Valutazioni in corso per dedicare una zona del "Viviani" a Vincenzo Rosito

Domani, si riunirà in mattinata, in via Nazario Sauro, il consiglio comunale, dove sarà discussa l'interrogazione presentata dal Gruppo Consiliare " Popolo, Idea, Libertà" per la richiesta di intitolare un importante spazio del Viviani alla memoria di Vincenzo Rosito, scomparso il 29 dicembre del 2020. Iniziativa sollecitata dal gruppo cuori da leone e altri tifosi, già nei mesi successivi la scomparsa dell'indimentibile Rosito.Una proposta molto gradita dalla tifoseria potentina sia da chi ha avuto la fortuna di averlo visto dal vivo scorrazzare per sette anni sulla fascia sinistra del Viviani che dalle generazioni successive che hanno sentito pronunciare il suo nome e le sue gesta dai padri o dai nonni. Un ricordo così radicato che nonostante i sessant'anni trascorsi e le generazioni succedute non ha scalfito la sua immagine. Vincenzo Rosito arrivato a Potenza appena ventenne, vinse due campionati: in serie D nel 60/61, e in serie C nel 62/63, poi con la mitica maglia numero 11 partecipò a tutti i cinque campionati: in serie D nel 60/61, e in serie C nel 62/63, poi con la mitica maglia numero 11 partecipò a tutti i cinque campionati da titolare in serie B, raggiungendo il record di presenze: 228 partite. È stato il calciatore simbolo del Potenza degli anni d'oro, fu autore di molte prodezze che segnarono tappe importanti del Potenza miracolo già a partire dall'anno della promozione in serie C.

Indimenticabile il gol al Vestuti di Salerno che decretò la vittoria del Potenza per 1 a 0, spense i sogni della Salernitana in lotta per la promozione che purtroppo causò anche il primo incidente mortale di un tifoso durante una partita  di calcio. Non meno importante fu il gol della vittoria contro il Napoli, al San Paolo, davanti a 50 mila spettatori. Rosito fece anche parte della nazionale di serie B nell'anno 64/65. È stato il calciatore più rappresentativo di quegli anni , il campione, il più amato dai tifosi e dalla città intera, dove ha trascorso sette anni, diventando nell'immaginario comune dei potentini un mito che ha regalato tante gioie anche a chi non scendeva allo stadio. Un vero campione che aveva cucito addosso la maglia rossoblu numero 11.