
E ora chi parte? La permanenza di Klinsmann ‘impone’ un’uscita pesantissima…
Un semplice infortunio può stravolgere in un batter d’occhio i piani di mercato di due squadre. Quello occorso ad Alfred Gomis, il portiere senegalese del Palermo, durante l’amichevole di sabato contro il Manchester City, ha mandato a ramengo una delle trattative più complesse e promettenti di questa sessione estiva, lasciando il Cesena con un’annosa questione da risolvere in fretta: rimangono ora tre settimane per effettuare una cessione remunerativa.
Ciò che inizialmente sembrava un azzardo di mercato per il Palermo e una cessione di successo per il Cesena, si è trasformato in un pericoloso boomerang per la società romagnola. La trattativa, ormai ai dettagli, prevedeva il passaggio di Klinsmann in Sicilia a fronte di un’operazione finanziaria di notevole entità: prestito onerosissimo con diritto di riscatto facilmente tramutabile in obbligo al conseguimento di determinati obiettivi, più ulteriori bonus legati alla promozione in Serie A delle aquile rosanero e alla successiva salvezza, per un totale potenziale di oltre 2,2 milioni di euro. A questo si aggiungeva l’arrivo a costo zero di Alfred Gomis, portiere di esperienza che avrebbe sostituito Klinsmann, con il Palermo pronto a pagare una buonuscita per abbassarne l’ingaggio.
La frattura del radio di Gomis, a seguito della parata effettuata respingendo una conclusione violenta e ravvicinata di Reijinders, ha fatto saltare tutto. Contrariamente a quanto si vociferava nel primo pomeriggio di oggi, il club di proprietà del City Football Group Ltd non ha ritenuto più sussistenti le condizioni per chiudere l’affare e ha depennato Klinsmann dal proprio taccuino, assicurandosi con prontezza e sagacia le prestazioni del finlandese Jesse Joronen, un estremo difensore che era anche nella lista del Cesena.
Per il club romagnolo, la permanenza di Klinsmann è una notizia negativa in ottica plusvalenze. Da oltreoceano è stato stabilito un diktat chiaro: è necessario cedere un pezzo pregiato per fare cassa in questa sessione di calciomercato. Jonathan Klinsmann, a ventotto anni e con un contratto in scadenza il prossimo giugno, rappresentava la pedina perfetta per centrare questo obiettivo. La sua buona stagione in Serie B lo rendeva appetibile, ma non così insostituibile da non poter essere rimpiazzato con un portiere più esperto come Gomis o Joronen.
Ora che Klinsmann resta, la pressione per fare plusvalenza ricade su talenti della rosa più giovani. I papabili? Berti, novello regista nello scacchiere di Mignani; Francesconi, che nelle amichevoli estive è stato utilizzato relativamente poco ed è oggi visto dal tecnico genovese come alternativa a Dimitri Bisoli; Cristian Shpendi, su cui la Fiorentina pare tornata ad insistere parecchio e per il quale la prima richiesta del Cesena è di otto milioni.
L’uscita di scena di uno di questi giocatori, a differenza di quella di Klinsmann, avrebbe un impatto sportivo e morale ben più significativo. Sacrificarne anche uno solo sarebbe un duro colpo per le ambizioni della squadra rispetto a privarsi di un giocatore ventottenne che annovera una sola stagione discreta in cadetteria nel proprio curriculum.
Infine, rimane l’incognita sul futuro di Klinsmann stesso. Il suo contratto scade a giugno e, in assenza di una cessione, il Cesena dovrà avviare una trattativa per il rinnovo. Rinnovo che dovrà attenersi ai paletti fissati come monte ingaggi, ossia i 250mila euro netti. Ad oggi è quello che percepiscono Bisoli o Mangraviti, giusto per citare due esempi. Il solo Bastoni sfora questo tetto e il Cesena gradirebbe privarsi di quei 400mila euro netti che gravano sulle casse del club. Le richieste dell’agente di Klinsmann, a fronte di una stagione positiva e di un’offerta del Palermo da capogiro, potrebbero essere elevate. Rischia così di crearsi una situazione di stallo, con il giocatore che si avvicina alla scadenza del contratto e il Cesena che si ritrova in una posizione negoziale debole.







