Menu Serie ASerie BSerie CCalcio EsteroFormazioniCalendari
Eventi LiveCalciomercato H24MobileNetworkRedazioneContatti
Canali Serie A atalantabolognacagliariempolifiorentinafrosinonegenoahellas veronainterjuventuslazioleccemilanmonzanapoliromasalernitanasassuolotorinoudinese
Canali altre squadre ascoliavellinobaribeneventobresciacasertanacesenalatinalivornonocerinapalermoparmaperugiapescarapordenonepotenzaregginasampdoriaternanaturrisvenezia
Altri canali serie bserie cchampions leaguefantacalcionazionalipodcaststatistichestazione di sosta
tmw / venezia / Primo Piano
Il lungo cammino
mercoledì 26 giugno 2019, 12:01Primo Piano
di Giuseppe Malaguti
per Tuttoveneziasport.it

Il lungo cammino

Cominciamo dalla fine.  Il 22 giugno 2019 alle ore 22.40 la Reyer Venezia è Campione d’Italia.  Per l’Umana Reyer Venezia, come detto anche da capitan MarQuez Haynes : “è stata una stagione lunghissima, difficile e faticosa” coronata però con il trionfo finale del tricolore nell’ultimo atto in gara 7 contro la Dinamo Sassari. Gli uomini di De Raffaele, tra campionato e le due coppe, hanno disputato 64 partite ufficiali in quasi 9 mesi. Ai blocchi di partenza gli orogranata dovevano essere sostanzialmente l’unica squadra a poter contrastare in qualche modo la corrazzata Olimpia Milano, per tutti una campagine clamorosamente più forte delle altre contendenti per qualità di giocatori e profondità di roster. Come spesso capita, ed è il bello dello sport, i pronostici poi vengono sovvertiti: sorprendentemente si impongono realtà come Cremona e Sassari, Milano clamorosamente cede il passo per arrivare infine fino alla vittoria di Venezia. 

La Reyer parte fortissimo in LBA con 6 vittorie di fila, perde il primo incontro alla 7°giornata, al Taliercio, proprio con Milano, da qui in poi il cammino è incostante con 4 vittorie e 4 sconfitte, che valgono il terzo posto alla fine del girone d’andata e nella griglia delle final eight. Alla 19° giornata, dopo la sconfitta in casa contro Trento la situazione non è semplice, soprattutto perché il leader tecnico dei lagunari, Austin Daye, è in palese difficoltà. Arriva la Coppa Italia a Firenze; Milano a sorpresa viene eliminata dalla Virtus Bologna e a quel punto Venezia intravvede la possibilità di arrivare in fondo (un trofeo che è diventato un vero incubo). Il 15 marzo incontra, ironia della sorte, la Dinamo del nuovo Coach Pozzecco, appena subentrato ad Esposito. La squadra di Coach De Raffaele domina per 25 minuti portandosi sul +20 (72-52). Un primo tempo perfetto con percenuali irreali: 7/11 da due punti, 12/18 da tre punti, 7/7 ai liberi e 12 assist. La partita perfetta e poi il crollo con un black-out incomprensibile. Le scelte del Coach livornese di lasciare fuori Vidmar per dare spazio ad un esterno atipico come Deron Washington non convicono la stampa specializzata e una buona fetta dei tifosi lagunari. È il momento più difficile della stagione, che vede alcuni giocatori in lacrime come Stefano Tonut. De Raffaele  dichiara : “è la delusione più cocente della mia cariera da quando alleno”.

Si prospetta una crisi profonda, che rischia di essere irreversibile. Ci si rituffa in campionato e, alla 20° giornata, al PalaDozza si gioca Virtus Bologna – Reyer Venezia, con Austin Daye fuori dai 12 per scelta tecnica; gli Orogranata vincono soffrendo tantissimo: le Vnere dominano per 35 minuti, ma negli utimi 5 minuti la difesa match-up dei veneti è letale per gli emiliani che devono arrendersi per (77-78).  Intanto, sul caso Daye si continua a discutere, si parla di taglio, si parla dell'arrivo di Sutton e di possibili innesti per sostituire il californiano. Tre giorni dopo l’Umana vola a Novgorod per disputare il match dei quarti di finale di BCL contro il Nizhny. Un martedi pomeriggio nero, che si gioca alle 17 ora locale. LA Reyer crolla, viene spazzata via dai russi perdendo (95-72). Si torna in campionato con il match della 21° giornata proprio contro il Poz e i suoi ragazzi, Venezia stavolta convince, trascinata da un super Stone (24 punti), da Watt e Bramos e batte i sardi per (98-90) con Daye ancora in grande difficoltà.

La prestazione positiva fa ben sperare in vista del turno di ritorno contro Nizhny, per cercare una vera e propria impresa, ovvero vincere con 24 punti di scarto. La Reyer vince di 18 punti conseguentemente viene eliminiata. Ancora una volta c’è grande delusione per come sono andate le cose in Europa. Rimane il campionato. Intanto Casarin e soci sono costretti ad intervenire sul mercato, causa l’infortunio occorso a Wasghington, proprio al PalaDozza, da li a poco arriverà D.J. Kennedy. De Raffaele cambia alcuni assetti di squadra che alla lunga saranno determinanti. Daye parte stabilmente come sesto uomo, in più trova un Watt spaziale, sostanzialmente è sempre il migliore in campo. Arriva la bella prova al Forum e in casa con Avellino, ma rimane la costante, durante i 40 minuti, di alcuni black-out che costano sconfitte pesanti come quella di Brindisi. Alla penultima di regular season, al PalaRadi di Cremona, la Reyer si gioca il secondo posto, ma viene piegata per (80-65) da una eccellente Vanoli.

Dopo 30 turni Venezia è terza nella griglia playoff. Intanto lo staff lagunare recupera Gapi Vidmar - non aveveva giocato nell’ultimo mese – facendosi trovare pronto e “tirato a lucido” per i playoff. Iniziano i playoff. Venezia incrocia Trento nella sfida infinita tra le due squadre. Il barrage è molto intenso ed equilibrato, prevalgono le difese e la fisicità, punteggi molto bassi, una vera tonnara. Alla fine ha la meglio la Reyer in gara 5 con una superba partita vinta in casa per (87-62), che consente ai veneti di accedere alla semifinale scudetto. L’avversario è Cremona di Coach Sacchetti, questa volta con il fattore campo avverso; una squadra in fiducia, che gioca con poca pressione una pallacanestro fluida e veloce a correre il campo. Venezia vince gara 1, la Vanoli vince le successive due, gli uomini di De Raffale in gara 4, in casa, hanno le spalle al muro alla fine vincono e poi piazzano la vittoria decisiva in una grandissima gara 5 trascinati da un sublime Bramos, dal talento di Daye e da Stone con la sua super difesa su Crawford.

Venezia è in finale scudetto contro Sassari. La Dinamo è una squadra in missione, ha fatto percorso netto : 3-0 a Brindisi, 3-0 a Milano e non perde dal 10 marzo attestando 22 vittorie consecutive. Ancora una volta però, ironia del caso, l’ultima sconfitta è stata proprio contro la Reyer. Gara 1 è di Venezia, ma Sassari vince nettamente la 2, invertendo il fattore campo.  Ci si trasferisce sull’isola al PalaSerradimigni e, nella gara 3, i lagunari disputano un grande match trascinati da un poetico Daye, ribaltando a loro volta il fattore campo. In gara 4 il Banco di Sardegna impatta la contesa sul 2-2. Si apre una mini-serie al massimo delle tre gare. Dopo gara 4 le dichiarazioni del Presidente dell’Umana Reyer Venezia Federico Casarin non sono gradite alla Dinamo, in particolar modo a Coach Pozzecco. Al Taliercio, in gara 5, i padroni di casa spinti da un grande Daye, con l’aiuto di Tonut, Bramos ed Haynes, vincono giocando un grande match e si riportano nuovamente avanti nella serie. La conferenza stampa del post gara del Coach della Dinamo fa scalpore per i toni.  La tensione sale. Si torna al Palas e i padroni di casa disputano un secondo tempo abbacinante, con Cooley, Thomas e gli esterni Spissu e Zorro McGee (con la sua giocata che rimane la più bella della stagione) sugli scudi: la Dinamo piega Venezia, rimandando il discorso scudetto alla gara 7.

Tha last dance; ci si gioca tutto in una gara. Un match che vale uno scudetto. È difficile descrivere l’atmosfera di gara 7. Il frastuono, clamoroso, senza precedenti del Taliercio. Un pubblico, come di rado si vede, a spingere tutti insieme e compatti gli Orogranata verso l’obiettivo finale, una vera bolgia. Mancano una decina di minuti alla palla a due, dal tunnel che porta agli spogliatoi sbuca, Gianmarco Pozzecco – dopo la conferenza stampa di gara 5 era prevedibile – il Palazzo viene giù con un boato allucinante, subissato di fischi nel momento in cui mette il primo piede dentro il parquet. Un uomo solo contro tutti. Inizia il match, si comprende subito che la Reyer è in missione scudetto trascinata dal suo capitan Haynes e da Gapi Vidmar; l’equilibrio dura in sostanza solo la prima frazione. Sono il talento di Daye, l’instinto di Bramos e la “garra” di De Nicolao ad allungare sul +9 alla fine dell’intervallo lungo. Si rientra in campo e il grego d’america scrive una pagina indelebile per lui e la sua Reyer : sigla 17 punti nel solo terzo periodo e spacca definitivamente la partita. Per la prima volta in vita sua, in una delle sue bombe realizzate, esulta con tanto di dedica verso la panchina della Dinamo. È la fine, “la favola” di Sassari sta per concludersi, i Biancoblù crollano. Un terzo tempo indemoniato. Da una parte con Bramos una vera macchina da canestri, la difesa, la transizione, la circolazione perfetta di palla; i ragazzi di De Raffaele sono ovunque, spinti dai tifosi volano verso il titolo, non sentono nemmeno la fatica. Dall’altra parte, i volti dei giocatori del Banco parlano che è finita: sono frastornati, fatto salvo per l’enfant du pays Marco Spissu, l’ultimo a mollare. Il Finale di tempo è ormai una festa, un tripudio della gente reyerina. Un rimbalzo difensivo con urlo di Julyanone Stone e poi la tripla frontale del “CIAONE” di Quez. Walter De Raffaele esulta indicando con una mano due in segno di vittoria e del secondo scudetto in tre anni, con l’altra batte sul cuore. It’s over. È finita, la Reyer Venezia è Campione d’Italia.