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tmw / sampdoria / News Doria
SAMPDORIA GONFIA LA RETE - La differenza tra spada e fiorettoTUTTO mercato WEB
© foto di Matteo Gribaudi/Image Sport
giovedì 25 aprile 2019, 09:56News Doria
di Paolo Paolillo
per Sampdorianews.net

SAMPDORIA GONFIA LA RETE - La differenza tra spada e fioretto

La differenza tra sciabola, fioretto e spada, nella scherma, è sostanzialmente il bersaglio. Grosso, ma grosso, modo la differenza la fa dove colpisci e se attacchi per primo o no. Nel fioretto esistono bersagli validi e non validi e la precedenza nell'attacco è fondamentale. Per portare il punto, se si è attaccati, bisogna parare e rispondere. Nella spada, invece, vale tutto il corpo e non conta chi attacca per primo, l'importante è toccare l'avversario con l'arma.

Trasportato il concetto al calcio e, sopratutto, all'attacco della Sampdoria, viene da dire che, molte volte viene usata l'espressione "servirebbe più spada o sciabola e meno fioretto". Si, perché se è vero che il gioco offensivo della Samp rischia di regalare delle azioni da manuale del calcio, di quelle che sembra di vedere gli allenamenti, quando provi gli schemi senza avversari, per memorizzare i movimenti e calibrare il passaggio, è altrettanto vero che, ogni tanto, il reparto avanzato si specchi troppo sulle giocate e poco sul risultato della giocata.

Mi spiego, prendendo in esame la Via Emilia. Se col Sassuolo, almeno tre gol su cinque sono frutto di fraseggi che coinvolgono quasi tutti i giocatori e quasi tutte le zone del campo, compenetrando fioretto e sciabola, ossia virtuosismo e concretezza, contro il Bologna, invece, la Sampdoria ha trovato trame di innegabile bellezza, senza mai arrivare a concludere. Normale, direte, davanti c'era una difesa arcigna e ben messa. Vero, ma anche i nostri non hanno scelto – in un paio di situazioni – di prendersi la responsabilità della giocata, di assumersi un rischio, di cercare un tocco in meno ma una possibilità di segnare in più. Troppo stile, poco risultato, dicevano nei tempi antichi. Così è stato.

Ramirez, da giocare una partita gagliarda e virtuosa contro il Genoa, è passato a giocare ad un ritmo basso perenne, senza mai dare uno strappo dei suoi nè provare il passaggio ad accendere le bocche da fuoco. Sempre un tocco di troppo, sempre un ricamo non necessario. Così come il suo sostituto, Saponara, che doveva dare imprevedibilità e visione e sembra essere finito in una spirale negativa da quel gol indimenticabile all'Olimpico. E mi fermo qui.

Quagliarella è apparso spompato e ha agito lontano dalla porta per larghi tratti, vuoi perché i palloni arrivavano col contagocce, vuoi perché anche lui sente un traguardo importante e gustoso come il titolo di capocannoniere. Nonostante ciò, un suo tiro e una sua punizione sono state le occasioni migliori create dall'attacco. Defrel ha corso per carità - tra un po' perfino quasi sugli spalti - ma, appunto, lontano dal gioco, senza mai avere la possibilità di calciare in porta o di scatenare la sua velocità. Caprari (a proposito, ben tornato!), entra e si vede che in testa ha l'idea di provare qualche giocata ma la condizione è quella che è, anche se si ha la sensazione possa essere un'arma importante in queste ultime partite.

Questa Samp, per chiudere, ha dimostrato di saper essere concreta con poco, viene in mente Ferrara o Bergamo, anche in trasferta e la questione sembra molto mentale e poco tecnico-tattica. Difficilmente vai in Europa se non sai far girare le partite dalla tua parte, capendo che in una giornata no bisogna essere concreti e prendere quello che la partita, o l'altra squadra, ti lascia. Se ad aprile non lo abbiamo ancora capito, rassegniamoci. Se invece, si crede che questa squadra sia in grado di ribaltare le gerarchie e tornare a farci sognare, lancio un appello.

Serve sporcarsi, concetto caro a Giampaolo, ma non in base degli avversari, serve trovare gol sporchi, serve provare qualcosa di più, di sorprendente, di fresco. Il gioco è la base e la chiave, e siamo d'accordo, ma nelle volate finali, anche nel ciclismo, ci si aiuta a prendere posizione a gomitate, o si sceglie attentamente la ruota giusta da seguire. Tradotto, più cattiveria e concretezza e possiamo ancora sperarci. O si sguaina la spada, o – se si imbraccia il fioretto – si rischia di ricevere molti applausi e pochi punti. Se si vuole andare in Europa o migliorare le proprie ambizioni in futuro, si deve sguainare la spada e darci come se no ci fosse un domani, iniziando dalla Lazio.