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tmw / fiorentina / L'editoriale
Il mantra del mercato viola: meno scouting e più rapportiTUTTO mercato WEB
Oggi alle 00:00L'editoriale
di Stefano Prizio
per Firenzeviola.it

Il mantra del mercato viola: meno scouting e più rapporti

Tutti gli uomini sono mortali, Socrate è un uomo, quindi Socrate è mortale. Questo è uno dei sillogismi più noti del grande filosofo Aristotele. Ma mentre la calura impazza e gli annuali fochi a Firenze sono già stati sparati ( peggio dell’anno scorso), quello che arrovella le menti accaldate dei tifosi viola, non è il sillogismo di Socrate, bensì quello di Moise: se Kean andrà via, sarà per sua e sua sola responsabilità, quindi se Kean alla fine resterà, sarà per suo e suo solo merito. E’ lui e lui solo dovremo ringraziare. Ecco che diventa del tutto inutile che taluni, i più accesi barbudos societari, intesi come i portatori di lunghe barbe che sostennero la rivoluzione castrista a Cuba, tentino già di apparecchiare un’eventuale augurabilissima permanenza del bomber come un grande colpo della società viola o addirittura come il "vero grande regalo del presidente", tanto per richiamare alla memoria usi costumi e formule di vecchie gestioni.

Già perchè se è vero come pare che la Fiorentina ha tentato nei mesi scorsi di ricontrattare la famigerata clausola da 52 milioni che minaccia di far andare altrove Kean dopo appena un anno ad alti livelli, è altrettanto vero che non c’è riuscita, forse perchè l’offerta che ha fatto al calciatore, il quale arriva da una stagione in cui ha segnato una ventina di reti, non sono state da club particolarmente ambizioso per convincerlo. Già perchè non può sempre essere colpa dei giocatori, come nel caso di Dodo che resta in uscita perchè, dice la Fiorentina, non sta accettando l’offerta che gli è stata fatta per prolungare la permanenza in viola, che sarebbe come dire che, uscendo con una bella fanciulla, le ho chiesto di salire in casa mia, lei non è venuta ed è quindi colpa sua.

A vedere bene la linea che divide meriti e demeriti è sottile e si muove spesso. Proprio come l’affare Gudmundsson che Pradè avrebbe riscattato dal Genoa ad un prezzo scontato rispetto alla cifra pattuita al momento del trasferimento in viola dell’islandese, Pradè sarà pur stato lesto stavolta, ma va detto che il procuratore di Gud, caso curioso, è Valerio Giuffrida che è anche il manager di Stefano Pioli nuovo allenatore della Fiorentina. Non vogliamo trovarci un nesso di causalità? Bene, riconosceremo tutti che può aver aiutato.

Se poi si avesse voglia di navigare come Odisseo tra gli alti e spumeggianti flutti del vasto mare dei rapporti tra il mercato viola gestito da Pradè e quei particolari pesci dei procuratori vedremmo più di una  stranezza. I procuratori, si proprio quei pesci che Commisso riteneva indigesti tanto da vituperarli apertamente già molto prima della guerra con gli avidi rappresentanti di Vlahovic. Ebbene nuotando e nuotando il palombaro curioso si troverebbe dinanzi, oltre a quel Lucci di cui già parlammo, manager di Kean, ma anche di Dzeko e Caprini.

Ecco il buon Franck Trimboli (potente  manager calcistico australiano), già pesce leone nella primavera viola avendo sotto contratto Harder, Martinelli, Fortini, Vannucchi e i gemelli Pierozzi. Trimboli che si rimembra anche per essere il manager del mitologico Brillante, giocatore viola di una decina di anni fa che qualcuno ha ancora il cuore di far giocare in Australia, il nostro Trimboli ha di recente inserito in viola un altro suo assistito, quel Mattia Viti preso dall’Empoli, e chissà, il mercato è ancora lungo, chi si ferma è perduto, diceva Totò.

E’ piuttosto evidente come la cifra dell’azione viola sul mercato sia improntata al mantra meno scouting e più buoni rapporti coi procuratori, lo scouting lo fanno i procuratori e la Fiorentina bada ad avere buoni rapporti con loro, una filosofia che è ormai consolidato marchio di fabbrica, non a caso, tornando infine a Kean, l’attaccante che ‘speriamo resti’, come ha detto col fare di un passante distratto il presidente Commisso, in caso di addio del bomber, un nome molto gettonato, anche se non di quelli capaci di dar forma a grandi sogni di ambizione e gloria, seppur si tratti di un buon giocatore, è il nome di Roberto Piccoli, punta che a Cagliari  ha fatto piuttosto bene mettendo a segno 10 gol. Ma indovinate un po’ di quale procuratore potrebbe mai essere Piccoli?

Ma certo! Di Alessandro Lucci, il manager di  Kean, Dzeko e Caprini, come a dire che il mantra viola meno scouting e più rapporti non vale solo per il calciomercato reale che costruisce la squadra, ma anche per quello scritto e parlato che facciamo noi giornalisti e che costruisce e corrobora i sogni dei tifosi. Ma un po’ di fantasia no? Anche perchè per chiosare con un bel motto del grande pugile Muhammad Alì: l’uomo che non ha fantasia non ha ali per volare.