Menu Serie ASerie BSerie CCalcio EsteroFormazioniCalendariScommessePronostici
Eventi LiveCalciomercato H24MobileNetworkRedazioneContatti
Canali Serie A atalantabolognacagliaricomocremonesefiorentinagenoahellas veronainterjuventuslazioleccemilannapoliparmapisaromasassuolotorinoudinese
Canali altre squadre ascoliavellinobaribeneventobresciacasertanacesenafrosinonelatinalivornonocerinapalermoperugiapescarapordenonepotenzaregginasalernitanasampdoriasassuoloturris
Altri canali mondiale per clubserie bserie cchampions leaguefantacalciopodcaststatistiche
tmw / cagliari / Ex rossoblù
Matri: "Allegri è un leader, sa valorizzare i giovani. Scudetto? Io dico Napoli"TUTTO mercato WEB
© foto di Daniele Buffa/Image Sport
Oggi alle 14:45Ex rossoblù
di Paola Pascalis
per Tuttocagliari.net

Matri: "Allegri è un leader, sa valorizzare i giovani. Scudetto? Io dico Napoli"

Protagonista in occasione della conferenza stampa di presentazione della Cittadella dello Sport di Tortona, in programma il prossimo 18 ottobre, Alessandro Matri, ex attaccante del Cagliari, ha parlato dei temi legati alla Serie A e al calcio italiano. Di seguito quanto riportato dai colleghi di TMW:

C'è il rischio di un eccesso di aspettative su Pio Esposito?

"L'errore sarebbe metterlo alla ghigliottina ai primi errori. Ha una grande responsabilità e ora dovrà prendere il posto di Thuram: sappiamo tutti che non è al suo livello, ma sarebbe un errore fare il confronto. In questa settimana ho sentito anche parlare di una specie di gara con Camarda: non è una gara tra i giovani. L'importante è arrivare in Serie A, starci e migliorarsi. Ha grandi margini di miglioramento, ha già dimostrato di poterci stare in una squadra come l'Inter: avrà cali e picchi, non va esaltato e nemmeno buttato giù. Mi sembra che l'approccio di Chivu, pronto a proteggerlo e a esporlo a seconda dei casi, mi sembra perfetto".

Che effetto le fa immaginare San Siro abbattuto?

"Siamo nel 2025, credo che le società di calcio debbano avere stadi di proprietà. Ci vuole questo passaggio, è normale che dispiacere. lo li ho preso tanti fischi e basta (ride, ndr), diciamo che per certi versi mi fa anche piacere. Scherzi a parte, c'è da andare avanti e stare all'avanguardia".

Su chi punterebbe per vincere lo scudetto?

"lo dico Napoli. È campione in carica e ha allungato la rosa, in più ha un allenatore con maggiore esperienza nel campionato italiano rispetto all'allenatore dell'Inter, che in questi anni è la squadra da cui ha perso lo scudetto e da cui ci si aspettava di più".

Un parere sulla prima Inter di Chivu?

"Molto positivo. Viene da un cambio di allenatore, la squadra era abituata ad avere Simone Inzaghi ma lui è entrato a piccoli passi, con le sue idee e cambiando qualcosa. La sconfitta con la Juve non è stata forse valutata bene per la prestazione della squadra, credo l'Inter mantenga sempre la sua forza"

Hai ritrovato un Allegri diverso, più cresciuto?

"No, ho ritrovato il solito Allegri. Per me è un leader, ha bisogno di una squadra: a Torino ha avuto anni complicati, tra questioni societarie e altro. È normale che, se la tua squadra ha determinate caratteristiche, tu possa valorizzarla di più. Secondo me sta dando una forma solida, e la società si è mossa bene inserendo Tare che è un direttore che comunque è un dirigente di campo. Ma pure Allegri che è un allenatore che sa gestire, sa far crescere e valorizzare i giovani. E in più sa dare una solidità difensiva: della partita col Napoli si è parlato tanto del gioco nel secondo tempo, ma non si è sottolineato il rendimento difensivo del Milan, in un reparto che era considerato un potenziale punto debole".

I gol di Esposito e Camarda possono rappresentare un'inversione di tendenza?

"Non lo so, serve tempo. In Italia manca un grande centravanti da tanto tempo e non andiamo ai Mondiali da due edizioni: sono cose che incidono e alzano le pressioni. Le possibilità ai giovani le danno anche in Italia, poi il giovane deve rispondere. Un allenatore non è autolesionista: i giovani che fanno la differenza li fa giocare. Si è visto con Kean: a Torino giocava e non segnava, a Firenze ha segnato tantissimo. Bisogna trovare la propria dimensione".