
Malgrati: "Pronto a ripartire da un progetto solido. Non guardo alla categoria"
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Nel corso della diretta mattutina di A Tutta C, format di TMW Radio interamente dedicato al mondo della Serie C, è intervenuto mister Andrea Malgrati, al quale in apertura di diretta è stato chiesto un commento sulla situazione attuale del calcio: "Negli ultimi anni sono state molte società che sono saltate, ed è giusto che adesso venga regolamentato meglio il tutto. Certo, non mi sarei aspettato la situazione Brescia, non avrei mai pensato di arrivare a questo punto. Adesso so che Pasini, che ho avuto come presidente alla Feralpisalò, sta facendo di tutto per sistemare un po' la situazione, è un soggetto molto serio, anche se poi la situazione per il titolo sportivo è molto delicata. C'è anche una corsa contro il tempo, non credo ce ne sia molto a disposizione, ma le parti stiano facendo il massimo per far sì che un'altra classe importante come il Brescia non sparisca".
Si potrebbe poi parlare anche della SPAL, di quanto abbia rischiato la Samp... perché in Italia ancora succede tutto questo?
"Negli anni passati queste cose succedevano maggiormente in categorie inferiori e quindi c'era un'attenzione minore, anche se non dovrebbe essere così, ma il nodo di tutto è che bisogna avere alle spalle gente seria, gente che vuole lavorare, gente che si mette anche mano al portafoglio, perché il calcio è un gioco molto costoso che bisogna fare bene, essendo onesti su quelli che sono i propri limiti. Quando si fa tutto in modo un po' così, non preciso, ci si ritrova d'estate a dover parlare di situazioni molto scomode".
Accennavamo alla SPAL, che ha dato il là alla terza Squadra B, l'Inter U23. Cosa pensa dopo questi anni, del progetto?
"Non sono di base contrario al progetto. Non reputo però che ci sia la volontà e la voglia di inserirne troppe perché sono convinto che il calcio, soprattutto in Serie C, è il calcio del popolo, ci sono molte realtà, ho visto anche quest'anno in Serie D, che hanno le potenzialità per fare anche campionati professionistici, e penso sia giusto dar loro spazio. La Serie C è un campionato molto molto complicato, l'ho vissuto per tanti anni e non è mai facile affrontarlo, bisogna non sottovalutarlo, il Milan quest'anno ha fatto molta fatica, come aveva fatto anche la Juve prima di divenire una determinata realtà".
Accennava al campionato di Serie D, forse non è un po' troppo sottovalutato qui in Italia...
"È vero, ed è un peccato, perché ci sono veramente tante piazze che magari non hanno un grandissimo blasone ma sono molto strutturate, hanno squadre anche importanti e hanno voglia di fare: penso magari al Ravenna, che adesso verrà ripescato, ma anche a esempio a Desenzano, Pro Palazzolo, e molte altre anche del sud Italia. Bisogna dare spazio e meriti a questi club, c'è un po' ancora di confusione quindi bisognerà che i vertici trovino la quadra giusta perché affinché si porti avanti un progetto sano non solo per la società, non solo per i tifosi ma anche per i tanti calciatori che poi magari si ritrovano senza contratto. E con quel contratto, magari, ci mandano avanti le famiglia".
Andando invece al suo personale, era stato accostato alla Giana Erminio, che ha poi fatto altre scelte. Lei che tipo di progetto sta cercando?
"Penso che ogni allenatore con un po' di sale in zucca vada a ricercare giustamente un progetto, nel senso che anche noi allenatori, come i calciatori, cerchiamo un luogo ideale dove poter esprimere il nostro valore. Gli allenatori sono i primi a pagare dei risultati che non arrivano, e per certi versi è anche giusto, ma si deve anche dare molto ai tecnici di esprimerci nel migliore dei modi. Io sto cercando un progetto che mi consenta di pensare solo al campo. Non guardo alle categorie, sinceramente non mi interessa minimamente, voglio soltanto rimettermi in mostra, rimettermi in gioco e poi quello che sarà si vedrà".
Si potrebbe poi parlare anche della SPAL, di quanto abbia rischiato la Samp... perché in Italia ancora succede tutto questo?
"Negli anni passati queste cose succedevano maggiormente in categorie inferiori e quindi c'era un'attenzione minore, anche se non dovrebbe essere così, ma il nodo di tutto è che bisogna avere alle spalle gente seria, gente che vuole lavorare, gente che si mette anche mano al portafoglio, perché il calcio è un gioco molto costoso che bisogna fare bene, essendo onesti su quelli che sono i propri limiti. Quando si fa tutto in modo un po' così, non preciso, ci si ritrova d'estate a dover parlare di situazioni molto scomode".
Accennavamo alla SPAL, che ha dato il là alla terza Squadra B, l'Inter U23. Cosa pensa dopo questi anni, del progetto?
"Non sono di base contrario al progetto. Non reputo però che ci sia la volontà e la voglia di inserirne troppe perché sono convinto che il calcio, soprattutto in Serie C, è il calcio del popolo, ci sono molte realtà, ho visto anche quest'anno in Serie D, che hanno le potenzialità per fare anche campionati professionistici, e penso sia giusto dar loro spazio. La Serie C è un campionato molto molto complicato, l'ho vissuto per tanti anni e non è mai facile affrontarlo, bisogna non sottovalutarlo, il Milan quest'anno ha fatto molta fatica, come aveva fatto anche la Juve prima di divenire una determinata realtà".
Accennava al campionato di Serie D, forse non è un po' troppo sottovalutato qui in Italia...
"È vero, ed è un peccato, perché ci sono veramente tante piazze che magari non hanno un grandissimo blasone ma sono molto strutturate, hanno squadre anche importanti e hanno voglia di fare: penso magari al Ravenna, che adesso verrà ripescato, ma anche a esempio a Desenzano, Pro Palazzolo, e molte altre anche del sud Italia. Bisogna dare spazio e meriti a questi club, c'è un po' ancora di confusione quindi bisognerà che i vertici trovino la quadra giusta perché affinché si porti avanti un progetto sano non solo per la società, non solo per i tifosi ma anche per i tanti calciatori che poi magari si ritrovano senza contratto. E con quel contratto, magari, ci mandano avanti le famiglia".
Andando invece al suo personale, era stato accostato alla Giana Erminio, che ha poi fatto altre scelte. Lei che tipo di progetto sta cercando?
"Penso che ogni allenatore con un po' di sale in zucca vada a ricercare giustamente un progetto, nel senso che anche noi allenatori, come i calciatori, cerchiamo un luogo ideale dove poter esprimere il nostro valore. Gli allenatori sono i primi a pagare dei risultati che non arrivano, e per certi versi è anche giusto, ma si deve anche dare molto ai tecnici di esprimerci nel migliore dei modi. Io sto cercando un progetto che mi consenta di pensare solo al campo. Non guardo alle categorie, sinceramente non mi interessa minimamente, voglio soltanto rimettermi in mostra, rimettermi in gioco e poi quello che sarà si vedrà".
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