CERCASI PIANO B: FIORENTINA-EMPOLI E LE DUE INDICAZIONI SU COME PUÒ RICOSTRUIRSI LA SQUADRA DI PALLADINO
Comunque vada, quello di ieri è stato un nuovo inizio di stagione per la Fiorentina. Perché quanto successo domenica al 17' sarà in ogni caso uno spartiacque. E facendo finta che le implicazioni emotive non contino niente - bastava esserci domenica sera, ieri al Franchi, o in generale negli ultimi tre giorni a Firenze per capire quanto il contesto, l'ambiente e il gruppo squadra siano legati a doppio filo a quanto sta succedendo a Careggi - la partita contro l'Empoli ha dato alcune indicazioni interessanti a Palladino. Nessun giudizio universale, ma qualcosa che, in realtà, sembra più di un indizio. Bisognerà sostituire (per un periodo quantomeno lungo) Edoardo Bove, uno che, ce ne siamo accorti anche nella sfida di Coppa Italia, era l'architrave dell'impianto tattico del tecnico campano. Primo distruttore del gioco avversario, centrocampista d'assalto e mezzala di manovra, il classe 2002 finora ha svolto tre compiti ben distinti alla grande e per questo sarà impossibile trovare - in rosa o sul mercato - un suo prototipo. La Fiorentina dovrà cambiare: lo ha fatto ieri, con risultati non eccelsi (la premessa della particolarità delle condizioni psicologiche dei calciatori va ribadita).
Dicevamo, alcuni verdetti parziali dalla ghiacciaia del Franchi: Martinez Quarta in mediana non è cosa. O quantomeno, anche contro l'Empoli si è avuto la conferma di un equivoco di fondo: essere un difensore con buone doti nella prima costruzione non significa poter fare il centrocampista ai livelli richiesti dal calcio attuale. Un errore concettuale in cui anche Palladino sembra caduto. In mezzo al campo c'è un altro mondo, si deve giocare un altro calcio. Spostato dieci metri in avanti, in un settore di campo in cui si ragiona a velocità tripla rispetto a quello difensivo, il Chino è sembrato un pesce fuor d'acqua e la sua lentezza (di pensiero e di gambe) è costata (in gentile collaborazione con un Terracciano inchiodato sulla linea di porta) l'1-0 di Ekong. Palladino gli aveva dato la fascia da capitano, aspettandosi una risposta da leader: l'argentino ha dimostrato che, ad ora, può essere 'solo' un buon difensore, niente di più.
La nota positiva arriva dal secondo tempo e, in particolare, dall'ingresso di Amir Richardson: subentrato proprio a Quarta al 52', il marocchino ha dato un saggio di quaranta minuti delle sue qualità. Pulito in costruzione, da applausi nella conduzione palla e impattante anche nel recupero alto, a oggi il classe 2002 sembra quanto più di simile a Bove a disposizione di Palladino. Richardson, reduce da un infortunio che lo ha tenuto fuori nelle ultime tre settimane, si candida a un ruolo da protagonista nella seconda parte della stagione viola. Dopo tre mesi di apprendistato, il 'progetto Pogba' (la somiglianza nelle movenze tra il numero 24 in viola e l'ormai ex Juventus è a tratti impressionante) inizia adesso. E chissà che non sia proprio lui la variabile aggiuntiva nel nuovo sistema che Palladino sarà costretto a pensare adesso.