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Pordenone Calcio: Fabio Rossitto, ex azzurro, cuor di ramarro
lunedì 5 luglio 2021, 08:30In Copertina
di Redazione TuttoPordenone
per Tuttopordenone.com

Pordenone Calcio: Fabio Rossitto, ex azzurro, cuor di ramarro

“Io a Wembley, sede delle final four di questi Europei, ho avuto la fortuna di giocare e anche di vincere”.

Lo racconta Fabio Rossitto, a voce bassa, temendo quasi di peccare di superbia, lui che della modestia ha fatto una regola di vita. Era l’ottobre del 1999, gara di Coppa Campioni con l’Arsenal, manifestazione alla quale i viola erano arrivati grazie al terzo posto in campionato della stagione precedente. Rossitto si era guadagnato un posto da titolare in un centrocampo che comprendeva pure Di Livio, Cois ed Heinrich. In porta c’era Toldo protetto da Pierini, Firicano e Repka. Davanti Chiesa a fianco di Batistuta (autore del gol) con Rui Costa alle loro spalle e con Giovanni Trapattoni in panca.

“Una notte magica – ricorda Fabio – in uno stadio che non si può dimenticare. Una grande soddisfazione che mi ripagò della delusione subita tre anni prima quando sempre in Inghilterra, ma a Manchester, la Nazionale, nella quale venni chiamato da Arrigo Sacchi, venne sconfitta (1-2) dalla Repubblica Ceca negli Europei del 1996. Spero che sarà magica – continua Fabio – anche la notte degli azzurri nella semifinale con la Spagna e, qualora dovessero passare, quella della finale dove probabilmente troverebbero i padroni di casa dell’Inghilterra”.

Rossitto ha grande fiducia nell’amico Roberto Mancini che ha avuto come allenatore venti anni orsono sempre nella Fiorentina.

“Ci sentiamo spesso – rivela -. Lo ammiro. Ha saputo creare uno spirito di squadra eccezionale che mi ricorda quello degli azzurri del 1982 o del 2006. Per questo – aggiunge - credo che a questa nazionale nulla, ma proprio nulla, sia vietato”.

Dalle glorie del passato ad altissimi livelli Rossitto torna a un presente tra i dilettanti che non gli ha dato grandi soddisfazioni.

“Non è vero – precisa subito il crociato -. A Manzano abbiamo conquistato promozione in serie D e coppa Italia. A Chions non siamo riusciti a salvarci, ma ho conosciuto, a partire dal presidente Bressan, persone di alto valore morale. Per questo non ho rimpianti ad aver preferito il mondo dei dilettanti a quello dei professionisti".

Intrattenendosi con Rossitto è inevitabile parlare del Pordenone e del momento particolare che sta attraversando dopo la decisione di trasferirsi a Lignano.

“Prima di tutto – afferma – bisogna riconoscere che società, tecnici e giocatori sono stati bravi a raggiungere la serie B nel 2019, sfiorare la promozione in A nel 2020 e mantenere la categoria in quest’anno particolare causa Covid. Il compito che avranno da svolgere i ramarri nella prossima stagione sarà complicato perché dovranno affrontare una serie B di altissimo livello. Non conosco bene mister Paci, ma mi è sembrato di capire che abbia grande spirito battagliero, dote fondamentale per riuscire nel compito assegnatogli. Sono certo – ha concluso Fabio ribadendo di avere un cuore neroverde - che durante il mercato arriveranno altri giocatori adatti per trasmetterlo sul campo come Mensah che mi è sempre piaciuto”.

Fabio Rossitto era stato uno dei promotori del trasferimento del Pordenone al Tognon di Fontanafredda.

“Sapere che i ramarri dovevano lasciare il Bottecchia – afferma – per me è stato un trauma. Ricordo ancora il boato dei tifosi al nostro ingresso in campo e dopo il gol di Maracchi nella gara vinta con l’Albinoleffe nel 2015. Il Teghil di Lignano è un bel campo, ma sarebbe stato meglio fare del Tognon, che per quanto ne so avrebbe potuto essere adattato anche alla serie B, la Bombonera neroverde. Se Mauro Lovisa ha scelto Lignano avrà i suoi buoni motivi, ma capisco che per il popolo neroverde – conclude Rossitto – veder giocare i propri beniamini sempre in trasferta non sia proprio il massimo”.