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Il Torino ha contenuto il Napoli che ha creato molto ma non è riuscito a segnareTUTTO mercato WEB
Maksimovic e Belotti
© foto di www.imagephotoagency.it
lunedì 18 febbraio 2019, 07:00Primo Piano
di Elena Rossin
per Torinogranata.it
fonte Elena Rossin

Il Torino ha contenuto il Napoli che ha creato molto ma non è riuscito a segnare

I granata quasi mai pericolosi, ma sono tornati con un punto dal San Paolo. Per Falque e Zaza solo panchina. Rincon e Insigne salteranno per squalifica la prossima gara.

Nessun gol fra Napoli e Torino perché sono mancati gli attaccanti da entrambe le parti, anche se Insigne è andato vicinissimo al gol colpendo il palo (74’) . Soprattutto nel primo tempo i padroni di casa hanno creato molte occasioni - alla fine saranno venti contro sei i tiri in favore del Napoli e nove a uno quelli nello specchio della porta - senza riuscire a segnare. “Se Non abbiamo vinto non possiamo prendercela con qualcuno, ma con noi stessi” ha detto a fine partita Carlo Ancelotti. Mazzarri, invece, al termine della partita ha dichiarato: “Sono soddisfatto, anche se abbiamo fatto tecnicamente tre-quattro errori che ci hanno impedito di sviluppare meglio certe azioni, ma il Napoli in tutte le zone del campo è stato superiore e non ci ha fatto giocare esprimendosi con veemenza”.

Le assenze di Albiol, Mario Rui, Younes e Ounas e gli impegni ravvicinati di campionato e Europa League hanno costretto Ancelotti a far giocare Hysaj a sinistra lasciando la destra a Malcuit con al centro Maksimovic e Koulibaly. A centrocampo sono stati confermati Fabian e Allan e sulle fasce Callejon  e Zielinski, mentre in attacco Milik ha avuto la meglio su Mertens per far coppia con Insigne. Mazzarri ha optato per il 3-5-1-1 con Berenguer alle spalle di Belotti e Falque e Zaza in panchina per tutta la partita. In mediana Ansaldi ha agito da mezzala destra e Lukic da mezzala sinistra con Rincon al centro e De Silvestri e Aina sulle fasce. In difesa Izzo, N’Koulou e Moretti. I granata hanno provato all’inizio a pressare alti, ma non riuscivano ad arrivare al tiro in porta. Il Napoli ha giusto lasciato il tempo al Torino di fare vedere con quale cipiglio era sceso in campo e poi dopo dodici minuti ha preso possesso del gioco producendo un’azione offensiva dietro l’altra e lasciando ai granata solo qualche ripartenza, che quasi sempre era interrotta a metà campo. Il Torino di fatto in fase difensiva giocava con il 5-4-1. Aina ha perso molti duelli e Mazzarri ha chiesto a Berenguer di dare una mano al compagno. Belotti risultava così troppo isolato e mancava un punto di riferimento alle sue spalle o in alternativa al suo fianco e per questo il Torino faceva fatica a trovare la profondità. Solo nel finale del primo tempo la squadra di Mazzarri è riuscita a riaffacciarsi dalle parti dell’area partenopea. Nella ripresa il Napoli ha continuato ad attaccare anche se con minore intensità. I cambi - Meité per Rincon (55’), Baselli per Berenguer (63’), Mertens per Callejon (69’), Verdi per Fabian (70’) e Parigini per Ansaldi (78’) - non hanno mutato volto alla partita. L’arbitro Fabbri, i suoi assistenti e gli addetti al Var non hanno commesso errori clamorosi, solo qualche decisione opinabile, e i cartellini gialli a Rincon e Insigne che li costringeranno per squalifica a saltare la prossima gara, rispettivamente con Atalanta e Parma, ci stavano. Così com’è intervenuto correttamente il Var per far togliere nel finale la seconda ammonizione ad Allan e la conseguente espulsione poiché il fallo da dietro su Belotti, che si stava involando, era stato commesso da Malcuit.

Il Torino può essere molto soddisfatto di essere tornato da Napoli con un punto, ma dovrà riflettere sul fatto che non è praticamente andato oltre il difendersi, infatti, la squadra di Ancelotti ha fatto 10 tiri in porta creando 6 occasioni da gol con Insigne (21’ e 74’), Milik (33’, 62’e 68’) e Fabian Ruiz (53’), mentre i giocatori di Mazzarri hanno prodotto 1 tiro in porta con Izzo (88’) e 0 vere occasioni da gol, come da dati riportati sul sito di Sky. I numeri non lasciano margini per interpretare diversamente la partita, a prescindere dalle idee che si possono avere, e anche qualche altro pericolo procurato al Napoli non cambia la sostanza dei fatti. Poiché si possono annoverare fra i suddetti pericoli: un tiro sbilenco di Izzo sul fondo su sviluppo di una rimessa laterale (4’), una conclusione abbondantemente a lato di Aina dopo che aveva recuperato palla al limite (23’), un tiro di Rincon provvidenzialmente intercettato in mezzo all’area e allontanato da Koulibaly (45’), un cross dal fondo di De Silvestri che è terminato tra le braccia di Ospina (67’), una punizione di Lukic fatta spiove in area ma inficiata da un fallo di De Silvestri (84’), un tiro ribattuto dalla difesa di Belotti che aveva approfittato di un rimpallo tra Allan e Zielinski (88’), una conclusione dalla trequarti con pallone decisamente a lato di De Silvestri che era stato bravo a liberarsi (89’) e un contropiede di Aina interrotto da Allan con Belotti completamente smarcato e non prontamente servito (90’). Se non si produce un gioco offensivo maggiore e anche di qualità superiore non si può vincere, è una questione di atteggiamento. Chi scende in campo per difendersi e affidarsi a qualche ripartenza al massimo pareggia ed è quello che ha fatto ieri sera il Torino, ma anche al punto conquistato va dato un equo valore e non può passare in secondo piano che il Napoli abbia le sue colpe, dieci tiri finiti fuori dallo specchio, se non ha segnato e non è solo merito dei granata, in particolare di Sirigu che si è sempre fatto trovare attento e reattivo.

La corsa del Torino verso l’Europa League continua e la sconfitte di Atalanta, Lazio e Sampdoria, sommate a quelle di Parma e Sassuolo sono risultati favorevoli ai granata, mentre, in attesa di sapere che cosa farà la Roma questa sera con il Bologna, lo sono un po’ meno le vittorie di Milan e Fiorentina, quest’ultima ha riagganciato la squadra di Mazzarri e in coabitazione occupano l’ottavo posto. E’ scontato dirlo, ma sabato il Torino con l’Atalanta dovrà in fase offensiva essere decisamente migliore rispetto a quanto visto recentemente e non solo. Privilegiare la fase difensiva può pagare nella singola partita, ma penalizza troppo gli attaccanti e alla lunga il rapporto costi-benefici ben difficilmente lo porterà in Europa.