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Di Gennaro a DAZN: "Il portiere moderno deve avere queste caratteristiche. L'Inter è nella mia vita da vent'anni"TUTTO mercato WEB
© foto di www.imagephotoagency.it
giovedì 30 novembre 2023, 16:00News
di Marco Corradi
per Linterista.it

Di Gennaro a DAZN: "Il portiere moderno deve avere queste caratteristiche. L'Inter è nella mia vita da vent'anni"

Durante il format "New Brothers" di DAZN, che presenta i nuovi acquisti dell'Inter, Raffaele Di Gennaro racconta così i suoi esordi: "Ho iniziato a giocare a cinque anni in un oratorio di Saronno, si chiamava il Prealpi. Da lì ho iniziato a fare i primi passi, sempre da portiere coi miei primi guantini. A nove anni mi ha preso l'Inter e da lì è iniziato un altro tipo di carriera".

Te lo ricordi quel momento, l'arrivo nei Pulcini dell'Inter?

"Già un anno prima di passare all'Inter, avevo otto anni, ho fatto un anno di provini e di tornei dove potevo giocare pur non essendo tesserabile in rosa. In quell'anno ho fatto tutti i tornei affrontando Milan, Empoli, Fiorentina e tutte le squadre italiane. Alla Prealpi giocavamo contro le squadre vicine, all'Inter contro tutta Italia ed eravamo già più forti". 

Chi ti ha trasmesso la passione per il calcio?

"Mio papà era attaccante, così come mio fratello. Quando giocavamo a me veniva subito l'istinto di fare il portiere e prenderla con le mani, lì hanno capito subito che ero un portiere nell'animo".

Ti ricordi la prima partita che hai visto allo stadio?

"Prima di un'Inter-Lazio, quando avevo nove anni, abbiamo giocato a San Siro coi Pulcini e poi ci hanno invitato ad assistere alla partita. Quindi direi quell'Inter-Lazio di vent'anni fa".

C'è stato un momento difficile della tua carriera?

"Ne ho passati tanti, soprattutto a causa degli ifnortuni. Potrei dire quello successo nella semifinale scudetto della Primavera, contro il Milan. Mi sono lussato l'anca in un'uscita alta coi pugni, ci ho messo sei mesi a riprendermi. Per fortuna l'Inter ha dei medici straordinari, che mi hanno rimesso in carreggiata e mi hanno fatto tornare più forte di prima. Mentalmente non è stato facile, la mia famiglia mi è sempre stata vicino e mi ha dato forza. Ogni giorno che passavo a fare palestra, riabilitazione e allenamento mi faceva dare tutto per poter tornare a vivere le sensazioni del campo. E ci sono riuscito".

Il portiere di oggi deve costruire coi piedi, dal basso. Che caratteristiche deve avere un estremo difensore moderno?

"Innanzitutto deve parare, altrimenti non può definirsi portiere. Poi c'è stata una crescita notevole nella nostra partecipazione al gioco. Quindi bisogna essere bravi sia nel gioco corto coi difensori che nei lanci per smarcare o trovare i compagni, prima si rinviava quasi senza pensarci ed ora si lavora molto sul gioco coi piedi. Inoltre il portiere deve avere personalità, saper orchestrare la squadra e comandare la difesa con sicurezza".

Quanto è importante, per te, la vita da spogliatoio?

"Senza lo spogliatoio il giocatore soffre. Stare tutti insieme, con scherzi, risate e aneddoti è bellissimo. Ci si sente parte di un gruppo".