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TMW RADIO - Di Livio: "Bernardeschi deve lasciare la Juve. Eriksen? Giusto che non giochi"

TMW RADIO - Di Livio: "Bernardeschi deve lasciare la Juve. Eriksen? Giusto che non giochi"TUTTO mercato WEB
giovedì 12 novembre 2020, 18:42Serie A
di Dimitri Conti
Archivio Stadio Aperto 2020
TMW Radio
Archivio Stadio Aperto 2020
Angelo Di Livio intervistato da Francesco Benvenuti e Niccolò Ceccarini
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L'ex centrocampista Angelo Di Livio si è collegato con TMW Radio, intervenendo nel corso della trasmissione Stadio Aperto, ai microfoni di Francesco Benvenuti e Niccolò Ceccarini: "Il discorso è semplice: parlando di Covid, nel calcio c'è un protocollo da rispettare. Per andare avanti, bisogna fare così: se si richiude il calcio, come altri sport, diventa veramente un problema. Basta poco per andare avanti: i grandi dottori delle squadre penso sappiano applicare quelle regole".

Cosa ci sta dicendo questo campionato?
"Ancora è presto per i bilanci, ma secondo tutti è un campionato strano e particolare: bisogna approfittarne. Il Milan è partito benissimo, e con Inter e Juve un po' più indietro c'è molto traffico: chi avrà testa, gambe e cuore potrà farcela. E chissà che non si veda vincere una squadra nuova...".

Che reazione ha avuto quando ha letto della panchina della Juventus a Pirlo?
"Mi ha incuriosito, un po' come tutti. La Juve sa i rischi cui va incontro, e ci sono, ma sono convinto che Andrea col suo staff saprà venire fuori da questo inizio di difficoltà, e chi vorrà vincere lo Scudetto dovrà vedersela con la Juventus, inutile girarci intorno. Hanno ancora diversi giocatori fuori, tra cui De Ligt che non ha mai giocato e che è fortissimo. Vorrei però vedere concorrenza per il titolo".

Il dibattito su Dybala è ricominciato. Lei che idea ha?
"Lui è un campione, non scherziamo. Sicuramente sta attraversando un momento particolare, ma purtroppo ha avuto il Covid, poi un problema fisico ed è rientrato tardi. Sulle sue qualità però nessuno ha dei dubbi, e sono sicuri che le porterà fuori e si renderà utile per Pirlo".

Chiesa-Juve era destino?
"Sì, era destino: la Juve prende sempre i giovani più bravi. So che a Firenze è stato molto criticato, ma doveva succedere... Forse già un anno fa".

Che succede a Bernardeschi?
"Soffre la concorrenza e non riesce ad emergere, giocando una partita ogni tre è difficile. Deve fare una scelta, e andare via dalla Juve così che possa esprimere al meglio le sue qualità. Perché oggi anche lui è un brocco, e io non ci voglio credere: gli serve una soluzione diversa".

Forse ha ingannato anche il suo non-ruolo?
"Già però rendersi disponibili per giocare su altri ruoli significa essere per il bene della squadra. Non conosco i dettagli, ma credo stia soffrendo la concorrenza: non essere sicuro del posto lo fa sentire più debole rispetto ad altri".

Questo Conte è diverso?
"Meno battagliero. Non so se questo profilo basso sia per il bene della squadra o perché sia stanco di combattere. Il vero problema dell'Inter, che ha un organico straordinario, è l'assenza di un vice-Lukaku. Grosso problema: è il più forte e se non hai chi può sostituirlo per caratteristiche devi cambiare atteggiamento e modo di giocare".

Eriksen proprio non si è ambientato.
"Quando un allenatore non ti fa giocare significa che non lo metti in difficoltà in settimana, negli allenamenti. Se Eriksen non gioca vuol dire che non sta bene, eppure era uno di quelli che volevano tutti. I giocatori vanno conosciuti a fondo, anche nel carattere".

Conte voleva più Vidal di lui?
"Se io devo scegliere faccio giocare Barella e Vidal ad occhi chiusi, ed Eriksen no. Mi sembra un po' lezioso il ragazzo, non riesce sempre a dare quel qualcosa in più: è mono-passo e non fa la differenza. Barella invece è eccezionale, Vidal è un guerriero: non avrei dubbi sulla scelta".

Chiellini, quando ci giocava a Firenze, faceva già vedere chi sarebbe diventato?
"Sembrava un buon esterno, ma mi ha sbalordito perché come lui, da difensore centrale, non è cresciuto nessuno. Lì è diventato il più forte di tutti, mi ha sorpreso assolutamente".

L'Inter è Lukaku-dipendente quanto era dipendente da Batistuta la sua Fiorentina?
"La loro sostituibilità è uguale, ed è poca, ma ti serve almeno un'alternativa che abbia quel fisico. Se vuoi una punta possente, magari ti butti sui vari Llorente o Milik, i primi due nomi che mi vengono in mente... O Dzeko, con quel tipo di calciatore saresti perfetto. Tutti sono utili e nessuno è indispensabile, ma Lukaku per l'Inter è fondamentale, punto. Questo ci dice il campo. Quando viene a mancare c'è bisogno di inventarsi qualcosa, e a volte l'allenatore ci riesce, altre no".

Che squadra si ritrova Prandelli alla Fiorentina?
"Secondo me ha una buona rosa, con tanti giovani interessanti. Mi dispiace per l'esonero di Iachini, ma credo non abbia capito bene cosa dovesse fare: giocava spesso col 3-5-2 e a Roma si è presentato senza attaccanti... Se si vuol continuare con la difesa a tre, era possibile fare un 3-4-3, vista anche la qualità dei sostituti. Questo è il modulo con cui per me deve giocare la Fiorentina: 4-3-3 oppure 3-4-3, così da essere propositivi e vincere le partite. Senza tirare non ce la fai".

Qualcosa da aggiungere sulla figura di Ibrahimovic?
"Che vuoi aggiungere... Lui, Ronaldo, Ribery, Dzeko, sono tutti giocatori da prendere come esempio. I giovani per crescere devono guardare a questi qua: tanto di cappello a Ibra, che dimostra la sua grande professionalità. Il Milan e tutta la squadra ne stanno traendo grandi benefici".

Torniamo a Prandelli...
"Conosce la piazza e volendo può anche fare bene. Non sono da prime quattro, ma per l'Europa League possono provare ad inserirsi. Se capisce pregi e difetti, può rilanciare questa squadra".

Come giudica il lavoro di Mancini da ct?
"Bravissimo, non è facile inserirsi in una squadra come l'Italia e rivoluzionare tutto, dando fiducia ai giovani. Molto coraggioso, avrebbe rischiato di pagarne le conseguenze. Ha saputo lavorare con serenità, responsabilizzando i giovani. Ci troviamo una squadra che può far benissimo, e il merito è sicuramente suo, che è riuscito a rilanciare nel modo giusto".

Da Zaniolo in poi, ha lanciato molti segnali.
"La dimostrazione che chi fa bene ha la possibilità di vestire quella grandissima maglia".

Fonseca è stato messo troppo in discussione?
"La cosa che più dispiace del calcio è che dopo due partite si arriva già a parlare di sostituti. Ma allora perché non l'hai fatto fuori prima? Sono contento per Fonseca, perché non è il più grande allenatore al mondo ma neanche il più scarso. Per rimettere a posto le cose nella Roma ci vuole poco: intelligenza e conoscenza della rosa che hai. Lo sta facendo alla grandissima, senza inventarsi nulla e continuando sul lavoro dello scorso anno. La Roma c'è, è propositiva, crea azioni e sa anche difendere. Una squadra completa in ogni reparto, e chi li incontrerà farà molta fatica".

Il trio Pedro-Dzeko-Mkhitaryan quanta differenza fa?
"La forza della Roma, secondo me, però è che non hanno mai avuto una difesa forte come questa. Così tutti migliorano... E poi davanti c'è qualità importante, consideriamo Zaniolo e immaginiamoci che cosa non potrebbe fare con lui".

Sorpreso dall'inserimento di Ibanez?
"Ha qualità, ma lui come Ibanez devono lavorare molto. Ma ha grande prospettiva".

Come giudicare i troppi gol che si vedono?
"Forse le porte chiuse: danno troppa tranquillità ai difensori, e senza fischi o insulti si gioca più sereni, andando a rischiare di più. Ma è vero anche che non sappiamo più marcare come una volta, quando eravamo maestri in tutto e per tutto".

Quale italiana quest'anno ha più possibilità in Champions?
"Voglio vedere sicuramente la Juventus al completo. Do più possibilità a loro che all'Inter di arrivare più avanti...".

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