
L’eredità di Gasp arriva in Europa: il Nizza di Haise parla (calcisticamente) bergamasco
"Gasperini lo seguo da quando era all'Atalanta. È dal 2018 che anche io ho evoluto il mio sistema di gioco”. Franck Haise, allenatore del Nizza prossimo avversario della Roma, lo dice chiaramente: Gian Piero Gasperini ha cambiato il suo modo di vedere calcio. E non solo il suo.
Il tecnico dei francesi, in campo con i giallorossi domani alle 21, adatta un modulo che ricorda molto da vicino quello dell’Atalanta di Gasp: 3-4-2-1, con punta centrale e giocatori uomo su uomo. La piccola grande rivoluzione nerazzurra ha fatto il giro dell’Europa: difesa compatta, gli esterni che spingono, pressing alto i concetti fondamentali.
Le parole di Haise, peraltro, confermano quello che spesso si è scritto della Dea di Gasperini: alla fine è riuscita a vincere un trofeo, la storica Europa League di Dublino, ma a volte contano altri traguardi, altri risultati. È la restituzione al calcio di un significato diverso dalla caccia alla vittoria immanente: trasmettere un pensiero, una filosofia, un modo di pensare il gioco più bello del mondo. E Gasperini ha influenzato una generazione, da questo punto di vista.
Il paradosso, se si vuole, è che tra gli interpreti del Nizza, con ottime probabilità titolare anche domani sera, ci sarà chi a Bergamo non aveva fatto esattamente impazzire Gasperini. Di Jeremie Boga, il tecnico di Grugliasco aveva detto parecchie cose, e non sempre positive: “È stato pagato come un campione decisivo ma al momento è un giocatore individuale e basta. Ma è giovane, imparerà”, spiegò nel 2022 per difendere a modo suo il ragazzo da alcune pressioni eccessive. Il morale della favola? A Bergamo, Boga ha giocato 47 partite in due stagioni, con una media di 42 minuti a gara, quattro gol e sei assist.
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