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Avellino fa rima con Eziolino, ma questa squadra ha bisogno di una società in salute
giovedì 24 ottobre 2019, 09:30Copertina
di redazione TuttoAvellino
per Tuttoavellino.it

Avellino fa rima con Eziolino, ma questa squadra ha bisogno di una società in salute

Avellino fa rima con Eziolino, con buona pace dei suoi contestatori.

Questa squadra è un’altra squadra con lo special one italico, non ce ne voglia Giovanni Ignoffo, che s’è preso la patata bollente in estate lasciando al suo successore dieci punti all’attivo, ma anche molti problemi soprattutto sulla tenuta mentale di qualche calciatore. Capuano aveva detto che avrebbe lavorato soprattutto sulla testa dei suoi ragazzi, e così è stato. L’Avellino è tenace come l’acciaio, si piega ma non si spezza. E’ granitico in difesa, si sgretola, ma non crolla. Fa ancora fatica in attacco, Charpentier a parte, ma si può rimediare anche in questo caso. L'Avellino ha resistito alla furia della Ternana, altra corazzata come il Bari, chiudendo l’incontro con un ’97 (Illanes), un ’98 (Rossetti), tre ’99 (Silvestri, Micovschi e Charpentier) e un 2000, e che 2000, quel Fabiano Parisi che ha fatto stropicciare gli occhi ai telecronisti di Rai Sport.

In generale tutta la squadra ha risentito positivamente della cura Capuano, commosso in sala stampa nel paragonare il suo Avellino a un bimbo di 4 mesi da tenere in braccio e difendere dalle avversità e dai pericoli. E l’Avellino di pericoli intorno ne ha a iosa, a iniziare da una società che continua a subire schiaffoni, finita nel mirino della Procura e della Guardia di Finanza che, a braccetto, indagano sulla Sidigas e sul suo passato.

Il blitz nella sede della Covisoc di ieri mattina è solo l’ultima notizia negativa delle tante che da inizio estate affollano telegiornali, quotidiani e siti di informazione. Se ieri l’Avellino, intesa come squadra, ha restituito fiducia a un popolo vessato dalle vicissitudini dell’ultimo periodo, l’Avellino, inteso come società di proprietà del gruppo Sidigas, è ancora una zattera che cerca di non ribaltarsi nel mare in tempesta.

E allora perché non cedere, se non si ha la possibilità di portare avanti il progetto?

Negli ultimi giorni si è rifatta avanti la Ap Green dell’imprenditore Antonio De Sarlo, rappresentato dall’ex responsabile dell’area marketing ai tempi di Taccone, Roberto Di Gennaro e dall’avvocato Edonolfo Nittolo. L’offerta di 1 milione e 100mila euro, inizialmente dilazionata in 23 rate, è passata a 9 rate per venire incontro alle richieste dell’attuale proprietà biancoverde, che continua, però, a tergiversare, rimangiandosi quanto dichiarato in sala stampa dal presidente Mauriello nel giorno della conferenza stampa di Capuano: “La società è in vendita”. Peccato che alla richiesta di visionare il bilancio della società, l’Ap Green si è sentita rispondere picche.

Quindi l’Avellino è davvero in vendita o la Sidigas non si fida dei potenziali acquirenti? Domande che non trovano risposte. Se davvero c’è l’intenzione e la necessità di vendere l’U.S. Avellino, allora perché si cerca di fare scappare via lontano chi è interessato a succedere? Qual è davvero l’intenzione della Sidigas?

Pensiamo che questa squadra, tornata a fare cantare i propri tifosi, meriti una proprietà in salute, con la mente e le spalle sgombre da cattivi pensieri, e che non sia ostaggio di ripicche politiche e manfrine di vario tipo. Mario Dell’Anno ha dato il suo aut aut: cambio di proprietà entro il 31 dicembre o addio logo? Basterà?