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VICENZA, C'È ANCORA UNA TENUE SPERANZA. MA IL CALCIO NECESSITA DI MAGGIOR SELEZIONE. E BISOGNA SCINDERE GUIDA FIGC
giovedì 18 gennaio 2018, 00:00Il Punto
di Dario Lo Cascio
per Tuttoc.com

VICENZA, C'È ANCORA UNA TENUE SPERANZA. MA IL CALCIO NECESSITA DI MAGGIOR SELEZIONE. E BISOGNA SCINDERE GUIDA FIGC

Siciliano, palermitano, tifoso del Palermo. Classe '85, dal giornalino scolastico al giornalismo di professione il passo non è breve, ma a volte lo si fa. Le step successivo è TuttoC.com

"C'è ancora una tenue speranza". Così Bruno Pizzul quando Roberto Baggio si apprestava a calciare dal dischetto quel rigore poi sbagliato che ci costò la Coppa del Mondo ad USA '94. Non vogliamo essere disfattisti, ma sulla situazione del Vicenza non ci vengono in mente frase più rappresentativa del momento dei biancorossi. Il curatore fallimentare, Nerio De Bortoli, nelle scorse ore ha dichiarato: "Lavoro contro il tempo, se permangono queste condizioni sabato sarò a Teramo con la squadra, ma sarà il tribunale a decidere. Sto lavorando per la squadra, ho veramente poco tempo".

Il tempo appunto, per capire come mettere una pezza a quei 18 milioni di buco che rischiano di far sparire un'altra società storica del calcio italiano, dopo lo scempio del Modena. Proprio oggi è fissata l'udienza di fronte al Tribunale fallimentare, la speranza è che venga concesso l'esercizio provvisorio in modo da consentire alla squadra di chiudere almeno la stagione. Ovviamente è probabile che molti giocatori chiedano la risoluzione, ma comunque la squadra si allena e scenderà in campo a Teramo. Una decisione unanime da parte dei giocatori che vogliono onorare la maglia. Ma ne sapremo certamente di più nelle prossime ore. 

Modena, Vicenza, ma anche le delicate situazioni di Akragas e Arezzo dimostrano comunque, senza ipocrisie, che non si può più fare calcio a livelli professionistici a cuor leggero. Il calcio, diciamolo senza peli sulla lingua, non è per tutti. Non ci si può più nascondere, serve una solidità economica ben superiore, perché bisogna ammortizzare spese che non rientrano più. Vuoi perché sempre meno gente va allo stadio, vuoi perché gli sponsor sono in calo. Ed anche perché ormai la Serie C costa troppo da quando è stata unificata. Quando i campionati sono stati riformati e Prima e Seconda Divisione sono diventate la Lega Pro Unica, molti hanno applaudito. Ma di fatto è stata tolta una via di mezzo, la vecchia C2, tra un campionato selezionato di squadre che comunque potevano sulla carta permettersi anche la Serie B, e i Dilettanti. È stato tolto un filtro, una camera di decompressione. E i risultati sono stati fin qui abbastanza disastrosi, tant'è che si parla di tornare al vecchio sistema. 

Una divisione necessaria, così come è necessario che cambi qualcosa al vertice della Federazione Italiana Giuoco Calcio. Bisogna infatti operare un distinguo tra gestione sportiva del "baraccone" ed una politico/amministrativa. Non è possibile continuare con un mischione che crea solo dissapori, incomprensioni e fallimenti. Economici e sportivi. In Italia tutti appassionati di calcio, uno spot di qualche anno fa parlava di 60 milioni di commissari tecnici, ma pochi ne capiscono veramente. E c'è chi è più bravo nella parte sportiva e chi è un buon amministratore. Ma nessuno è davvero capace di coprire bene entrambi i ruoli. Ci sono tre candidati alla guida della Figc, ci auguriamo che però queste elezioni possano dare una svolta concreta, un cambiamento che fin qui è stato solo a parole. Da parte degli addetti ai lavori, dei diretti interessati, della stampa. Le chiacchiere però se le porta il vento, le mancate qualificazioni ai mondiali e le società che spariscono dopo cento anni di storia restano impresse a fuoco.