
Il senatore Berruto: "Gravina mi ha sfidato, gli rispondo così! Sistema elettorale medievale..."
Oggi su CRC, nel corso della trasmissione “A Pranzo con Chiariello”, è intervenuto l’onorevole e senatore Mauro Berruto. Di seguito le sue parole: "Nei giorni scorsi abbiamo depositato e presentato una richiesta di indagine conoscitiva sul tema della giustizia sportiva alla Commissione settima della Camera competente in materia di scuola, sport e cultura. Ho trascorso 25 anni lavorando nel mondo dello sport e da due anni e mezzo sono diventato parlamentare. Adesso c’è stato un rinnovo delle cariche apicali del CONI che è l’organo che può mettere mano a delle riforme sulla giustizia sportiva.
L’indagine conoscitiva è uno strumento parlamentare che ci permette di mettere in luce dei fatti per poi avviare l’iter per scardinare il procedimento “curioso” su cui si basa tutta la giustizia sportiva con cui i giudici federali vengono nominati dagli stessi Presidenti delle Federazioni che devono essere giudicati. Questo non accade solo nel calcio, avviene in tutte le Federazioni sportive. La giustizia sportiva si svolge in parallelo rispetto alla giustizia civile. È il momento di studiare e conoscere i fatti, comparando il modello italiano a quello degli altri paesi, per poi valutare se quel modello è valido e va migliorato, facendo degli interventi.
Un’altra vergogna del movimento sportivo italiano è la modalità con cui vengono eletti i Presidenti Federali che si basa sul principio della delega che è un principio medievale. Nessuno vuole mettere in discussione l’autonomia dello sport o l’esito elettorale, io contesto il modello con cui vengono eletti i presidenti. Non ho un giudizio in merito poiché devo conoscere i fatti e da parlamentare ho diritto a farlo. La giustizia sportiva è scappata di mano ed è diventato uno strumento per guerreggiare tra persone che aspiravano alla carica di Presidente Federale, ovvero per fermare i nemici che aspiravano alla carica di governo delle rispettive federazioni. Il Presidente Gravina mi ha sfidato a fare nomi e cognomi dei soggetti implicati nell’indagine, ma anche i muri conoscono certi fatti. “Male non fare, paura non avere” diceva mio nonno e così rispondo al Presidente della Federazione e a chiunque altro contesti la nostra indagine.
È un'indagine conoscitiva, non mandiamo i caschi blu o le forze armate, veniamo in pace. Invitiamo solo tutti i soggetti interessati a venire nella casa della democrazia e degli italiani per dare la loro versione dei fatti sul modello che è in funzione nel sistema sportivo italiano. Il nostro augurio è che la Commissione possa calendarizzare l’indagine e che si possa finalmente conoscere i fatti per quello che sono".







