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Paolillo: "Inter, stagione incomprensibile. Semifinale? Tanta roba, ma il 4° posto..."

ESCLUSIVA TMW - Paolillo: "Inter, stagione incomprensibile. Semifinale? Tanta roba, ma il 4° posto..."TUTTO mercato WEB
© foto di Andrea Ninni/Image Sport
mercoledì 19 aprile 2023, 07:15Serie A
di Ivan Cardia

Giornata cruciale per l'Inter che, nonostante i passi falsi in campionato, questa sera si giocherà l'accesso alla semifinale di Champions League dopo il 2-0 al Benfica dell'andata. Cosa rappresenterebbe per il club? A TMW ne ha parlato Ernesto Paolillo, dirigente di lungo corso del calcio italiano ed ex amministratore delegato della società nerazzurra: "Sarebbe molto importante, anzitutto aumentano i premi distribuiti dall'UEFA, per una società che è in deficit e che ha problemi finanziari sarebbe un'iniezione di liquidità importante, anche se non risolutiva, per superare il momento. A livello di brand, una semifinale è tanta roba".

In campionato, invece, l'Inter sta giocando col fuoco o è un termine eccessivo?
"Mi lasci usare un termine: è incomprensibile che gli stessi giocatori che corrono e si sacrificano, giocando bene e passando bene la palla come è accaduto in coppa in tante partite, poi giocando in casa col Monza o a Salerno abbiano una mancanza di concentrazione così netta. Ci sono poche cose da dire: quando non uno, ma ben quattro attaccanti non segnano da mesi, il problema non sarà mica loro ma è di gioco. Non parliamo di uno, ma di tutti e quattro".

Sembra paradossale, ma il quarto posto è più importante di arrivare in finale di Champions.
"Assolutamente sì, perché prelude a tante entrate durante il prossimo anno nelle partite di Champions. E quindi permette alla proprietà ulteriori incassi. Bisogna assolutamente arrivare al quarto posto, dato che non si può pensare di vincere la Champions così facilmente: è quello che assicura le entrate di bilancio".

Si inizia a intravedere la fine dell'era Zhang?
"Una premessa: non ho notizie da dare. Però, considerato il livello del debito e quello dei tanti d'interesse, non so quanto questo debito possa essere sostenibile a lungo per Zhang, considerato che per mille motivi non possono immettere altra liquidità".

Nell'ipotesi di una svolta, crede più a proprietari italiani o esteri?
"Io faccio veramente fatica a vedere un imprenditore italiano che metta per comprare la società una cifra che si aggira attorno al miliardo di euro. Dubito ci possa essere in Italia qualcuno che trascuri le proprie finanze a tal punto: potrebbe farlo solo un grande fondo, che ha un respiro più ampio. Ma dubito un singolo imprenditore".

Che idea si è fatto della questione San Siro?

"Mi sono fatto un'idea molto triste sulla burocrazia italiana, sulla volontà vera in Italia di puntare sul rilancio del calcio permettendo di lavorare sugli stadi. Non vale solo a Milano, ma ovunque: Firenze, Roma, Napoli, ovunque. Ci sono lungaggini assurde, si sta affondando il calcio: senza uno stadio di proprietà non c'è una società che possa andare avanti".

Lei è stato tra i padri fondatori del Fair Play Finanziario, un giudizio finale?

"Dico che sono soddisfatto, perché il FPF aveva un obiettivo chiaro: eliminare l'indebitamento fra squadre, in modo da evitare una catena di fallimenti. Nella versione originale, che poi purtroppo è stata dilatata, impediva ai proprietari di una società di mettere più di una certa cifra a copertura delle perdite e imponeva di fare investimenti solo in base alle entrate. Io dico che quell'obiettivo è stato raggiunto. Purtroppo, per favorire alcuni grandi club e non escluderli dalle coppe, si è molto annacquato, lasciando correre troppo e questo è l'aspetto negativo".

Cosa pensa della Superlega?
"È la rovina del calcio, a mio avviso. Parliamo di una competizione fra un'élite che gioca con se stessa, senza dare possibilità di crescita ai club medio-piccoli. Non permette di sognare a una squadra nuova, che per incanto trova un'annata di alchimia magica e compete ad alti livelli. La Superlega vedrebbe partite sempre fra le stesse squadre, con tutte le altre in una serie inferiore. Viene meno l'essenza vera del calcio, che fa pensare al tifoso della squadrata di provincia di poter battere il ricco squadrone: non è questo il calcio vero".

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