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Gestaccio ad avversari, e mister Iunco lo toglie dal campo: "Ho agito da padre"

ESCLUSIVA TMW - Gestaccio ad avversari, e mister Iunco lo toglie dal campo: "Ho agito da padre"
sabato 4 novembre 2023, 14:04Altre Notizie
di Claudia Marrone

"Se la normalità fa notizia, è un problema, perché in un mondo che va sempre più veloce, della normalità dovremmo far tesoro. E noi allenatori, le scuole calcio, le società, la scuola, oltre ovviamente ai genitori, abbiamo il compito di riportare sui binari gli adolescenti che, come tali, hanno alle volte toni più accesi, commettono errori che li portano poi a crescere. Il mio calciatore è un bravissimo ragazzo, non mi sarei mai aspettato da lui questo gesto, e a maggior ragione ho deciso di redarguirlo": in esclusiva ai microfoni di TuttoMercatoWeb.com, esordisce così l'ex attaccante Antimo Iunco, oggi presidente e allenatore della società veronese FC Crazy Academy, che nei giorni scorsi si è reso protagonista di un esemplare gesto formativo. Il mister ha infatti richiamato in panchina, senza più permettergli di entrare in campo, un suo calciatore - della categoria Allievi provinciali Under 16 - che aveva rivolto un brutto gesto di scherno agli avversari, nel momento del gol che aveva permesso ai suoi di accorciare le distanze.

Iunco ha poi proseguito: "Il ragazzo, per quanto abbia capito l'errore, prenderà anche un'altra giornata di riposo, cosa che avrebbe preso anche in caso di espulsione, certi gesti proprio non mi piacciono: non sono il salvatore della patria, ma voglio provare a educare i ragazzi, per limitare i danni che già la società in generale può portare in un momento di crescita complesso pe tutti. Il mio gesto può esser condivisibile o meno, ma vado avanti per la mia strada, la società è perfettamente allineata con me".

Come hanno reagito i genitori del ragazzo?
"Si sono subito schierati dalla mia parte, sul fronte educativo la pensano come me, e questo è stato un altro bel segnale".

Ha chiuso la gara in inferiorità numerica, e gli avversari hanno segnato pure il terzo gol, vincendo. Deluso dall'atteggiamento altrui?
"Assolutamente no, perché né il mister né i ragazzi avversari si sono approfittati della situazione, hanno semplicemente continuato quello che dovevano fare. Io per altro avevo anche altre sostituzioni da poter effettuare, ma ho preferito concludere in inferiorità numerica anche per dare un segnale a tutti gli altri ragazzi".

In una recente intervista, ha detto che se il gesto fosse stato compiuto da suo figlio, la punizione sarebbe stata doppia...
"Assolutamente sì, confermo. Ai miei figli do tutto me stesso, ma su scuola, educazione e rispetto verso gli altri sono intransigente: non voglio che perdano di vista questi aspetti, poi da me hanno davvero il mondo. E mio figlio, che gioca nella squadra, deve dare il doppio dell'esempio, proprio per i valori che cerchiamo di trasmetterli. Chiaramente anche lui commette le sue marachelle, i ragazzi hanno il diritto di sbagliare, ma gli adulti hanno il dove di intervenire e correggerli. Certe situazioni sono davvero un colpo al cuore".

Il fatto che il calcio agevoli comunque i giovani con regole precise, può farli sentire sul campo legittimati a compiere certi gesti?
"No, non è questo il problema. La questione di fondo è che i ragazzi di oggi vivono troppo nel virtuale, è difficile spesso rapportarsi con loro, i social non sono un buon esempio, anche se la vita sta andando in quella direzione. Il problema è sociale, non calcistico".

Dalla Federazione o dalle istituzioni calcistiche ha ricevuto qualche telefonata?
"No, e nessuno mi deve chiamare, perché io ho solamente applicato proprio quanto ci viene insegnato ai corsi federali per svolgere poi una data professione: non ho fatto nulla di straordinario. Mi ha chiamato un collaboratore dell'AIC e ho letto una bella intervista di Ulivieri, ma non voglio troppo clamore per una cosa che, come ho detto da subito, deve esser la normalità. Ho agito da padre, non da allenatore".

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