Vis Pesaro salva, Rossoni: "Un liberazione anche per i tifosi. La capra allo stadio..."

Una sfida emozionante e ricca di colpi di scena. Alla fina la Vis Pesaro si è imposta 4-3 con la Recanatese nei playout di Serie C ed ha conquistato la salvezza. Per raccontare l'emozione di quella sfida ai microfoni di TMW Radio nel corso della trasmissione A Tutta C è intervenuto uno dei protagonisti della Vis Pesaro, Stefano Rossoni

Avete tirato un bel sospiro di sollievo dopo il playout?
“Sì, ormai quasi non ci speravamo più sul 3-3. Ci siamo trovati in una situazione paradossale negli ultimi quattro minuti, abbiamo trovato il gol vittoria ed è stata un’emozione fortissima”.

Ci puoi raccontare le emozioni e le sensazioni appena finita la partita?
“Penso ci sia stato un urlo liberatorio e un senso di liberazione totale, è stata un’annata tosta e stancante. Eravamo pieni di testa, sentire il fischio finale dopo il gol è stata una liberazione. Ritrovarci in una partita dove si parlava di un possibile 0-0 e invece ci sono state tutte queste emozioni è quasi stato uno shock. Fortunatamente però è andata bene e siamo felici”.

Hai visto sui social le immagini della festa salvezza con l’invasione di campo di una capra?
“La capra è la mascotte di uno dei nostri tifosi storici, ero abituata a vederla ma credo che un’invasione di campo del genere non l’abbiamo vissuta neanche quando abbiamo vinto la Serie D. Evidentemente c’era un senso di liberazione in tutta la tifoseria. Pesaro è una bella piazza, è bastato vedere lo stadio pieno nei playout dopo una stagione così difficile e hanno fatto la differenza”.

Il tuo futuro sarà ancora alla Vis Pesaro?
“In questo momento ho cercato di liberarmi mentalmente dopo il playout, è stata un’annata tosta. Non ho avuto modo di avere contatti seri con altre società, per me che sono pesarese sarebbe un orgoglio e un onore rimanere ancora in questa società, se dovessi restare sarebbe il decimo anno. Se così non dovesse essere, allora valuterò altre proposte”.

Ascolta nel podcast in calce l'intervista completa a Stefano Rossoni