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I medici della A pronti a dare battaglia. Giovedì evitato lo scontro con le istituzioni del calcio

I medici della A pronti a dare battaglia. Giovedì evitato lo scontro con le istituzioni del calcioTUTTO mercato WEB
sabato 9 maggio 2020, 12:45Serie A
di Tommaso Bonan

Evitato per una manciata di virgole un nuovo scontro frontale fra i medici della serie A e le istituzioni del calcio. I medici - sottolinea il Corriere dello Sport - sono infatti insorti giovedì pomeriggio al termine della riunione fra Comitato tecnico scientifico del Ministero della Salute (Cts) con il presidente Gabriele Gravina e il responsabile della commissione medica Figc, Paolo Zeppilli. L’innesco - si legge - è stata una risposta che Zeppilli avrebbe fornito a chi chiedeva cosa pensano i medici delle vostre indicazioni. Zeppilli avrebbe detto: "I medici devono obbedire". Ma la posizione dei medici è andata oltre lo sgarbo ed è entrata nel cuore del problema: l’elaborazione del nuovo protocollo che dovrà trovare luce la prossima settimana e che contiene le indicazioni per la riapertura degli allenamenti collettivi.

La prima preoccupazione - Il documento dei medici di serie A, che non ha trovato l’unanimità per alcune sfumature - prosegue il Corriere dello Sport nella sua analisi - conteneva due precise richieste, oltre a far emergere una serie di preoccupazioni. Nella prima si chiedeva a Governo e Figc di sciogliere le contraddizioni fra il testo prodotto il 28 aprile e valido dal 4 maggio pubblicato dall’Ufficio per lo sport del Ministero e la circolare della Figc, recepita e diffusa dalla Lega calcio mercoledì 6 maggio in cui si affermava che non erano necessari esami per cominciare le attività individuali. Questione diventata drammatica per la sicurezza degli atleti dopo i nuovi casi di positività di questi giorni

La seconda preoccupazione - Il secondo aspetto riguarda la reperibilità dei tamponi: i medici della serie A sono imbarazzati dal fatto che i criteri di distribuzione differiscono da regione a regione e che possono confliggere con la lotta al virus nelle varie aree del paese. E chiedono linearità e trasparenza. Caso tipico è quello della Lombardia che fornisce i tamponi solo attraverso le strutture ospedaliere. E’ stato il punto di maggior conflitto anche durante la riunione di giovedì, quando un esponente della Figc ha ammesso che le società di calcio lombarde in qualche modo sono venute a capo del problema. E questo “qualche modo” del calcio di arrivare alle soluzioni ha irritato alcuni componenti del comitato scientifico.

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