Reparto per reparto, comincia la ristrutturazione viola: dalla mentalità alla tattica
Un lavoro lungo e complesso, quello che attende Paolo Vanoli, e sul quale il nuovo tecnico della Fiorentina si sta già concentrando. Da oggi la Fiorentina scoprirà la nuova metodologia di lavoro dell’allenatore varesino, uno che in fretta ha già rubato parecchie simpatie per il modo di seguire la partita da bordo campo, e che arriva con l’etichetta dell’allievo di Antonio Conte. Eppure ancor prima di capire se e come Vanoli cambierà volto alla Fiorentina vien da pensare che dovrà soprattutto intervenire reparto per reparto, toccando i tasti più dolenti e provando a valorizzare chi sta meglio.
Difesa da ricostruire e un cambio di modulo nell’aria
Tra le situazioni più evidenti quella di una difesa che oggi veste la maglia nera dell’intera serie A. Non bastassero i numeri a certificare un crollo difensivo che si è palesato gara dopo gara, anche la ripetizione di determinati problemi è una spia d'allarme, su tutti quelli legati ai calci piazzati sui quali in genere si scatena il panico dentro l’area di rigore. Sotto questo profilo è presumibile che Vanoli consideri persino un cambio di modulo, passando a 4 davanti a De Gea, se non proprio alla ripresa del campionato, contro la Juve, quanto meno nelle successive settimane.
Rivitalizzare il centrocampo rivalutando tutti, Richardson incluso
In mezzo al campo Vanoli ha già evidenziato le difficoltà di un Nicolussi Caviglia parecchio in difficoltà nel velocizzare la manovra e anche per questo non ci sarebbe da stupirsi se determinati equilibri cambiassero. Con Fagioli rimasto fuori da giochi nelle ultime sfide, e per questo da recuperare prima di ulteriori valutazione sul mercato, soltanto Sohm ha lanciato minimi segnali incorraggianti nelle ultime uscite, per il resto da Mandragora a Fazzini c’è un reparto da provare a rivitalizzare, magari rivalutando da vicino quel Richardson del tutto sparito dai radar.
Sciogliere i dubbi sulle coppie offensive
Infine l’attacco che ha raccontato una sintonia da approfondire tra Gudmundsson e Piccoli dopo che a Genova l’intesa tra i due è stata forse l’unica nota incoraggiante. Mentre il dibattito sulla coesistenza tra Kean e l’islandese resta sospeso in attesa del rientro della punta l’ex Cagliari può rappresentare un punto di ripartenza per una squadra in affanno anche in termini di realizzazioni, tanto più se i suoi movimenti dovessero rendere la vita più facile a Gudmundsson o allo stesso Fazzini, o ancora a Dzeko, qualora Vanoli vedesse la possibilità di maggiore abbondanza sulla trequarti. Modifiche da effettuare dopo i primi interventi sul gruppo, quando anticipato il necessario cambio di mentalità potrebbero arrivare anche quelli inevitabili sul piano tattico.






