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UN ADVISOR PER VENDERE LA FIORENTINA. LE MOSSE DI DIEGO. SI LAVORA PER COINVOLGERE EURNEKIAN, PROPRIETARIO DELL'AEROPORTO. IL FONDO DEL QATAR. PER SALVARSI MONTELLA VA ESONERATO SUBITOTUTTO mercato WEB
© foto di Federico De Luca
martedì 21 maggio 2019, 00:00L'opinione
di Enzo Bucchioni
per Firenzeviola.it

UN ADVISOR PER VENDERE LA FIORENTINA. LE MOSSE DI DIEGO. SI LAVORA PER COINVOLGERE EURNEKIAN, PROPRIETARIO DELL'AEROPORTO. IL FONDO DEL QATAR. PER SALVARSI MONTELLA VA ESONERATO SUBITO

Confesso di essere stupito e incredulo per quello che sta accadendo, il dramma sportivo che la Fiorentina e Firenze stanno vivendo è allucinante. Sono più di due anni che, spesso praticamente da solo, circondato da cicale adoranti e bistecche unte, denuncio errori ed omissioni di Corvino, un modo sbagliato e assurdo di fare calcio da parte dei Della Valle, i rischi che la Fiorentina stava correndo con questa squadra modesta e imperfetta, eppure mai lontanamente avrei pensato che potesse finire così. Con l’acqua alla gola a una giornata dal termine, la paura della retrocessione addosso ventisette anni dopo Cecchi Gori. Della serie quando la realtà va oltre ogni limite.

Ebbene, preso atto di quello che sta accadendo, paradossale e incredibile, oggi pensare soltanto alla salvezza può sembrare persino riduttivo. Sono due i binari paralleli che stanno correndo in questi giorni dritti verso la Fiorentina e bisogna tenerli d’occhio entrambi. Aspettando una salvezza difficile, ma non impossibile, è altrettanto inquietante cercare di capire cosa farà Diego Della Valle un minuto dopo la fine del campionato. Lo ha annunciato lui nella famosa lettera aperta, allora cosa farà?

Tutte le fonti che ho sondato portano ormai a una conclusione quasi inevitabile: la cessione della Fiorentina.

Ferma restando l’imprevedibilità di Diego Della Valle, anche quelli che lo conoscono meglio concordano nel dire che ormai non c’è altra strada né soluzione. Dopo la lettera aperta appena citata contro Firenze e i fiorentini, sindaco compreso, la situazione non è più recuperabile, salvezza o non  salvezza (toccando ferro). E allora?

Secondo indiscrezioni Ddv avrebbe deciso di dare mandato a una banca d’affari o starebbe per farlo, per nominare un Advisor in grado di valutare la consistenza economica della Fiorentina per poi metterla sul mercato.

In attesa di conferme ufficiali che ovviamente non ho, ma lo ammetto serenamente, scrivo di queste indiscrezioni perché le fonti che ho sentito sono autorevoli e la decisione sarebbe ragionevole.

Salvo colpi di testa o ripicche non razionali che non mi aspetto, dopo la lettera già citata, è chiaro che le strade sono soltanto due: o i Della Valle vendono o tengono Chiesa, rilanciano e fanno una squadra forte.

Perché questa seconda ipotesi passa in secondo ordine?

Perché Diego sta pensando a risollevare difficoltosamente le sue aziende del lusso e non può pensare di distrarre energie e capitali in altre attività. A maggior ragione visto il clima non simpatico che c’è a Firenze attorno a lui e alla sua famiglia. Sarebbe come darla vinta a chi attacca, sbeffeggia, contesta e Diego non ha alcuna intenzione di farlo.

Vendere è la cosa più logica, forse l’unica, e se Diego ha davvero intenzione come si dice nel suo ambiente, di nominare un advisor, questa volta si fa davvero sul serio.

Ma cosa scrisse Ddv nella famora lettera? Lo ricordate?

La sostanza era questa: voglio vedere se c’è qualcuno in grado di comprare la Fiorentina e fare meglio di noi. Una grande sfida, una mano di poker.

E allora, se Diego nomina l’advisor, c’è qualcuno che potrà dire vedo, compro?

Mi dicono di sì. Questa risposta affermativa oggi è possibile, anzi probabile.

Intanto un advisor dovrà dare una valutazione congrua al valore della Fiorentina. Se verrà rimosso lo scoglio dei 250 milioni di euro come di sicuro consiglierà l’advisor, trovare un acquirente sarà più facile.

Chi potrebbe essere interessato? Secondo indiscrezioni, si starebbe lavorando sottotraccia da tempo a una soluzione praticabile con il benestare della politica, delle istituzioni e dell’imprenditoria che stanno vivendo con fastidio e difficoltà questi anni grigi e incerti dei Della Valle. Non si può andare avanti in questa incertezza, con una squadra che non va e uno stadio da costruire.

Diciamo la verità che nessuno vuole dire apertamente: i Della Valle a Firenze sono ormai un corpo estraneo e ne va preso atto.

Il sindaco Nardella per tanto tempo ha lavorato per ottimizzare la situazione, per integrarli, forse ha creduto davvero di poter coinvolgere gli imprenditori marchigiani nel progetto Firenze, ma anche lui deve essere rimasto parecchio deluso almeno a giudicare dalle ultime esternazioni. S’è scottato? Ma non solo lui.

Ecco allora che trovare soluzioni e potenziali acquirenti per una Fiorentina diversa, diventa una conseguenza abbastanza normale e un impegno che in diversi a Firenze si sono presi negli ultimi mesi.

Risulta, anche se mi aspetto smentite, che si stia lavorando attorno all’entourage del magnate argentino di origini armene Eduardo Eurnekian per cercare di convincerlo a investire sulla Fiorentina da solo o con qualche socio e contemporaneamente costruire anche lo stadio.

Chi è Eurnekian lo sappiamo tutti. Proprietario di una cinquantina di aeroporti nel mondo, da qualche anno ha comprato anche gli scali di Peretola e di Pisa mettendoli in sinergia con la sua società Corporacion America. Eurnekian è un uomo che vale 1,5 miliardi di dollari l’anno e dopo aver comprato l’aeroporto, un anno fa ha stilato anche un accordo con il gruppo Unipol per comprare l’area di Castello, 123 ettari, a 75 milioni di euro. Come è facilmente comprensibile anche a chi non opera nella finanza e nell’imprenditoria, anche per uno come Eurnekian potrebbe diventare interessante gestire il trasferimento della Mercafir su terreni che sono suoi, costruire lo stadio e mettere in sinergia tutta una vasta zona che aspetta lo sviluppo dell’aeroporto e non solo.

Il brand Fiorentina potrebbe diventare funzionale, quasi una benzina per mettere in moto i motori. Una operazione che sulla carta potrebbe sembrare semplice, in realtà richiederebbe un investimento attorno ai seicento milioni di euro (400 per lo stadio, 180 circa per la Fiorentina) che non sono propriamente noccioline. Non è il momento di illudere nessuno, ma rispetto ad altre situazioni, questa ha basi solide di discussione.

Già poco meno di un anno fa vennero fuori delle voci, ma Eurnekian si affrettò a smentire. Forse era tutto prematuro. Oggi la situazione sarebbe cambiata e le smentite di allora furono obbligatorie perché l’idea era appena partita e c’era il timore di far saltare tutto. Oggi in molti si sarebbero portati avanti e anche se non c’è l’ok di Eurnekian e su questo bisogna essere chiari, il lavoro di convincimento non si ferma e proseguirà. E’ tutto sottotraccia, le elezioni comunali di domenica prossima impongono silenzi assoluti, molto è legato al risultato delle urne, ma la tavola è apparecchiata. Aspettando Diego…

E qui veniamo al fondo del Qatar del quale si parla da giorni. L’intenzione di investire nel calcio è ovvia in vista dei mondiali del 2022. Lo sceicco Al Khelaifi vuole andare oltre il Psg, interessano altre capitali storiche, città mondiali, e il budget è ricco. In Italia l’attenzione ora è tutta sulla Roma, ma pure una città come Firenze potrebbe avere un appeal. Anche sul fondo del Qatar, come con Eurnekian, ci sono intermediari che stanno lavorando. La strada di una compartecipazione con Eurnekian nell’acquisizione della Fiorentina, magari solo per costruire lo stadio e la cittadella viola, potrebbe essere un’idea sulla quale lavorare con il fondo del Qatar.

Insomma, qualcosa si muove e non è vero che per la Fiorentina non c’è interesse come più volte ribadito da Ddv.

Non resta che aspettare un minuto dopo la fine del campionato per conoscere le decisioni di Diego. Le aspettano in tanti, soprattutto i tifosi che sono esasperati da questi tre anni di non calcio con una squadra a brandelli.

Intanto i tifosi, per senso di amore e responsabilità, hanno suonato l’adunata. Domenica sera ci saranno tutti per sostenere la Fiorentina nell’ultimo sforzo. Speriamo decisivo.

Quello che imbarazza, come sempre, è il silenzio dei dirigenti e il fuggi fuggi generale. Dove sono i Della Valle? Dov’è Cognigni? Che fine ha fatto Corvino?

Non è possibile che si osservi inermi all’implosione di una squadra. Sei sconfitte nelle ultime sei partite sono un dato che racconta una drammatica verità: questa squadra non esiste più. Gioca peggio di Genoa e Empoli. Psicologicamente è più devastata di Genoa e Empoli. Ma tutti stanno a guardare e sentire le conferenze stampa di Montella è più imbarazzante delle sconfitte. Se qualcuno ragionasse di calcio avrebbe capito che questa squadra non ha accettato il dopo-Pioli, inconsciamente ha rifiutato il nuovo allenatore, ha spento la luce, non ha più risorse mentali e fisiche. E Montella in crisi non è in grado di metterci del suo. Questa è l’amara verità: la Fiorentina può perdere anche con il Genoa che ha rabbia, voglia e ci crede. Non si può solo sperare nelle disgrazie dell’Empoli che per altro sta benissimo e gioca un calcio brillante. La Fiorentina ha bisogno di un elettrochoc e il calcio in questi casi deve essere spietato. Per aumentare le possibilità di vittoria, per svegliare questo gruppo, Montella andrebbe immediatamente esonerato. Cosa si aspetta dopo sei sconfitte consecutive, davvero si vuole la retrocessione?

Al posto di Montella basterebbe mettere Bigica con la supervisione di Antognoni, ora la squadra va messa davanti alle sue responsabilità con una minaccia: se andiamo in serie B venite tutti con noi. E invece niente. Oggi giorno libero, tutte le colpe agli arbitri che per una volta non ne hanno, le accuse ai tifosi che creano tensioni e autoassoluzione per tutti. Teniamo tutte le energie in serbo per spingere la Fiorentina verso la salvezza, ma dopo tanti di questi dirigenti dovranno sparire. Se hanno buon gusto dovrebbero immediatamente dimettersi al novantesimo. E non parlo solo di Corvino e di altri, anche Montella non è più presentabile. Purtroppo per lui la smania di tornare l’ha fregato, non ha capito cosa stava succedendo, forse si è sopravvalutato, ma anche lui non è più quello del 2012...