
La notte più gloriosa e invidiata. L'aziendalismo di Inzaghi non faccia perdere di vista meriti e demeriti (reali)
Immaginate se a gennaio Simone Inzaghi avesse cominciato a dire che un punta in più gli avrebbe fatto comodo o a rimarcare che un innesto in difesa non avrebbe fatto male. Non sarebbe stato da lui, avrebbe provocato probabilmente malumori, ma il tecnico si sarebbe tutelato da quella che è la situazione attuale e la sua immagine. Guardate Conte: comunque vada a finire, con certe dichiarazioni fatte in queste settimane ne uscirà ugualmente vincitore. Dall'altra parte il più aziendalista Inzaghi si è sempre detto concorde con il mercato, ma anche i più ottimisti sulla forza dell'Inter erano concordi nel dire che qualche ritocco era il caso di farlo.
L'Inter è arrivata così all'appuntamento con la notte più gloriosa, la sfida più invidiata da chi non è arrivato fino a lì. A giocarsi l'accesso ad una finale di Champions League ad armi pari contro il Barcellona, dopo aver eliminato il Bayern Monaco. Il leitmotiv delle interviste della vigilia è il seguente, più o meno: "Non date per scontato quello che stiamo facendo". Lo ha detto Inzaghi, dopo che lo aveva detto Bastoni, così come altri tesserati hanno rimarcato di recente.
Il motivo è semplice: l'ambizione di dire di puntare a vincere tutto è stata un'arma a doppio taglio. Voler vincere è diverso da dover vincere. Se parliamo di campionato, è normale che l'eventuale successo del Napoli sarebbe una grossa, enorme delusione, per quella che era la rosa dell'Inter ai nastri di partenza. Ma tutto va soppesato e non ci sono solo il bianco o il nero. L'Inter era la più forte, ha lasciato dei punti per strada anche per colpe proprie inizialmente, ma poi sono subentrati mille fattori. Gli infortuni ed il rendimento sottotono di giocatori che si pensava potessero rendere di più, su tutti.
In questo secondo aspetto, le responsabilità dovranno essere ripartite fra tutti, società compresa, al termine di questa stagione, sia in termini di meriti per ciò che verrà raccolto, sia nello scenario peggiore. Perché sappiamo bene come la notte contro il Barcellona potrebbe portare domani a titoli entusiastici, a paragoni impensabili fino a qualche anno fa con figure storiche di questo club, oppure al contrario a leggere parole come "fallimento". Delusione sì, fallimento non può essere per chi lotta per scrivere una pagina di storia, la verità probabilmente sta nel mezzo.







