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Dilettanti a rischio, Dg Gavorrano: "Italia paese di ipocriti. Austerity fino al 2023"

ESCLUSIVA TMW - Dilettanti a rischio, Dg Gavorrano: "Italia paese di ipocriti. Austerity fino al 2023"TUTTO mercato WEB
© foto di Francesco Scarpetti
martedì 7 aprile 2020, 14:49Serie D
di Luca Bargellini

“Se davvero il 30% dei club di Serie D sparisse, come ha ipotizzato Sibilia, al termine dell’emergenza dovuta al Coronavirus sarebbe una vera e propria tragedia”: è questo il pensiero, in esclusiva ai microfoni di TuttoMercartoWeb.com di Filippo Vetrini, direttore generale del Follonica-Gavorrano, formazione attualmente inscritta al campionato di Serie D.

Direttore, iniziamo dalla vostra situazione societaria. Fra lo stop ai campionati e taglio degli stipendi come siete messi?
“Sotto questo profilo devo ammettere che siamo una sorta di isola felice perché alle spalle abbiamo la famiglia Mansi e uno sponsor come il Gruppo SolMar ci sta permettendo di continuare a lavorare sul pagamento dei nostri ragazzi. L’idea di lasciarli senza denaro in un momento come questo non è una cosa alla quale abbiamo mai pensato. Cerchiamo, però, un accordo extra-AIC con i nostri calciatori per quelle che sono le tre mensilità che rimangono da qui al termine della stagione”.

Una realtà, la vostra, che dunque non è comune a tutta la Serie D
“No e sinceramente non so in quanti club avranno la forza di provvedere al pagamento delle tre prossime mensilità di cui parlavo prima”.

La riprova evidente della crisi che sta affrontando anche il sistema calcistico.
“Mi auguro che scompaia il minor numero possibile di club una volta superato il dramma causato dal Coronavirus. La nostra fortuna è che dirigenti come il presidente Federale Gravina, il presidente Sibilia e il presidente Ghirelli per la Serie C stanno lavorando in maniera eccellente, anche per reperire degli aiuti dal Governo. In ogni caso, però, il futuro delle società calcistiche sarà legato alle attività primarie delle varie proprietà che se saranno chiamate a scegliere tra salvare la propria azienda, che crea profitto, e la società di calcio, che invece non ne crea, è facile immagina come possa andare a finire”.

Per questo si sente spesso dire che il mondo del calcio una volta terminata l’emergenza sanitaria non sarà più lo stesso.
“Servirà necessariamente un lungo periodo di assestamento per fronteggiare gli effetti della crisi. A mio avviso serviranno almeno tre anni di Austerity, fino al 2023, per uscirne. E non solo nel pallone. I nostri nonni hanno rialzato un’Italia in ginocchio dalle due guerre mondiali, mentre alla nostra generazione toccherà farlo da questa pandemia”.

In conclusione il tema della ripresa dei campionato. Che ne pensa?
“Anche qui sposo la linea di Gravina e Sibilia: cerchiamo di riprendere i tornei quando sarà possibile. Questo principalmente per un motivo: l’Italia è un paese di ipocriti e in tanti sono già pronti a riempire le aule dei tribunali dopo essersi riempiti la bocca di proclami. Lasciando al campo il potere su promozioni e retrocessioni si dovrebbe cercare di limitare questa ipotesi. In sintesi, è il male minori”.

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