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Amatucci, un predestinato che fa sognare Salerno e Firenze. In B è già top player
Diciamo la verità: quando a luglio fu ufficializzato il suo acquisto, non tutti i tifosi della Salernitana fecero i salti di gioia. In quel momento di grande tensione per la retrocessione, per il disimpegno del proprietario e per il ridimensionamento degli obiettivi dopo tante promesse non mantenute, la gente si aspettava il cosiddetto nome, quello in grado di alzare il tasso tecnico della rosa e di riaccendere l'entusiasmo popolare. "Fidatevi, avete preso uno veramente forte" diceva lo storico ex capitano Roberto Breda che, a Terni, lo aveva allenato per sei mesi aiutandolo tanto nel suo percorso di crescita.
Ci ha messo mezz'ora, in coppa Italia contro lo Spezia, per conquistare la fiducia e l'affetto dei supporters di fede granata. Lorenzo Amatucci sta confermando quanto di buono si diceva anche a Firenze. Non fidatevi dell'aspetto apparentemente "fanciullesco" e di un fisico non particolarmente possente. Perchè Amatucci è un mastino a tutto campo che morde le caviglie degli avversari e recupera una marea di palloni a partita denotando intelligenza tattica, spirito di sacrificio e personalità da veterano. Doti che gli hanno permesso di giganteggiare anche a Palermo, in uno stadio notoriamente difficile per tutti e contro avversari che lotteranno fino alla fine per la promozione in serie A. Non ha sbagliato un solo intervento, il centrocampista scuola Fiorentina, uno forte anche dal punto di vista tecnico e che accompagna costantemente l'azione prendendosi la responsabilità di battere quasi tutti i calci piazzati. Lo score al momento parla di due assist, 9 gare su 10 da titolare (ha saltato solo la prima ora del match di coppa con l'Udinese) e una media voto lusinghiera per un atleta così giovane, ma etichettato dagli addetti ai lavori come un autentico predestinato.
La Salernitana se lo gode, a Firenze si sfregano le mani e lo stanno seguendo con costanza ragionando su un futuro a tinte viola e stabilmente in massima serie. E non è utopistico immaginare che, in un futuro nemmeno tanto lontano, anche Spalletti possa accorgersi di lui arricchendo il centrocampo dei giovani con una pedina che sta facendo la differenza in cadetteria.
Ci ha messo mezz'ora, in coppa Italia contro lo Spezia, per conquistare la fiducia e l'affetto dei supporters di fede granata. Lorenzo Amatucci sta confermando quanto di buono si diceva anche a Firenze. Non fidatevi dell'aspetto apparentemente "fanciullesco" e di un fisico non particolarmente possente. Perchè Amatucci è un mastino a tutto campo che morde le caviglie degli avversari e recupera una marea di palloni a partita denotando intelligenza tattica, spirito di sacrificio e personalità da veterano. Doti che gli hanno permesso di giganteggiare anche a Palermo, in uno stadio notoriamente difficile per tutti e contro avversari che lotteranno fino alla fine per la promozione in serie A. Non ha sbagliato un solo intervento, il centrocampista scuola Fiorentina, uno forte anche dal punto di vista tecnico e che accompagna costantemente l'azione prendendosi la responsabilità di battere quasi tutti i calci piazzati. Lo score al momento parla di due assist, 9 gare su 10 da titolare (ha saltato solo la prima ora del match di coppa con l'Udinese) e una media voto lusinghiera per un atleta così giovane, ma etichettato dagli addetti ai lavori come un autentico predestinato.
La Salernitana se lo gode, a Firenze si sfregano le mani e lo stanno seguendo con costanza ragionando su un futuro a tinte viola e stabilmente in massima serie. E non è utopistico immaginare che, in un futuro nemmeno tanto lontano, anche Spalletti possa accorgersi di lui arricchendo il centrocampo dei giovani con una pedina che sta facendo la differenza in cadetteria.
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