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tmw / milan / Editoriale
Pato, Boateng, Birsa: le verità nascosteTUTTO mercato WEB
© foto di Pietro Mazzara
venerdì 20 settembre 2013, 00:00Editoriale
di Luca Serafini
per Milannews.it

Pato, Boateng, Birsa: le verità nascoste

Chi era a San Siro mercoledì, ma probabilmente anche chi ha visto Milan-Celtic davanti alla televisione, avrà notato che gli scozzesi non sono certamente superiori per tecnica individuale, fraseggio, esperienza. Anzi. Tuttavia hanno messo in grave soggezione i rossoneri. Grazie a un'organizzazione di gioco visibile, palpabile, nei movimenti dei difensori, dei centrocampisti, degli esterni, delle punte, gli inserimenti, le sovrapposizioni, le diagonali. Non si dica che nel Milan mancavano troppi titolari: lo spettacolo di Torino non è stato affatto migliore, nonostante la presenza di molti di loro. I 4 gol della Provvidenza tra sabato scorso e mercoledì sono arrivati da due rabbiose, occasionali pantofolate di Muntari e Zapata, un rigore e una punizione. I risultati, comunque... Sono quelli che contano. Nessuno pretenda di divertirsi.

Il vomito postumo è un esercizio proprio dei pavidi, cioè quelli che scappano anche senza essere inseguiti. Dalla sua terra natia dove si è rifugiato dopo il naufragio della sua esperienza europea, Alexandre Pato accusa il Milan per i suoi ripetuti infortuni: diagnosi e prognosi sbagliate, fretta nei recuperi, preparazione eccetera. Viene facile pensare a come abbiano potuto - nel suo stesso periodo - arrivare a fine carriera ormai quarantenni Costacurta, Maldini, Inzaghi per esempio, o come possano continuare a giocare (benissimo) Seedorf e Pirlo o a 36 anni lo stesso Ambrosini che pure di infortuni ha sofferto spesso. La risposta è molto semplice: durante gli anni della loro carriera, come disse Robert De Niro in "C'era una volta in America", sono andati a letto presto. Alzandosi riposati, allenandosi con serietà, gestendosi secondo le proprie caratteristiche. In una parola, sono stati dei professionisti. Staff o non staff.

Siccome siamo in clima cinematografico, riesumiamo il capolavoro "Le verità nascoste", strepitoso successo di Robert Zemeckis nel 2000 interpretato da Harrison Ford e Michelle Pfeiffer. Una di queste è quella di Boateng: sembra un giocatore nuovo in Germania. Da una parte è assolutamente vero che abbiamo passato gli ultimi 2 anni a dibattere, disquisire, discutere sul suo vero ruolo che rimane un mistero, dato che utilizzato da esterno, da trequartista, da punta e da centrocampista, per 24 mesi i risultati sono sempre stati scadenti. Dall'altra è più credibile ipotizzare che ora sia un altro giocatore probabilmente perché - dopo 2 anni - ha finalmente smesso di twittare e ballare sulle punte e si è rimesso a fare il calciatore. E non vi è dubbio su come sia più facile essere i n.1 allo Schalke rispetto che al Milan.

Dopo l'entusiasmo agostano per il rinnovo del contratto di Robinho, in settembre abbiamo registrato l'euforia per lo scambio Antonini-Birsa. Cosa vuoi di più dalla vita? Per vedere Benatia, Strootman, Ljiajic a San Siro non c'è nessun problema: basta aspettare Milan-Roma.