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INTERVISTA TC - Baldini: "Carrarese: non sogno la B, voglio la Serie A"TUTTO mercato WEB
© foto di Giacomo Morini
mercoledì 21 novembre 2018, 07:30Interviste TC
di Francesco Ferrari
per Tuttoc.com

INTERVISTA TC - Baldini: "Carrarese: non sogno la B, voglio la Serie A"

Sessant’anni e l’entusiasmo di un ragazzino. Silvio Baldini, tecnico della Carrarese, vola con la sua squadra e, in questo momento, è sulla bocca di tutti: secondo posto nel girone A (a meno 1 dal Piacenza capolista), pari in extremis conquistato ad Arezzo (2-2) e, soprattutto, la rinuncia alla clausola di 500mila euro in caso di esonero dal club. Che, unito al fatto che non percepisca stipendio (per sua scelta), lo rendono un unicum a livello nazionale. Ma questo suo “essere libero” è il segreto: dopo le promozioni con Empoli, la Serie A con Catania e la Coppa Uefa con il Parma, la possibilità di poter lavorare in serenità mette l’esperienza con la Carrarese in cima a quelle della sua lunga carriera calcistica. E la racconta lui stesso, in un’intervista esclusiva, ai microfoni di Tuttoc.com.

Baldini, dica la verità: si aspettava questa posizione di classifica?
“Certo! Che domande! E’ dall’inizio del campionato che dico che voglio vincere il campionato! Se io vengo alla Carrarese, voglio far l’allenatore cercando di ottenere il massimo”.

Chiarissimo. Alla faccia di chi si nasconde dietro le solite frasi fatte del calcio.
“Il calcio è un mondo di ipocriti: io sono a parte e dico le cose come stanno. Sogno in grande. Ai ragazzi dico che dobbiamo andare il più in alto possibile, che non voglio la B ma la Serie A. E se gli altri ridono, a me non interessa. L’importante è come la vivi, attraverso le difficoltà e la passione per il proprio mestiere come fanno tutti i miei giocatori. Sono innamorati di quello che fanno”.

Le facciamo qualche nome: Tavano, Marchionni, Coralli e Maccarone, con Berti direttore generale. Il suo giovane Empoli dei primi anni 2000, tutto trasportato oggi a Carrara.
“Eh già. Sembra di essere tornati indietro nel tempo e questo mi rende contento e felice. Li ho visti crescere: alcuni di loro avevano 17-18 anni, ora li trovo a fine carriera che cercano comunque di dare il loro contributo”.

E il loro segreto qual è?
“Semplicissimo. Si allenano e lo fanno con intensità. Sono professionisti, mangiano bene, riposano e lavorano duro. E lo fanno al 100% per uno stipendio da giocatore di Lega Pro: se si mette passione e professionalità nel proprio lavoro, non occorre avere tanti soldi. Basta essere innamorati del proprio mestiere”.

Lei nemmeno prende lo stipendio. Ora ha voluto togliere anche la clausola. Come mai?
“Ho dimostrato ai dirigenti della Carrarese chi sono: a volte sei sfortunato perché i risultati non arrivano, però io ho dimostrato la bontà del mio lavoro e mi hanno valutato per questo. Si è creato un rapporto di stima e amicizia tra noi e non serve più una clausola che ci regoli. Qualche collega non vede di buon occhio che alleni senza stipendio, ma non mi importa. Mica rubo il posto a nessuno!”.

Si aspettava questa attenzione mediatica?
“Siete voi giornalisti che mi intervistate. A me non interessa!”.

Ma lei non è banale.
“Lo so. Il problema del mondo del calcio è che ci sono troppe persone ipocrite. Non voglio fare né il personaggio, né rubare spazio ad altri. Anzi, vorrei che nessuno mi rompesse i c…i. Io non voglio cambiare, voglio solo essere libero”.

E’ questo invece il suo segreto?
“I giocatori vedono in me un punto di riferimento importante e solido. E che segue la sua coscienza. Io sono nato libero: non ho mai dato ascolto a genitori, fidanzate e mia moglie, ma ho sempre seguito la mia anima. Quando ci riesco, non ho rimpianti. Invece quando ho dovuto gestirmi, ho sempre fatto fatica”.

Quando allenava club di Serie A, si sentiva così libero?
“No. Facevo parte di un sistema, avevo delle regole e dovevo confrontarmi con gente della società. Questo non mi è mai piaciuto”.

Le dà più soddisfazione guidare questa Carrarese o aver disputato la Coppa Uefa con il Parma (2004/05, ndr)?
“Vivo l'attualità: ora e domani. Ieri non conta più. Però questo è il momento più bello della mia carriera”.

Parlando di attualità, siete secondi in classifica e avete appena centrato un pari in extremis ad Arezzo. Non male.
“Ma dobbiamo migliorare. Prendiamo dei gol che sono evitabili. Attacchiamo molto e succede che ci possiamo esporre: quando succede, rischiamo tanto. Non siamo al top e a volte prendiamo delle imbarcate...”.

Non vi mancano le avversarie per la lotta alla Serie B...
“Non mi interessano le altre, guardo i miei”.

Però sabato avete la sfida con il Pisa. Un derby sentito.
“Per me è una partita di calcio. Questo aspetto lo vive il tifoso. Io devo stare attento a come preparare la partita e cercare i loro punti deboli”.