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Cuori da Leone: "Per il verde contrappongono il rosso"
lunedì 6 gennaio 2020, 22:04Primo Piano
di Redazione TTP
per Tuttopotenza.com

Cuori da Leone: "Per il verde contrappongono il rosso"

Il dibattito sul nuovo stadio ma più precisamente sull'area dove dovrebbe sorgere e la sua destinazione è sempre molto vivace. Riceviamo e volentieri pubblichiamo un comunicato sull'argomento di Giovanni Benedetto a nome dei "Cuori da Leone".

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PER IL VERDE CONTRAPPONGONO IL ROSSO. Ogni passettino che la vicenda stadio compie per illustrare sempre più i dettagli e la bontà dello stesso e chiarire i tanti dubbi che insistono sui dettagli dell'operazione, il verdepensiero accende il semaforo rosso, per dire, senza proposte alternative di sviluppo, che l'operazione non s'ha da fare. E lo fa o incalzando le dichiarazioni di Caiata o riesumando spettri della speculazione edilizia, della cementificazione, spargendo paura che dietro l'angolo ci sarebbero l'ombra dei mostri che piloterebbero Caiata pronti a fare bottino su questa presunta MEGA SPECULAZIONE. Addirittura si scomodano per citare il conflitto d'interessi tra il ruolo di parlamentare, quello di coordinatore regionale di partito e la professione d'imprenditore. Senza citare né la legge che lo vieta, né menzionare l'opportunità politica, dato che il caso non è per niente accostabile a tanti altri casi avuti nel parlamento italiano di imprenditori che hanno dormito sonni tranquilli, pur continuando a fare i loro affari privati. Gran parte del verdepensiero mi sembra impregnato di motivazioni pretestuose e di andare contro più che suggerire proposte utili per la comunità che vadano oltre il verde. Potenza e dintorni è pieno di verde attrezzato e di verde al naturale compreso i boschi a pochi kilometri. L'ultimo spazio attrezzato a verde è il parco fluviale che per renderlo ancora più attraente basta fare interventi alla portata delle casse comunali. Tra i verdi prevale un altro pensiero che li porta fuori strada: la cultura del sospetto e la commistione d'interessi che potrebbe nascere tra pubblico e privato. Questo è un fenomeno che potenzialmente esiste, non certo si scaturerebbe in occasione dei lavori dello stadio, è un fenomeno italiano, però sappiamo pure che qualora dovessero verificarsi tali eventi, esistono gli organi deputati a reprimere il fenomeno. L'unico atto pubblico che hanno in mano a cui fanno continuo riferimento è la raccolta di 12.000 firme raccolte in un contesto storico mutato e quindi superato dai tempi. Sono esercizi teorici basate su ipotesi in funzione degli stati d'animo o stati emozionali di chi li elabora che con la realtà non hanno nulla a che vedere. I cittadini sono messi di fronte ad un'idea reale e fattibile di investire soldi privati per sviluppare un'area che era prima utilizzata per inquinare e poi lasciata abbandonata per quarant'anni. Non ci sono idee, oltre quella verde, alternative al progetto sportivo-commerciale di Caiata. Costruire la proposta sulla contrapposizione: verde, ambiente e tempo libero o cementificazione, speculazione e ruberie varie, è solo un modo subdolo e strumentale per evitare di osare per dare servizi e strutture al passo con i tempi e utili non solo ai tifosi ma a tutta la città e la sua economia.