
Inter, Marotta: "Serviva un allenatore giovane, Chivu è il profilo giusto"
Nel corso degli eventi del Festival della Serie A, in programma a Parma dal 6 all'8 giugno, il presidente dell'Inter Giuseppe Marotta ha commentato la ormai sicura nomina di Cristian Chivu come prossimo allenatore dei nerazzurri.
Partiamo dall'arrivo di Chivu... lo possiamo dire?
"Abbastanza, sorride (ndr)".
Sulla nomina di Chivu: "Il calcio è un mondo dove tutto si brucia con velocità estrema, ma martedì noi abbiamo assistito ad una dichiarazione del nostro allenatore (Inzaghi, ndr), che è stato l'attore principale, il quale ci ha detto 'Credo di ritenere finito il mio ciclo nell'Inter e preferisco fare una nuova esperienza'. Molti sostengono che ce lo potessimo immaginare, ma non è così perché l'avvicinamento alla finale ci ha portato a non toccare questo argomento nella settimana precedente. Dico con altrettanta schiettezza che Inzaghi ha preso questa decisione solo il lunedì successivo alla sconfitta col PSG. Leggendo i giornali si parla di scetticismo e confusione, ma abbiamo semplicemente incassato questa decisione, che ci ha trovato parzialmente preparati perché non c'era la certezza dell'addio, e ci siamo mossi. I giornali hanno dato i nomi più svariati, ma tutti profili completamente diversi. La prima cosa che va identificata quando si cambia un allenatore è il profilo, che è conseguenza di una strategia e delle linee guida. Dopo che il management ha delineato la strategia, allora si va sul profilo adatto: ci serviva un allenatore giovane che sposasse in pieno le linee guida della società e che mettesse in atto una valorizzazione del patrimonio giovanile. L'Inter è un grande club e ha l'obbligo di partecipare alle competizioni tentando di vincere, e per questo sono necessarie tante qualità. Qualità che abbiamo ritenuto ci fossero nel caso di Chivu, di cui non posso dare ancora l'ufficialità perché c'è un aspetto burocratico sul tesseramento da superare con il Parma, ma chiuderemo con lui. È il profilo adatto per gli obiettivi che ho elencato. Non è una forma di confusione ma di coraggio, che è insito nei leader. L'importante è che ci sia una società forte, una proprietà forte e un programma ben definito".
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