Una "storia"... per riflettere !

Mi telefona un amico, Francesco, noto professionista della città, appassionato dei colori rossoblù, che ha trasmesso questa passione al figlio Giuseppe che, alcune volte, fa anche il raccattapalle, quando il Potenza gioca a Viviani.

Mi racconta “un fatto” capitato proprio ieri: “ Quando la pioggia incessante diventa battente, dalla panchina della Sarnese si vede il dirigente  accompagnatore  parlottare col raccattapalle a lui più vicino,  ovvero Giuseppe.

Dalla tribuna laterale, lato seminario, i tifosi potentini si scatenano con ingiurie, offese e  minacce nei riguardi del malcapitato ospite. Anche a fine gara gli insulti diventano ancora più sprezzanti e gravi. Intanto si festeggia ed è il tripudio!

Il pubblico lascia gli spalti soddisfatto del risultato acquisito, anche se nel tempo di recupero,  che avvicina, verosimilmente, la squadra rossoblù, all’obiettivo non più nascosto.

Anche Francesco torna a casa con Giuseppe, bagnato fradicio  e chiede al figlio cosa sia successo e perché il dirigente sarnese ce l’avesse con lui:  “Ma no , papà, è solo uno spiacevole  equivoco in quanto, nel massimo momento di pioggia, il Team Manager  campano è stato gentilissimo invitandomi ad accomodarmi in panchina per non bagnarmi. E’ stato un atto di tenerezza e cortesia, purtroppo, mal interpretato.”

Un aforisma di Aristide Gabelli recita: “Il mondo giudica gli uomini non dalle prove, ché non ha il tempo di ricercarle, ma dalle apparenze, onde poco basta a passare per una perla e pochissimo per un briccone”.

Ecco, ho voluto raccontare questo aneddoto, semplicemente per dimostrare che, spesso, le situazioni non sono come appaiono e che Noi tifosi, in alcuni casi, ci facciamo condizionare  dall’amore per i ns colori e non riusciamo ad essere equilibrati e obiettivi, assumendo comportamenti  criticabili.

Come dire: “Tutti giudicano secondo l’apparenza, nessuno secondo la sostanza”
(Friedrich Schiller)