, di Cannavaro e Thiago Motta. Non di Stefano Pioli, che però aveva già raggiunto un accordo di tre anni con la Fiorentina. Né di Roberto Mancini, ma qui c'è un passato recente che parla e che ancora fa male. Altri paletti.

Gattuso col suo nuovo 'Gruppo Azzurro' sa perfettamente di arrivare in questo contesto qui. Che in una situazione normale non sarebbe stato la prima scelta e nemmeno la seconda. Che non lo era nemmeno questa volta. Sa di esser lì per la sua immagine più che il suo curriculum e che è alla guida della Nazionale per un compito e uno soltanto: qualificare l'Italia alla prossima Coppa del Mondo sapendo già che, salvo miracoli, dovrà farlo passando per le forche caudine dei play-off. Un'altra situazione di emergenza, la più gravosa da quando ha deciso di intraprendere una carriera da allenatore in stile Mister Wolf.