
Gosens: "Abbiamo potenzialità da Champions. Penso già alla finale di Lipsia"
Ospite di SkySport nella trasmissione serale Calciomercato, Robin Gosens, in diretta dal ritiro inglese della Fiorentina, ha parlato così del suo momento di forma e dei progressi fatti in questi giorni dai viola: "Quest'anno è stato un bell'inizio di ritiro. Abbiamo lavorato bene al Viola Park, ho sfruttato quei momenti per stare anche con la famiglia dopo gli allenamenti. Ma poi tanti tifosi ci hanno dato fiducia ed emozioni".
Come sta andando con Pioli?
"Ci siamo trovati dal primo secondo. Lui ama comunicare coi calciatori, questo a me piace molto perché anche io amo parlare. Da subito abbiamo avuto un bel click".
Pioli ha rivelato di aver scritto nello spogliatoio una frase di Allegri in cui l'allenatore del Milan non nomina la Fiorentina tra le pretendenti per la zona Champions.
"Quel cartello l'ha messo nel suo ufficio non nello spogliatoio, ma ci ha parlato di questa cosa per caricarci. Sappiamo che ci aspetta una stagione importante, secondo me abbiamo il potenziale per lottare per questi posti qui. Io vedo i ragazzi lavorare tutti i giorni, se abbiamo la testa giusta possiamo fare una stagione strepitosa. Io ho avuto la fortuna di giocare la Champions, so cosa significa".
In attacco avete un gran tridente con Gudmundsson, Kean e Dzeko...
"Davanti abbiamo tanti giocatori forti. Sotto questo aspetto dobbiamo crescere, l'anno scorso abbiamo avuto un super Kean ma poi anche la sfortuna di avere un Gud con diversi problemi fisici. Ho parlato tanto con lui. Poi sono arrivati Fazzini e Dzeko, son sicuro che faranno la differenza".
Parla da grande leader. Si vede già come allenatore?
"Io non mi vedo in questo momento come un allenatore, mi vedo più come psicologo, anche percil percorso fatto. Per me la comunicazione è fondamentale. Tante volte vediamo un giocatore che sta facendo male e lo insultiamo non sapendo che gli succede. Diventa tutto più semplice e giusto chiedergli come sta per aiutarlo e per fargli capire che non è da solo".
E a Moise Kean che dice?
"Anche con lui parlo tantissimo. Credo che trovare una casa, un habitat giusto, sia fondamentale per fare una performance sportiva ottima. Io ho avuto un esempio negativo, quando sono tornato in Germania non stavo bene ed è paradossale perché quella è casa mia. La Fiorentina mi ha permesso di ritornare alla grande. E questo lo dico anche a Moise: qui ha trovato una casa e una famiglia, questo vale più di tutto".
Che annata è stata per lei?
"Direi che è stata l'annata del mio rilancio. Ho trovato una squadra e un allenatore che l'anno scorso hanno creduto tanto in me. Avevo come obiettivo quello di tornare in Nazionale tedesca perché per me non c'è niente di più grande. Io dico sempre che il calcio non vive nel passato, possiamo parlare del passato ma ora serve a poco".
La semifinale persa col Betis fa ancora male?
"Mi ha bruciato dentro per settimane quella partita. Anche se sono grande e ho dei figli alla fine sono anche io un bambino che vuole vincere. La storia la scrive chi vince. Io voglio farlo. La finale della Conference sarà a Lipsia, questa è una motivazione in più per me".
Come vede il calcio italiano nell'ultimo periodo?
"Non contano solo i soldi per ottenere i risultati. C'è l'Inter che ha fatto due finali di Champions, l'Atalanta ha vinto l'Europa League, la Fiorentina ha fatto due finali. Vedo una crescita del movimento".
Che rapporto ha con Marten de Roon e Hans Hateboer?
"Posso confermare che l'amicizia nel calcio esiste. È una cosa complicata, perché per noi la situazione lavorativa può cambiare in un attimo ed è difficile approfondire un rapporto umano. Ho avuto la fortuna di trovare tanti amici in questo mondo e non è scontato. Marten e Hans sono due con cui mi sento spesso, ci sono andato in vacanza e ci sentiremo anche quando smetteremo di giocare".
Com'erano i ritiri con Gasperini?
"Ancora adesso sento la fatica nelle mie gambe. Mi ricordo molto bene il ritiro fatto con Gasp, la sera non riuscivo a camminare. Poi non so se ha cambiato preparazione, conoscendolo non credo. Ma è un allenatore veramente forte, con un'idea chiara. Quando vedi una squadra di Gasperini vedi la sua mano. Sarò sempre grato a lui, non sapevo nemmeno io di poter diventare il giocatore che sono diventato con lui".







