
Vanja Vlahovic, il nuovo gioiello dell'Atalanta: "Non sono ancora nessuno"
Talento cristallino, piedi educati e umiltà sorprendente: Vanja Vlahovic, il capocannoniere della Serie C con la maglia dell’Atalanta Under 23, non ha intenzione di montarsi la testa. Nonostante una stagione stellare condita dal debutto in Serie A e dal titolo di miglior marcatore del girone A, il giovane talento nerazzurro mantiene i piedi per terra e pensa solo a migliorarsi.
UNA TELEFONATA DA SOGNO - Tutto ha avuto inizio con una chiamata arrivata all'improvviso. «Ricordo perfettamente quel giorno», racconta Vlahovic ai microfoni de La Casa di C. «Mi squilla il telefono, è il mio procuratore che mi dice di andare immediatamente allo stadio a firmare il contratto con l'Atalanta. Non riuscivo a crederci. Rimasi in attesa tutto il pomeriggio, fino a quattro minuti dalla chiusura del mercato: ero ufficialmente un nuovo calciatore nerazzurro».
AMBIENTAMENTO DIFFICILE - Il talento però non basta, e l'adattamento iniziale non è stato semplice: «I primi mesi in Italia sono stati complicati», ammette il classe 2004. «Un paese nuovo, la lingua, gli allenamenti durissimi. Però a Bergamo sono stato accolto subito come uno di famiglia. La società è stata straordinaria, mi ha aiutato in tutto, e ora sono felice».
ESORDIO INDIMENTICABILE - Emozioni forti anche per il primo assaggio della Serie A con la maglia nerazzurra contro il Como. «Sinceramente, durante la partita ero quasi in trance. Ho realizzato davvero solo a fine gara parlando con i miei genitori, emozionati almeno quanto me. Solo allora ho capito che cosa era successo: avevo esordito in Serie A».
LA STAGIONE DEI RECORD - Oltre a quel debutto prestigioso, c'è stata una stagione da incorniciare con la formazione Under 23, trascinata dai suoi gol. «Abbiamo sfiorato qualcosa di straordinario, ci è mancato davvero pochissimo. Ci credevamo tutti, era un gruppo fantastico. Devo molto al mister Modesto: ha creduto sempre in me, anche nei momenti difficili. Senza la sua fiducia, non sarei riuscito a segnare così tanto».
OBIETTIVI PER IL FUTURO - La testa di Vlahovic, però, resta concentrata sui prossimi passi: «Voglio essere chiaro: non ho ancora fatto niente, devo crescere tantissimo. Non mi sento ancora arrivato, so che la strada è ancora lunghissima. L’esordio e i gol sono stati momenti speciali, ma rappresentano solo l'inizio».
Parole che racchiudono la maturità di un giovane che nonostante il successo precoce mantiene lucidità e fame di successo. L’Atalanta può sorridere: forse ha trovato l'ennesimo talento destinato a lasciare un segno.







