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Touadi: "Sogno di giocare in Serie A con la Roma. Totti e Smalling tra i miei idoli"
sabato 10 dicembre 2022, 07:10Giovanili
di Marco Rossi Mercanti
per Vocegiallorossa.it

Touadi: "Sogno di giocare in Serie A con la Roma. Totti e Smalling tra i miei idoli"

Offside Racism è un programma in onda su Rai Gulp, trasmesso oggi per la prima volta. La trasmissione tratta il calcio giovanile e i suoi valori, oltre a occuparsi di tematiche importanti come il razzismo. Il primo protagonista è stato Jean Paul Touadi, calciatore della Roma Under 18 che, dopo le sue dichiarazioni, ha ricevuto la maglia "Keep Racism Out" da Chris Smalling. Questo l'intervento integrale del giovane:

Cosa significa per te giocare a calcio?
"Giocare a calcio mi dà una sensazione di libertà e spensieratezza, quando giochi dimentichi tutto e ti concentri sul campo".

Quando è nata la tua passione per il calcio?
"La mia passione per il calcio è delle elementari durante la ricreazione, da lì mi sono iscritto a una scuola calcio, dove ho giocato per un anno. Alla fine mi hanno chiamato per un provino alla Roma, sono stato preso e sono qui da 10 anni".

Qual è il tuo primo ricordo col pallone?
"Il mio primo ricordo con la palla è con le mie sorelle al mare. Per me è un ricordo molto felice".

In che ruolo giochi?
"Sono difensore centrale, capita spesso che il nostro lavoro venga sottovalutato da fuori, facciamo un lavoro sporco, le copertine vanno a chi fa gol, il nostro lavoro però è fondamentale per la squadra".

Quali sono le tue caratteristiche principali?
"La mia caratteristica principale è la forza mentale, per noi difensori è fondamentale. Dobbiamo essere bravi a lavorarci in settimana e poi trasportarlo in partita per 90 minuti".

Cosa significa far parte di un gruppo?
"Per me il gruppo è fondamentale anche per vincere in campo, non esiste una squadra vincente che non è unita. Ci si deve aiutare l’un l’altro andando nella stessa direzione sempre".

Sui compagni di squadra.
"I miei compagni oltre che amici sono anche delle persone a cui posso confidare le mie preoccupazioni, sono punti di riferimento sia in campo sia fuori. Ethan (Bouah, ndr) è sicuramente uno dei ragazzi che mi ha aiutato di più, noi due condividiamo le nostre origini, lui è della Costa D’avorio io del Congo. Ci siamo sempre aiutati, ha sempre una buona parola nei momenti difficili, ho un rapporto stretto con lui".

Sull'allenatore.
"Il nostro allenatore è esigente, ci conosciamo da 3 anni, si fida di me, sono vice-capitano, è una grande responsabilità, ma è anche un orgoglio. Mi ha dato fiducia e mi ha fatto migliorare, gliene sarò sempre grato".

Cosa significa per te indossare la fascia da capitano?
"Per me indossare la fascia è significativo per quelli fuori, dentro la squadra ognuno si deve sentire capitano e dare l’esempio giusto ai compagni, andiamo tutti nella stessa direzione, l’obiettivo comune si raggiunge solo se siamo uniti".

Sulla famiglia.
"In casa con me vivono mia sorella, che è più grande e fa l'università, mio fratello piccolo di 11 anni, e mio padre che viene dal Congo, ma che è in Italia da 30 anni. Ho anche un’altra sorella, che studia in Francia a Parigi. Mia nonna è ancora in Congo, vive lì. L’ultima volta che l’ho vista avevo 9 anni, è venuta qui per la mia comunione, non ci sentiamo spesso, ma mio padre mi dà sempre sue notizie".

Sulla vita extra-campo.
"Quest’anno essendo nell’Under 18 ci alleniamo la mattina. Ora frequento la scuola interna a Trigoria. Il mio progetto è continuare gli studi ed andare all’università. Ci vuole organizzazione, pazienza e umiltà. È un impegno che ho preso e voglio portarlo avanti".

Chi sono i tuoi migliori amici?
"I miei migliori amici in squadra sono Ethan (Bouah, ndr), Fabrizio (Marazzotti, ndr) e Matteo (Chichella, ndr), ci gioco da 9 anni. Si è creato un legame anche fuori dal campo".

Quali sono i valori del calcio per te?
"I valori di questo sport sono il rispetto per l'avversario, per la squadra, e saper vivere in un gruppo. Sicuramente poi c'è anche l’inclusività. A questo sport può giocare chiunque, al di là della provenienza".

Sul razzismo nel calcio.
"Secondo me il legame che unisce il razzismo e il calcio è l’ignoranza. C’è molta invidia tra queste persone, che vedono i giovani calciatori come persone ricche e popolari. Se la prendono perché loro non ci sono riusciti".

Cosa faresti per limitare il razzismo negli stadi?
"Sicuramente cambierei le regole per chi fa cori razzisti o discrimina un gruppo di persone. Ci vogliono regole più drastiche, perché queste persone non devono più entrare negli stadi".

Qual è il tuo sogno?
"Il mio sogno è di giocare in Serie A con la maglia della Roma, con la fascia della capitano, tifo i giallorossi fin da piccolo, poterla rappresentare ad alti livelli sarebbe un sogno per me".

Quali sono i tuoi idoli?
"Il mio idolo è sicuramente Totti che per tutti i tifosi è un simbolo. Anche Smalling, che gioca nel mio stesso ruolo, lo vedo simile a me, è un ragazzo serio, concentrato e umile. Spero di diventare come lui, sia in campo sia fuori".