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Le grandi trattative del Parma - 1998, l’Asprilla-bis: al Newcastle vanno 17 miliardi

Le grandi trattative del Parma - 1998, l’Asprilla-bis: al Newcastle vanno 17 miliardiTUTTO mercato WEB
mercoledì 29 aprile 2020, 10:20Serie A
di Niccolò Pasta

Faustino Asprilla è il simbolo per antonomasia del prime Parma, quello dei primi anni Novanta che da semplice neopromossa si trasformò in una delle grandi d’Italia, vincente soprattutto in Europa. Genio e sregolatezza, Asprilla è probabilmente nella top 5 dei calciatori più amati dai tifosi del Parma, che ancora oggi lo acclamano e lo festeggiano ogni volta che fa ritorno nella “sua” città.

La storia di Asprilla e il Parma era cominciata nel 1992, con quella trattativa assurda che vide come mediatore-decisore quel Pablo Escobar, re del narcotraffico. Arrivato in Italia ci mise pochissimo tempo per iniziare a dominare atleticamente il campionato, con la sua grande esplosività, i dribbling rapidissimi e quel feeling con il gol non comune, festeggiato con quelle capriole indimenticabili. Nei suoi tre anni a Parma vinse una Coppa delle Coppe, una Supercoppa Uefa e una Coppa Uefa, ma nell’ultimo anno, non era più quel Tino che aveva fatto innamorare Parma, complice una condotta troppo spesso sopra le righe e anche la grande concorrenza nel reparto, con (ultimo) anche il pallone d’oro Stoichkov unitosi alla compagnia. Aprilla lasciò Parma nel gennaio del ’96 per tentare l’avventura in Inghilterra, a Newcastle.

E proprio da Newcastle fece il suo ritorno, nel gennaio ’98. La parentesi in Inghilterra era stata discreta: non era stata esaltante ma Tino non aveva fatto male, frenato spesso dagli infortuni. Si era calmato, Tino. Non era più focoso e anche fuori dal campo si era dato una regolata. E così, al suo fan numero uno Calisto Tanzi, venne l’idea di riportarlo a Parma. In realtà un primo tentativo era già stato fatto nell’estate del ’97, sei mesi prima, quando patron Calisto provò a riportare il colombiano in Italia, trovando però il no degli inglesi, che chiedevano tanti miliardi. Ma sei mesi dopo le situazioni erano molto diverse: Parma e Newcastle stavano vivendo due stagioni molto diverse rispetto alle aspettative: il Parma di Ancelotti faceva molta fatica e non era più quello del secondo posto dell’anno precedente. Allo stesso modo anche il Newcastle stava deludendo, e aveva intenzione di alleggerire i costi. Gli inglesi chiedevano 20 miliardi. Si chiuse a 17, con Tino che si tagliò lo stipendio pur di tornare, passando da tre a un miliardo a stagione. Tino atterrò in Italia nella serata del 15 gennaio, firmando fino al 2001 con i crociati. Rimarrà solo un anno e mezzo, lasciando l’agosto del ’99 per il Brasile. In quei diciotto mesi metterà insieme solo 20 presenze e tre gol, pochini, ma quell'Asprilla era un giocatore diverso da quello che per la prima volta sei anni prima aveva calcato il terreno del Tardini. Da comprimario vinse un’altra Coppa Uefa e la Coppa Italia del magico anno ’98-99. Poi come detto, l'inizio del tour in Sud America, dal Brasile alla Colombia, passando per il Cile, ritirandosi nel 2005 dopo più di cento gol in carriera sparsi per il mondo.

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