
Zenga: "Impiego giovani? In Cagliari-Juve segnarono Simeone e Gagliano: in queste finestre di fine stagione, i club spingono per la valutazione dei talenti"
L'ex portiere Walter Zenga è stato intervistato ai microfoni del podcast Centrocampo e ha ripercorso alcuni momenti della sua carriera da allenatore. In particolare, si è soffermato su due episodi che hanno riguardato le sue esperienze a Catania e a Cagliari, in cui gli era stato chiesto di far giocare i giovani, anche per valorizzarli dal punto di vista economico. Queste le sue parole sintetizzate da TuttoCagliari.net:
"L'anno dopo, al Catania, avevamo fatto il record di punti in Serie A per la prima volta. Ma questo accadde nonostante le ultime sei partite: ne perdemmo cinque e ne vincemmo una, perché la società mi disse di far giocare determinati giocatori (si pensi al portiere Kosicky, ad esempio), e hanno giocato. Ed è anche per questo che me ne andai. Queste obbligazioni da parte della società avvengono per motivi contrattuali, oppure perché, una volta raggiunto l'obiettivo salvezza, si ha la possibilità di valutare tutti i giovani. Non è facile per un allenatore gestire questi momenti, perché da un lato vorresti schierare i titolari per ambire a 50 punti, non fermarti a 43. Si tratta, comunque, di un meccanismo generale nel calcio. Ad esempio, col Cagliari, nel periodo del COVID, si vince 2-0 contro la Juve alla penultima del campionato, e segna Simeone, ma segna anche Gagliano. Sono casi dove, in queste finestre di fine stagione, i club spingono per la valutazione dei talenti. È un po' complicato da spiegare, ma questa è la realtà della gestione dei giovani quando la classifica è ormai decisa".







