
Epurazione romana: Ghisolfi l'ultimo della lista. Dal 2020 sono 17 i dirigenti licenziati
Si racconta che ogni volta che i Friedkin assumano un nuovo dirigente, tra le prime cose che venga consegnata ci sia un “protocollo” da rispettare rigorosamente: regole ferree, tra cui il divieto assoluto di parlare con i media, pena il licenziamento. Una linea dura che, però, non sembra aver garantito stabilità. I dirigenti della Roma si adeguano… ma poi vengono comunque mandati via. Con l’uscita di scena di Florent Ghisolfi e dell’avvocato Lorenzo Vitali, salgono a 17 i dirigenti di primo piano che hanno lasciato Trigoria da quando i Friedkin hanno preso il controllo, appena cinque anni fa, scrive La Gazzetta dello Sport.
Ghisolfi paga un bilancio tecnico deludente e una personalità giudicata troppo debole per il ruolo. Diverse operazioni di mercato hanno sollevato dubbi, a partire dai 23 milioni per Le Fée, fino ai 38,5 milioni spesi per Dovbyk e alla mancata valorizzazione di alcuni giovani. Anche il rapporto con agenti e procuratori è stato problematico. Vitali, invece, ha scontato relazioni istituzionali difficili e una gestione percepita come divisiva. Verrà sostituito da Jason Marrow, il nuovo CFO, che avrebbe già osservato dinamiche interne critiche.
Prima di loro, la lista dei dirigenti usciti è lunga: Soulokou, Berardi, Fienga, Calvo, Scalera, Zubiria, Rabuano, Krauss, Van de Doel, Gombar, De Sanctis, Vergine e altri ancora. In molti casi, l’addio è arrivato dopo pochi mesi. A Trigoria, la sensazione è che più dei protocolli servirebbe finalmente una vera strategia. E una visione stabile per il futuro.
Ghisolfi paga un bilancio tecnico deludente e una personalità giudicata troppo debole per il ruolo. Diverse operazioni di mercato hanno sollevato dubbi, a partire dai 23 milioni per Le Fée, fino ai 38,5 milioni spesi per Dovbyk e alla mancata valorizzazione di alcuni giovani. Anche il rapporto con agenti e procuratori è stato problematico. Vitali, invece, ha scontato relazioni istituzionali difficili e una gestione percepita come divisiva. Verrà sostituito da Jason Marrow, il nuovo CFO, che avrebbe già osservato dinamiche interne critiche.
Prima di loro, la lista dei dirigenti usciti è lunga: Soulokou, Berardi, Fienga, Calvo, Scalera, Zubiria, Rabuano, Krauss, Van de Doel, Gombar, De Sanctis, Vergine e altri ancora. In molti casi, l’addio è arrivato dopo pochi mesi. A Trigoria, la sensazione è che più dei protocolli servirebbe finalmente una vera strategia. E una visione stabile per il futuro.
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