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INTERVISTA TC - Amore: "I patron preferiscono valorizzazioni a qualità"TUTTO mercato WEB
© foto di Dario Fico/Tuttosalernitana.com
domenica 22 luglio 2018, 19:15Interviste TC
di Raffaella Bon
per Tuttoc.com

INTERVISTA TC - Amore: "I patron preferiscono valorizzazioni a qualità"

Enrico Maria Amore, talent scout e dirigente, in passato calciatore, tra le altre, di Juve Stabia e Novara, ha analizzato a TuttoC.com il momento delicato del calcio italiano e anche quello dei suoi ex club.

Iniziamo dal Novara, a un passo dalla cadetteria.
"Bisognerà cambiare gli obiettivi in caso di probabile ripescaggio. Il diesse Ludi avrà il suo da fare. Al momento stava cercando di sfoltire la rosa da quegli elementi che in C non sarebbero rimasti e che, invece, in cadetteria potrebbero tornare utili. Parliamo di un club serio, all'avanguardia, solidi, reduce da un disastro tecnico ma che sotto l'aspetto societario merita almeno il campionato cadetto. Anche se bisognerà aspettare l'ufficialità per il ripescaggio".

Svolta a Castellammare: alla Juve Stabia Manniello non è più il presidente.
"È arrivato un presidente nuovo ma al comando resta sempre Manniello nonostante abbia la minoranza delle quote col 30%. A lui resta la gestione tecnica, potrà dare sicuramente un apporto importante grazie alla sua esperienza. Le risorse naturalmente non saranno tantissime per poter costruire una squadra competitiva ad alti livelli ma con i giovani che già hanno si potrebbe fare un buon lavoro. Si può dar via a una nuova vita sportiva a Castellammare lanciando qualche giovane del vivaio di buona prospettiva".

Arezzo, altro tuo ex club in Serie C. Anche qui un cambio societario.
"Ho visto che stanno comprando molto. Poi, in realtà, all'interno ci sono personaggi che hanno lasciato una traccia negativa nel mondo del calcio ma poi si ritrovano sempre al comando di cordate. Spero solo non continuino a lasciare altri ricordi negativi. La cosa strana, in questi cambi repentini di società, è vedere la possibilità di fare acquisti importanti e sostanziosi". 

Da quelle parti c'è anche la Cavese, pronta al ripescaggio in Serie C.
"C'è grande entusiasmo a Cava dei Tirreni. C'è una guida tecnica di valore come quella di Pavone, grande conoscitore della categoria e bravo nel lanciare calciatori sconosciuti. Sono curioso di vedere il loro mercato perché so che il direttore sa realizzare colpi importanti. Sono certo che la Cavese disputerà un campionato importante e si consoliderà nel calcio professionistico grazie al presidente tifoso ma dotato di grande spirito imprenditoriale".

Chiusura sul calcio italiano e le sue difficoltà.
"Siamo messi male. La crisi è evidente, la disorganizzazione ancora di più, le regole non esistono. Siamo arrivati ad agosto e non si sanno quali squadre parteciperanno a quali campionati. Si parla sempre di cambiamento ma non lo si attua mai. Sarebbe semplice cambiare, basterebbe mettere regole e paletti più severi ma mi rendo conto che, così facendo, il calcio sparirebbe. I dirigenti delle federazioni sono grandi oratori ma poca concretezza. Ognuno guarda la propria poltrona e i propri interessi: vogliono essere credibili agli occhi della gente ma, purtroppo, in Italia di credibilità ce n'è ben poca. Provano a imporre i giovani e invece serve puntare su quelli di valore. Così i ragazzi si sentono in dovere di giocare per forza, quando invece bisogna conquistarsi le cose. Il sistema va rifondato ovunque: solo eliminando il discorso delle valorizzazioni inizierà a crearsi qualche calciatori nelle serie minori e si vedrà anche chi saprà lavorare da diesse. Al momento non scelgono in base alle qualità ma al tipo di valorizzazione. Un giocatore bisogna comprarlo perché di prospettiva, perché puoi crearci una plusvalenza importante, non perché porta subito soldi. Ma la colpa è anche dei presidenti che preferiscono l'uovo oggi alla gallina domani. In generale ci sono poca competenza e qualità".