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"MAI PIÙ 20-0". EPPURE CI RISIAMO: CRONACA DI UN DISASTRO ANNUNCIATO. MA ORA LA FIGC HA GLI ANTICORPITUTTO mercato WEB
sabato 16 novembre 2019, 09:25Il Punto
di Ivan Cardia
per Tuttoc.com

"MAI PIÙ 20-0". EPPURE CI RISIAMO: CRONACA DI UN DISASTRO ANNUNCIATO. MA ORA LA FIGC HA GLI ANTICORPI

Da Pro Piacenza-Cuneo a Rieti-Reggina. La partita fantasma che speriamo non si giochi. Le nuove norme consentono di intervenire in tempi più rapidi.

"Mai più 20-0”. E invece rischiamo di esserci di nuovo. Oggi non troverete su queste pagine il consueto appuntamento col fatto della settimana, perché il fatto della settimana è soltanto uno. E ci fa vergognare, ancora una volta. Con i suoi calciatori in sciopero, ufficialmente da ieri, il Rieti si appresta a scendere in campo contro la Reggina schierando la formazione Berretti. Allo stato attuale, non sappiamo come andrà a finire. Ne sono successe così tante, che sospendiamo il giudizio e attendiamo di scoprirlo. Ci rimettiamo alle parole dei rispettivi allenatori. Bruno Caneo, tecnico dei laziali, pur considerato da molti uomo della nuova proprietà, ma evidentemente anche uomo di valori, è stato estremamente chiaro sul tema: “Io spero per tutti quanti, per la dignità di tutti, che non si giochi con i ragazzi. Non è la regola e non è modo di fare calcio”. Se succederà, in panchina non ci sarà lui. Stessa musica per chi contro i ragazzi dovrebbe giocare, ovvero Domenico Toscano, allenatore della Reggina capolista: “Sarebbe una sconfitta per tutti”. Difficile dare torto a entrambi.

Come si è arrivati a tanto? L’escalation è stata piuttosto rapida. Il 15 ottobre il patron Curci, dopo aver fatto i salti mortali per iscrivere la squadra in estate, ha venduto la società ad un nuovo gruppo di imprenditori, i cui nomi sarebbero stati resi noti nei giorni seguenti. La data non è un dettaglio: il 15 ottobre è infatti il giorno precedente la scadenza per il pagamento degli stipendi di luglio e agosto. Che infatti a tutt’oggi non risultano percepiti dalla maggior parte dei giocatori, mentre nessuno ha ricevuto quelli di settembre: non sono indiscrezioni o notizie nostre, ci rifacciamo alla nota dell’AIC con cui è stato proclamato lo stato di agitazione, poi divenuto sciopero a tutti gli effetti, nei giorni scorsi. Per la cronaca, sui nomi degli imprenditori tutto tace; nel comunicato del 18 ottobre si legge che sono rappresentati dalla Ital Diesel Srl, che nei comunicati successivi diventerà Italdiesel srl: probabilmente una svista (all’inizio), ma è un altro dettaglio che non ha certo aiutato a capire quali fossero le nuove figure di riferimento. A tutt’oggi non ne sappiamo molto di più, anche se, in questa pioggia di comunicati, ne abbiamo incassato almeno un altro (teoricamente) decisivo. Il 6 novembre, infatti, la Italdiesel rende noto di aver conferito mandato per la cessione a terzi delle quote societarie: vengono menzionati altri nuovi imprenditori e futuri dirigenti. In pratica, nulla di nuovo rispetto a quanto già annunciato a metà ottobre. In questa situazione, si sono sprecate le voci più disparate. Per esempio, è stato citato a più riprese Roberto Lamanna, nella scorsa (disastrosa) stagione patron del Cuneo: sul tema registriamo la smentita dell’intermediario Cristiano Leonardi e non lanciamo altre ipotesi. Sta di fatto che non si sa bene chi decida, né chi metta i (pochi) soldi fin qui visti in tutta la faccenda. E che anche quelle poche figure inizialmente indicate come dirigenziali, a partire da Pavarese, hanno preso le distanze dal “progetto”.

Anche la data del 6 novembre non è certo casuale. È quella della scadenza dei venti giorni per la messa in mora inviata dalla squadra, per il pagamento degli emolumenti di luglio e agosto. Il rischio è di non giocare la gara contro la Vibonese, ma iniziano ad arrivare i primi stipendi e a Vibo si gioca. Sul come la squadra possa essere arrivata a una trasferta del genere, contro un avversario tutt’altro che semplice (e infatti finisce 5-1 per i calabresi), stendiamo un velo pietoso. Arriviamo all’attualità: gli altri stipendi non arrivano, la squadra invia una nuova messa in mora (stavolta per settembre), decide di non allenarsi e annuncia di essere pronta a non giocare domenica, in casa contro la Reggina appunto. La risposta della società è un improbabile comunicato in cui si minaccia una denuncia per l’esercizio di un diritto (quello di sciopero) costituzionalmente tutelato. Roba da farsi una risata (e infatti c’è chi, non del tutto estraneo alla situazione, se l’è fatta, al telefono), se la situazione non fosse tragica. Ma il confine è stesso labile: un altro sogghigno scapperebbe volentieri, nel leggere che “ben nove calciatori” sono stati regolarmente pagati. Ben nove. Sui ventitré componenti la rosa (e ci fermiamo a quelli nati dal 1999 in poi). Per la cronaca, l’avvocato incaricato della denuncia non ne sa niente e non potrebbe essere altrimenti. Gli ultimi eventi? Torniamo alla strettissima attualità: l’AIC proclama lo sciopero, la società pare pronta a mandare in campo la Berretti e in panchina il vice Antonio Maschio, allo stadio nei giorni scorsi è stata tolta l’elettricità e nel caso si giocherà a porte chiuse. I prossimi sviluppi li potrete seguire su queste pagine. A tal proposito, breve pausa promozionale: complimenti a tutta la squadra di TuttoC, che chi scrive si onora di dirigere, per avere seguito in maniera impeccabile la vicenda, senza citare i singoli perché there is no I in team e chi sa di meritare i complimenti speriamo apprezzi. Ma torniamo a noi.

Sarà di nuovo un 20-0? Sarebbe un peccato, perché smentirebbe quanto disse il presidente Gravina soltanto pochi mesi fa all’allora sottosegretario Giorgetti. “Mai più un 20-0”. Succedeva dopo la partita della farsa, la vittoria del Cuneo contro il Pro Piacenza del massaggiatore e di uno sparuto gruppo di ragazzini mandati in campo contro dei professionisti. Potrebbe succedere di nuovo domani. Senza nulla togliere alle qualità ragazzi della Berretti, a cui ci sentiamo di mandare un messaggio: rifiutatevi di scendere in campo. Una presenza in Serie C da crumiri non vale la vostra dignità, neanche a sedici anni, neanche se sognate di vivere dando calci a un pallone. Se le meriterete, ci saranno altre occasioni. Più giuste, per voi e per gli altri.

Sarà di nuovo un 20-0? Quel risultato, in realtà, non è mai stato omologato. La FIGC intervenne, ma soltanto dopo la disputa della partita della vergogna. Non poteva fare altrimenti, non potrebbe fare altrimenti neanche oggi, e in questo caso probabilmente non potrebbe farlo neanche dopo la gara (la situazione del Pro Piacenza si era trascinata per un periodo molto più lungo, la Berretti del Rieti ha giocato appena sei giorni fa a pieni ranghi). Come la Lega Pro che segue le vicende ma per ora ha le mani legate: se una società vuole andare in campo coi ragazzini, purtroppo, può farlo. A patto di aver rispettato determinati adempimenti (alcuni esempi: servizio steward, Croce Rossa), che in questo caso sembra siano stati onorati o comunque garantiti (c’è chi scrive di no, ma pare che la società sia riuscita a far fronte almeno a questi impegni, nonostante la sospensione della corrente elettrica allo stadio nella giornata di giovedì lasci qualche dubbio).

È un peccato esserci arrivati, al rischio di un nuovo 20-0. A lavare i peccati, potrebbe intervenire la pioggia: domenica è annunciata allerta meteo in tutto il Lazio. Speriamo senza danni per gli abitanti delle zone interessate, ma a sufficienza per evitare che la partita fantasma (senza giocatori reatini e senza pubblico) si giochi. Ci penserebbe il cielo, a salvare la faccia del nostro calcio.

E poi? Se tra FIGC e Lega Pro fanno la danza della pioggia (ma non esageriamo), la soluzione per sbrogliare la matassa potrebbe essere dietro l’angolo. Un po’ tardiva, non certo salvifica. Ma almeno sarebbe qualcosa. I tanto contestati Gravina e Ghirelli hanno fatto tesoro degli orrori visti in categoria negli ultimi anni: le nuove norme, varate a luglio (e poi modificate a inizio novembre), consentono alla FIGC di intervenire sulla questione già dalla prossima settimana. Facciamo un passo indietro: al momento dell’iscrizione al campionato, ogni società deve presentare una fideiussione. Il Rieti, come tutte, l’ha fatto in estate. Al momento di cedere il club, l’ex (?) patron e la cordata acquirente hanno pattuito che la vendita fosse condizionata al pagamento delle pendenze arretrate (che peraltro lo stesso Curci afferma essere pari ai crediti) e ovviamente alla sostituzione della fideiussione presentata in estate con altra emessa in favore della nuova proprietà. Sul fronte della Lega Pro, da questo punto di vista, la situazione può definirsi in un certo senso tranquilla: qualora la Italdiesel (o chi per essa) non dovesse depositare una nuova garanzia, sarebbe valida quella fornita da Curci. Quest’ultimo, per la cronaca, si è detto ben disponibile a riprendere la società, anche se non sappiamo quanta voglia ne abbia davvero: presumibilmente poca, altrimenti non avrebbe venduto. Ma non è questo il punto, e l’eventuale contenzioso tra le parti potrà avere sbocchi civili che non possiamo certo prevedere né ci interessano più di tanto.

Sul fronte della FIGC, però, il discorso è estremamente diverso: da questa stagione, in caso di passaggi di proprietà in corso d’opera, è infatti necessario che chi compra presenti un’altra fideiussione, proporzionale alla partecipazione acquisita, a garanzia dell’intera esposizione debitoria della società. Vale a dire (ma basta leggere il C. U. 25/A del 12 luglio, poi modificato dal C.U. 112/A del 5 novembre), “a garanzia dei debiti sportivi scaduti per la stagione in corso nei confronti della F.I.G.C., delle Leghe, di società affiliate, dei tesserati, dei dipendenti, dei collaboratori addetti al settore sportivo con contratti ratificati dalla competente Lega e delle altre figure previste dalle Licenze Nazionali”. Va presentata entro 30 giorni: il 5 novembre sono stati abbassati a 15, proprio per il rapidissimo sviluppo che la vicenda del Rieti ha avuto, ma la modifica è intervenuta dopo la cessione del club laziale e ci sentiamo di dire che difficilmente possa applicarsi a una vicenda pregressa. Per quanto disponibili a precisare quanto scritto, al momento non abbiamo notizia che sia avvenuto, o almeno che sia avvenuto in maniera soddisfacente per gli organi federali, pronti di fatto a non ratificare il passaggio di proprietà. Merito dell’introduzione di requisiti di solidità finanziaria stringenti e più semplici da invocare rispetto agli altrettanto meritevoli requisiti di onorabilità (che richiedono, e non potrebbe essere altrimenti, sentenze passate in giudicato per poter procedere alla mancata ratifica). Una parte rilevante di quella piccola rivoluzione a livello normativo che è troppo spesso passata in silenzio.

Come andrà a finire? Ci auguriamo in tutta onestà che non si giochi. Per la pioggia, o per qualche altro motivo. Nel caso, che non finisca 20-0: un risultato del genere, persino un 40-0, è vero, sarebbe di lezione. Ma Pro Piacenza-Cuneo è finita sulle pagine di tutti i giornali sportivi del mondo e quando si va all’estero dà un po’ fastidio doversi vergognare del proprio pallone. Poi la settimana prossima la FIGC potrà intervenire. Non basterà a dire “mai più 20-0”, ma tocca accontentarsi. Speravamo di non arrivarci, questo sì. Riecheggiano, in fin dei conti, altre parole. Quel “nessuno può dire mai più un caso Modena”. Niente di più vero, e infatti rischiamo di esserci ancora. Perché il problema è di fondo. Ma ne parleremo altre volte, per oggi vi abbiamo tediato abbastanza. Ad maiora. Speriamo.

P.S. Quando affrontiamo casi del genere, e purtroppo negli ultimi anni è successo più di una volta, riceviamo sempre la protesta di altri dipendenti, non calciatori. Non ci dimentichiamo di voi, di chiunque collabori perché la macchina del pallone vada avanti, dal dirigente di vertice al magazziniere: spesso pagano più di chi dopo pochi mesi può trovarsi una nuova squadra. Semplicemente, su queste pagine raccontiamo la cronaca del calcio e dei calciatori che per forza di cose ne sono i primi attori. Siamo però sempre disponibili a raccogliere le vostre testimonianze. Sapete come raggiungerci.