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INTERVISTA TC - Ds Gozzano: "Basta giocare. Ce lo insegna la Cina"TUTTO mercato WEB
sabato 28 marzo 2020, 22:00Interviste TC
di Sebastian Donzella
per Tuttoc.com

INTERVISTA TC - Ds Gozzano: "Basta giocare. Ce lo insegna la Cina"

Fermiamoci qui che è meglio. È l'idea, sempre meno minoritaria, che circola tra le squadre professionistiche. I giorni passano e un nuovo calendario diventa sempre più una chimera. Considerando, poi, che ancora oggi è impossibile sapere quando l'emergenza sanitaria avrà fine. TuttoC.com ha intervistato, a tal proposito, il direttore sportivo del Gozzano, Alex Casella.

Direttore, che si fa?
“Non sono io a deciderlo ma onestamente il calcio passa completamente in secondo piano rispetto alla tragedia che stiamo vivendo. Parlare di partite in un momento del genere direi che è un po’ superficiale. Siamo arrivati a quasi mille morti al giorno, i contagiati continuano ad aumentare e non sappiamo nemmeno il numero preciso. La situazione è drammatica, per me sarebbe giusta chiuderla qui".

Qualcuno potrebbe malignare che l'ultimo posto del Gozzano vi spinga a prendere questa decisione.
"Per nulla. Partiamo dal fatto che noi, senza emergenza, non avremmo alcun problema a scendere in campo. Abbiamo investito tantissimo a gennaio, siamo in piena corsa per la salvezza diretta. Sono altre le considerazioni da fare. In primis stiamo vivendo una situazione mai vissuta. E quindi è giusto prendere spunto da chi ci è passato prima di noi. Ovvero la Cina che ha sospeso il calcio per quattro mesi e mezzo, senza crearsi troppi problemi per i big, gli stipendi da capogiro e quant'altro. Per noi aspettare un simile lasso di tempo significherebbe riprendere per giugno e luglio, cosa che rischierebbe di inficiare il campionato successivo.
Non nascondo che economicamente far ripartire i campionati sarebbe l'ideale ma prima di tutto viene la sicurezza sanitaria. Se torniamo in campo e poi un giocatore si ammala? Non hai più il tempo per rigiocarla. E poi chi retrocederà o verrà promosso non avrà il tempo di riorganizzarsi nella nuova categoria, visto che toccherà iniziare subito la nuova stagione. E poi c'è un'altra motivazione, forse la più importante di tutte".

Cioè?
"Il rispetto. Ogni giorno facciamo la conta dei morti e lottiamo contro il tempo per creare posti in terapia intensiva. Il calcio è da sempre veicolo di promozione sociale in Italia. I calciatori sono quelli che danno l'esempio e lo stanno facendo benissimo anche in questa situazione, ad esempio sui social. Che esempio daremmo a pensare al calcio in un momento del genere, paragonabile a quello vissuto dai nostri nonni e bisnonni nelle due guerre mondiali?".

Le classifiche potrebbero essere congelate e i risultati del campo resi ufficiali.
"Significherebbe penalizzare ancora di più dei club già penalizzati da questo stop. Non si può retrocedere a tavolino a marzo. Bisogna evitare situazioni spiacevoli e non è facile perché nessuno di noi avrebbe mai pensato di vivere una situazione del genere".

Il rischio concreto, classifica a parte, è la moria di club per la prossima stagione...
"Molto dipenderà da quello che riuscirà a ottenere il presidente Ghirelli. Ma sono fiducioso perché so che riuscirà a portare a casa l'obiettivo. Si sta muovendo bene e farà sì che un aiuto importante arriverà. Poi conterà molto la situazione extra-calcio: per quanto la Lega Pro potrà dare una mano, resta da capire quale sarà la situazione delle aziende dei patron. Non puoi rischiare di farle fallire solo per salvare le squadre di calcio. Credo, comunque, che anche nelle più ottimistiche delle ipotesi ci saranno grossi ridimensionamenti economici".

A tal proposito si parla di tagli agli stipendi...
"È giusto che tutti facciano i propri sacrifici. Io sono dipendente e so che anch’io dovrò farli. Poi bisognerà capire quanto la cassa integrazione riuscirà a essere utilizzata: è un valido aiuto ma puoi garantirla per tutte le aziende? La vedo dura. Noi comunque ci rimettiamo alla Lega per le indicazioni che verranno prese".