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Notte amara per una Viola imperfetta: addio al sogno Conference. Ora per l'Europa serve un'impresaTUTTO mercato WEB
© foto di www.imagephotoagency.it
Oggi alle 01:00Copertina
di Andrea Giannattasio
per Firenzeviola.it
fonte dal nostro inviato allo stadio Artemio Franchi

Notte amara per una Viola imperfetta: addio al sogno Conference. Ora per l'Europa serve un'impresa

Stavolta la maledizione della Conference per la Fiorentina si è interrotta in semifinale. In una notte imperfetta, dove la Viola non ha certo mostrato la miglior versione di sé ma ce l'ha comunque messa tutta, si è spezzato sul più bello il sogno di centrare la quarta finale negli ultimi tre anni e l’obiettivo di ottenere la qualificazione alla prossima Europa attraverso la vittoria di un trofeo che, a Firenze, continua a mancare dal 2001. Adesso alla squadra di Palladino restano solo le prossime tre giornate di campionato per provare a migliorare il rendimento della passata stagione (ma la freschissima estromissione dalla Conference al penultimo atto, unita all’eliminazione in Coppa Italia già agli ottavi di finale, deve quantomeno far segnare un segno meno rispetto ai percorsi dell’ultima annata finita in archivio): un target non facile, quello di fare nove punti tra Venezia, Bologna e Udinese, ma possibile. Sperando che le altre perdano punti per strada.

Cuore e imprecisioni
Serata imperfetta dicevamo. Sì perché, al netto del cuore che la Fiorentina ha mostrato dopo lo svantaggio (meritato) alla mezz’ora in seguito alla rete di Antony - tanto provocatorio quanto bravo, il brasiliano - con la straordinaria doppietta di Gosens, quella varata da Palladino non è stata certo la miglior Viola della stagione. La pesante assenza di un giocatore di equilibrio come Cataldi (unita alla prova deleteria di Adli, che si è fatto vedere solo per una sequela di palloni persi e per il bell’assit per il 2-1), il solito Fagioli in apnea, un Dodo al 50% (a star larghi) e un Gudmundsson che sembra sia facendo di tutto per non meritarsi la conferma (ma perché l'islandese è rimasto in campo 95’?) hanno complicato i piani dell’allenatore, che con l’ingresso di Richardson a inizio ripresa ha avuto il merito di dare più equilibrio a una squadra abile a tenere botta - anche grazie a De Gea - fino ai supplementari, dove la doccia gelata del gol di Ezzalzouli e i restanti 22' pasticciati hanno del tutto cambiato le carte in tavola. Un capitolo a parte lo meritano i subentrati: tutti pressoché impalpabili. L'ultima notte europea di questa stagione ha confermato - semmai ce ne fosse stato bisogno - che quando Palladino si volta verso la panchina vede tutto fuorché qualità. E capacità di incidere a gara in corso.

La più forte degli ultimi anni
La sensazione, però, è che il tasso tecnico del Betis dalla cintola in su (in difesa e in porta, però, mamma mia!) abbia fatto la differenza, garantendo alla squadra di Pellegini una qualificazione più che meritata. E questo sentore viene confermato soprattutto dai numeri: 28 tiri totali concessi agli avversari, di cui 11 in porta, con un coefficiente di xG di oltre 2 reti e mezzo (2,69 per l’esattezza). E sotto questo profilo la pur generosa prova delle difesa, sorretta da un monumentale De Gea, non è bastata. Ecco perché non c’è da meravigliarsi se, in sintesi, è lecito dire che la Fiorentina è stata eliminata per mano della squadra più forte mai incontrata in questi ultimi tre anni di Conference (West Ham, Basilea, Brugge e Olympiacos erano, allora, di un tasso tecnico inferiore): magra, magrissima consolazione. Certo, come già detto, la gestione incerta del secondo tempo supplementare e il valore delle seconde linee resteranno aspetti sui quali riflettere a lungo.

Ma adesso serve un’impresa
Dunque adesso testa al campionato, a cominciare dalla delicatissima sfida di Venezia di lunedì. Dove si presenterà una Viola pressoché stremata dopo 120’ di stress fisico e mentale da record e, per giunta, con l’handicap di aver perso in appena cinque giorni una chance e mezzo per confermarsi nei tornei Uefa (il doppio schiaffo Roma-Betis farà a lungo male, eccome se lo farà). Eppure la possibilità di migliorare lo score della passata stagione e di raggiungere l’obiettivo minimo dell’Europa è ancora vivo. Difficile, ma possibile. Intanto, anche per questa edizione di Conference può bastare così.