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tmw / napoli / Le Interviste
Chiariello: “Giù la maschera! E’ il momento di meritarci lo Scudetto: vinciamo a Parma!”
Oggi alle 17:30Le Interviste
di Antonio Noto
per Tuttonapoli.net

Chiariello: “Giù la maschera! E’ il momento di meritarci lo Scudetto: vinciamo a Parma!”

Il giornalista Umberto Chiariello è intervenuto ai microfoni di Radio CRC con il suo consueto editoriale: "Si scende in campo, manca poco e cosa accade nel momento topico conclusivo della stagione? L'uomo nero, che oggi non è neanche più nero, è al centro di tutte le attenzioni e polemiche. Perché c’è un vecchio assunto, cavalcato anche da giornalista nostrani, suffragato dal nulla: che punto a punto al Napoli non lo fanno vincere. La storia dice di sì e di no a questa affermazione. Vogliamo analizzarla? Lo facciamo subito.

Quando è che il Napoli poche volte ha lottato punto a punto? Escludiamo subito alcuni secondi posti che sono stati o deludenti perfino o senza calore. Il primo secondo posto della nostra storia, ‘68-‘69, finisce il Napoli a 9 punti dal Milan in un campionato a 16 squadre con la vittoria che valeva 2 punti, come se fossero i 20 punti di oggi. Il Napoli di Ancelotti a dicembre già aveva lasciato lo studente, anche quel secondo posto lì… Se il primo fu entusiasmante perché il Napoli che tornava dalla B con Sivori e Altafini, entrava nell'elite del calcio, questo di Ancelotti escludiamolo. Scudiamo anche lo scudetto di Maradona, il primo. Perché quell'anno il Napoli vere avversarie non le ebbe, perché l'avversaria fu l'Inter, però crollò, tant’è vero che si fece sorpassare anche dalla Juve a fine campionato. Quindi il Napoli si poté permettere di frenare a Como, con la Fiorentina, con l'Ascoli, perché quel campionato dopo la vittoria di Torino prese il via. Le vittorie di Roma, la vittoria di Torino con la Juventus, la vittoria in casa con il Milan, con Maradona che tornava dall'Argentina, tra mille contestazioni e polemiche sono partite che portarono il Napoli a comandare senza grandi patemi d’animo. Il secondo posto del Napoli di Bianchi dietro l'Inter? Anche quello non ci ha portato nessun patos, perché quell’Inter vinse in carrozza il campionato. Ma il Napoli finì con la Coppa UEFA che vinse. Sfrontando quindi il campo da scudetti o secondi, terzi posti non competitivi, da ultimo lo scudetto di Spalletti che non ha visto nessuna competizione perché il Napoli è cambiato ma stracciato letteralmente, quali sono i campionati in cui possiamo prendere in considerazione questa affermazione? Il campionato del ‘71-’72? Quello lì in cui andiamo a San Siro a giocarcelo con l'Inter con Juliano e Altafini. Il Napoli poteva sorpassare l'Inter, andò in vantaggio nel primo tempo con Altafini, Burnic, giocatore di una correttezza esemplare mai espulso in carriera viene espulso, all'intervallo si va 1-0 per il Napoli a San Siro con l'uomo in più. Apriti di cielo! Là sì che Mazzola esercitò il potere forte facendo il pazzo con Gonella, il quale nel suo tempo fischiò a senso unico regalando anche un rigore decisivo all'Inter. Quel punto a punto ci costò per errori arbitrali gravi. E quindi un primo sospetto ci viene. Abbiamo lottato poi punto a punto con Vinicio contro la Juventus del core ‘ngrato Altafini, ma lì quell'anno non fu la questione arbitrale a toglierci lo scudetto, fu l'incapacità del Napoli di Vinicio di vincere in trasferta. Perché l'unica partita che vinse in trasferta fu all'ultima giornata a Varese. Quella incapacità di vincere in trasferta ci impedì di vincere un titolo che era meritatissimo per il gioco espresso. Ma non ci fu un handicap arbitrale. Quindi questo lo possiamo anche eliminare tra i campionati del punto a punto persi o vinti. Andiamo all'anno di Marchesi, che l'altra volta in cui ci siamo trovati punto a punto, siamo finiti terzi addirittura. Nell'anno di Marchesi non ci furono grandi problemi arbitrali. Il Napoli lo Scudetto lo perse da solo facendo harakiri in casa col Perugia, con l'autogol di Moreno Ferrario e l'incapacità di vincere la partita. Ecco Parma che torna se Napoli non vince a Parma muore di sé medesimo perché è incapace di vincere le partite. Quindi ecco che a Parma si parrà la nobilità di Antonio Conte e dei suoi scudieri. Ma non fu un problema arbitrale a farci perdere la corsa punto a punto.

Cosa rimane sul piatto del punto a punto? Lo scudetto del ‘90. Beh signori, nell'anno 1990 il Napoli fu chiaramente aiutato dalle decisioni arbitrali. Per una volta lo possiamo dire che quell'anno le decisioni arbitrali danneggiarono il Milan e favorirono il Napoli, che nell'88 si era fatto sorpassare dal Milan nel punto a punto perché era scoppiato, c'erano beghe interne. Ebbene nell'88 i problemi furono tutti nostri, fummo noi a farci sorpassare dopo che la magica aveva dettato legge, nel ‘90 no. Nel ’90, a parte la monetina, il gol di Marronaro che era entrato per Bologna-Milan e non fu dato, certo, ma quello che accadde a Verona… Insomma, comandando Rosario Lobello, lo ha detto Ferlaino stesso, non è che stiamo a discutere. Lì la politica intervenne in quello scudetto, Ferlaino era bravissimo a tessere dei rapporti politici. Quell'anno lì, punto a punto, l'abbiamo vinto noi, ma quell'anno gli arbitri ci aiutarono. È storia, è inutile ora vi scandalizzate che dico questo. È storia. Chi non lo vuole accettare, non lo vuole ammettere, non è in buona fede. Perché noi dobbiamo dire quello e quell'altro. Dov'è che ci scandalizziamo? Perché poi quand'è che abbiamo lottato punto a punto? Perché dopo il ‘90 abbiamo avuto 15 anni di oscurantismo assoluto, 10 anni più la rinascita del Napoli di De Laurentiis fino ad essere competitivi. Ci siamo trovati nell'anno di Mazzarri a perdere Lavezzi per uno sputo che non fu individuato dagli arbitri, ma fu individuato da Sky. Nell'intervallo scoprì lo sputo a Rosi di Lavezzi, lo mostrò e come prova televisiva prese tre giornate di squalifica. Lì l’ago della bilancia lo spostò il potere politico di Milano. Cattaneo ha fatto il giornalista, non doveva farlo? Sì, certo. Ai Mondiali in Germania Angelo Carosi, il nostro regista che becca la testata di Zidane, la mostra al mondo intero. E’ stato il primo caso di Var in campo, perché senza Angelo Carosi Zidane non sarebbe mai uscito dal campo. Quella partita fu determinata dalla TV italiana e dal nostro regista, al quale andrebbe la medaglia per essere l'autore del gol decisivo della finale mondiale. Quindi noi punto a punto, siamo stati defraudati con l'Inter del ’71, siamo stati premiati con il Milan del ‘90 e poi siamo stati defraudati sicuramente nel 2018. Quando una serie di errori arbitrari: Calvarese a Cagliari, mani di Bernardeschi, Dybala a Firenze, a Roma con La Lazio, una serie di errori nel primo anno del Var e soprattutto Orsato e famiglia. Quella annata lì che il Napoli meritava di vincere a mani basse per la qualità del suo gioco ci vide penalizzati con la Juventus. Quando è quindi che il Napoli nelle varie volte in cui si è trovato, non moltissime, punto a punto, ha subito dei torti? Nel 1971 e nel 2005. Nel 1990 se ne è avvantaggiato. Non mi pare che due casi su tre di incidenza degli arbitri possano essere una legge, per cui punto a punto lo perdiamo. Quindi l'assunto è o vai dieci punti avanti a tutti, stracci il campionato, o lo perdi.

In base a questo ragionamento adesso si sta creando lo psicodramma: ‘Attenzione che ci fregheranno! Vedete Doveri? C'è c’ha il sacco dell’Inter’. Doveri ha arbitrato Napoli-Juve, Napoli-Inter sempre molto bene. E’ l'arbitro più affidabile che ci potessero dare. E’ questa storia di Guida che fa l'assistente del Var di Inter-Lazio che è inopportuna è ridicola e vergognosa! Perché significa che non si è capito che bisogna andare oltre e cominciare a guardare gli arbitri con un occhio diverso e non con il solito sospetto, perché si continuava a pensare che gli arbitri sono corrotti e non sono sereni, che vogliono accontentare solo i potenti e che sono il male del sistema, è poi giusto insultarli e picchiarli. Perché nella mente della gente l'arbitro è il nemico. Non va bene! Il Napoli deve andare a Parma e non deve sperare l'aiuto della Lazio, come ha detto Fulvio Collovati, che ha ragione come ha detto Salvatore Esposito, il nostro grande attore, che ha ragione. Ora è il momento di dire: ‘Meritiamo il campionato’, come ha detto Salvatore Esposito. Ora è il momento di dire: ‘Meritiamo il campionato?’ Lo si dimostri vincendo, non aspettando il regalino dagli altri. ‘Noi pareggiamo, però pareggia pure la Lazio e ce la caviamo’. No, basta! C'è il momento in cui si getta la maschera e si dice: ‘Non ero venuto per vincere, ma sono in testa e posso vincere e adesso vi dimostro che vinco!’ Punto, senza se e senza ma. Altrimenti serenamente accetteremo il verdetto del campo dicendo che non eravamo fatti per vincere. Sarà stata comunque una grande stagione. Temo che questo tipo di ragionamento alberghi in pochissime menti illuminate di Napoli, per cui per eliminare ogni possibile processo, Antonio vai a Parma e vinci!”.