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Freitas: "La Fiorentina soffre le aspettative dei propri tifosi ma ha tutto per far bene. Kean può crescere ancora. Vi spiego l'idea di calcio di Pioli"TUTTO mercato WEB
Oggi alle 16:30Copertina
di Pietro Lazzerini
per Firenzeviola.it

Freitas: "La Fiorentina soffre le aspettative dei propri tifosi ma ha tutto per far bene. Kean può crescere ancora. Vi spiego l'idea di calcio di Pioli"

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Carlos Freitas, ex direttore sportivo della Fiorentina, è intervenuto nel corso di "Palla al Centro" su Radio FirenzeViola ripartendo dalla polemica sul campionato che riprende col mercato aperto: "Sono questioni economiche, poi diciamo che ogni campionato ha il suo calendario. Non tutti partono nella stessa data, basti pensare al Belgio che iniziano a fine luglio col mercato aperto. È un tema delicato senza un'apparente soluzione. I giocatori dicono che si gioca troppo, però gli stipendi sono più alti e quindi la soluzione è giocare di più. È un circolo vizioso che è difficile trasformare in virtuoso". 

Ai dirigenti dà fastidio come agli allenatori? 
"Non cambia niente. Ci sono tanti direttori sportivi che oggi trattano giocatori in uscita e li trattano con i mercati aperti dopo il gong di quello dei top campionati. Ci sono mercati ancora aperti e per i direttori sportivi è una questione 'pacifica', almeno per la maggioranza". 

Cosa pensa del mercato della Fiorentina?
"La maggior parte dei giocatori è stata confermata e questo è un buon punto di partenza. Rimanere per esempio con la colonna vertebrale composta da De Gea, Comuzzo, Ranieri, Gosens e Kean, è importante, in primis per Pioli. Piano piano si vedrà l'introduzione di qualche idea nuova o di qualche calciatore che spero possa stupire tutti". 

Il colpo più importante è stato trattenere Kean? 
"Dipende da quello che consideriamo austerità. Il caso Hancko è uno spunto: si doveva puntare su giocatori giovani per il presente e per il futuro. Con tutto il rispetto per i giocatori, però diciamo che l'Italia è in controtendenza rispetto alle altre nazioni europee a livello di grandi squadre. Quando vediamo che Modric e Dzeko, vicini ai 40 anni, sono ancora importanti nelle rispettive squadre, significa che la Serie A va controcorrente. È una questione di mentalità, non di austerità. Quando si prendeva Veretout a 7 milioni non era austerità, o un profilo come Vlahovic che è stato venduto per 80 milioni a fronte di un investimento di tutt'altro livello. È tutta una questione di mentalità. Kean lo vedo come un giocatore che è stato uno dei migliori in Europa ed è stato molto importante mantenerlo perché ancora non è arrivato al suo massimo livello. Se la squadra sarà buona quest'anno, anche lui migliorerà ancora". 

Come vede Pioli e il suo ritorno alla Fiorentina?
"A parte la qualità professionale, io parlo di un amico e gli auguro il meglio. Firenze mi è rimasta nel cuore come la Fiorentina. È una squadra che ha delle qualità importanti, che soffre delle aspettative troppo alte che ha la piazza. Ogni tanto si confonde l'amore con la concorrenza del calcio. Ogni tanto l'amore toglie lucidità. Però secondo me ci sono tutti i mezzi: strutture, investimenti, l'ossatura mantenuta, l'allenatore preparatissimo e che è molto ambizioso, diciamo che ci sono tutti i presupposti per fare una bella stagione". 

L'ha stupita vedere ripartire Pioli dalla difesa a tre?
"Secondo me lui non è un fondamentalista dei sistemi di gioco. È uno che si adatta dopo aver capito le qualità dei giocatori a disposizione. E' molto più preoccupato dall'occupazione degli spazi. Non mi stupirebbe vedere diversi moduli con gli stessi obiettivi di gioco: la difesa aggressiva, il pressing, i movimenti giusti per i giocatori offensivi. Il rispetto stretto del ruolo non gli interessa, è più importante occupare bene lo spazio. Pioli è elastico e adatto a quello che si vede oggi nelle diverse squadre top in Europa". 

Un domani lo vede sulla panchina della Nazionale?
"Secondo me, uno che ha giocato nella Juve, ha allenato l'Inter, il Milan, la Lazio, la Fiorentina. E' rispettato da tutti, anche dalla stampa, oltre a essere un uomo con la U maiuscola, non c'è nessuno più preparato di lui per fare il ct". 

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